Fabrizio Nardo, ex assessore all'Ambiente, è stato allontanato a un mese dall'insediamento. Sotto accusa le politiche riguardanti il cane a sei zampe. «In giunta non se n'è mai discusso, a decidere è un tandem. Ma prima di qualsiasi tavolo, l'Eni dovrebbe fare un atto di generosità alla cittadinanza»
Gela, la giunta grillina incontra l’Eni senza sindacati Ex assessore: «Problema cancellato eliminando me»
Cambia la giunta, ma l’Eni continua a risultare significativa per le sorti della città di Gela. Martedì prossimo, 15 settembre, per la nuova amministrazione ci sarà un importante tavolo di incontro al ministero dello Sviluppo economico. Un appuntamento sul quale il sindaco Domenico Messinese punta molto. Obiettivo: portare una bozza di accordo di programma che vada oltre il protocollo d’intesa firmato il 6 novembre scorso per attenuare la dipendenza economica dal cane a sei zampe. Un incontro tecnico, a detta di Messinese e del vicesindaco Simone Siciliano, che vede esclusi al momento i sindacati locali. Negli ultimi tempi l’ex assessore Fabrizio Nardo ha redatto, nella qualità di tecnico, un’importante perizia all’interno di un procedimento civile sulle malformazioni che hanno colpito circa trenta famiglie e sull’eventuale connessione con la presenza industriale. E, secondo Nardo, sarebbero proprio le sue posizioni sui rapporti con l’Eni ad aver contribuito al suo allontanamento.
Come valuta l’accordo di programma che presenterà l’amministrazione a Eni? Non si mette da parte l’industria, ma si prova a ridimensionarla, provando a sfruttare i fondi dell’area di crisi complessa per rilanciare altri settori come ad esempio l’agricoltura?
Mi chiedo cosa conterrà nello specifico. Secondo me una giunta municipale deve avere l’interesse della collettività che rappresenta. E nei rapporti con Eni questo non può precludere da una riconciliazione. Gli effetti del petrolchimico e della raffineria sono sotto gli occhi di tutti, ampiamente documentati. Prima dell’apertura di qualsiasi tavolo serve un accordo extragiudiziario tra Eni e la cittadinanza gelese. Penso che Eni debba fare un atto di generosità nei confronti di chi ha avuto malformazioni e tumori, a prescindere che siano legati o meno alla sua presenza.
Di questo ne avevate discusso in giunta?
Non ce n’è stata occasione perché non si è mai discusso di Eni. L’unica volta che io ho posto la questione, è stata sospesa la giunta e non è mai stata ripresa.
Quindi l’Eni è elemento di discordia all’interno del M5S?
Non c’è discordia su un argomento di cui non si è mai potuto parlare. Il problema è stato eliminato eliminando me. Purtroppo questo non è da Cinquestelle. Per chi addirittura faceva gli incontri in streaming per parlare di trasparenza, è poco coerente tenere un comportamento all’esterno e uno completamente diverso all’interno della giunta.
La giunta ha spiegato che sta provando a sganciare le bonifiche da quelle che deve fare l’Eni all’interno del proprio recinto. E’ una linea in continuità con quella che stava provando a tracciare lei?
Le bonifiche di per sé sono separate, nel senso che ci sono quelle di competenza statale e quelle di competenza privata. Il mio interesse era sulle private, in particolare far partire prima possibile quella dell’area ex Isaf (l’unica prevista nel protocollo d’intesa del 6 novembre scorso ndr). C’è da dire che in passato un paio di bonifiche sono state realizzate, anche se con effetti discutibili. Risulta poi agli atti che il ministero ha finanziato degli interventi di bonifica di competenza pubblica, però gli interventi non sono mai stati realizzati. Oppure sono stati fatti interventi impropri, che hanno significato incapacità progettuale. Dopo queste esperienza si è palesata l’inaffidabilità dei soggetti competenti.
Non c’erano soldi per Gela, è vero?
I soldi sono apparsi quando è stato ritenuto di avere a che fare con una persona affidabile. Io mi sono mosso mediante conoscenze personali, di fronte alle quali potevo mettere sul piatto la mia professionalità e credibilità. E proprio per garantire il successo delle mie iniziative, non ho rivelato, e non posso tuttora farlo, il nome dei miei interlocutori.
Però questa è poca trasparenza, specie in un ruolo istituzionale.
Se devi essere credibile nelle trattative, è un passaggio fondamentale e necessario.
Lei ha individuato un accentramento di poteri di vicesindaco e sindaco sulla questione Eni?
L‘ho denunciato in giunta. Non esiste una cosa del genere. Mi pare indubbio che qualsiasi problematica inerente Eni è di importanza generale e non settoriale, quindi ritenevo che le linee politiche dovessero essere di competenza dell’intera giunta e non di un tandem Siciliano-Messinese come stava avvenendo. E poi la questione è anche ambientale, quindi non capivo perché il mio ex assessorato non venisse coinvolto. Diciamo che la frattura si è consumata lì.