Partito il risanamento, indicato dagli accordi del novembre 2014. Verrà impiegata un'ottantina di lavoratori per una spesa di 50 milioni di euro. Gli interventi dovrebbero terminare entro sei anni. Presenti i vertici aziendali e le istituzioni locali. Per il vicesindaco Siciliano «è l'unica via per far rinascere il territorio»
Gela, inaugurata bonifica di ex discarica Eni Previsto impiego di 80 lavoratori fino al 2020
Prevista dal protocollo d’intesa del 6 novembre 2014, la bonifica dell’impianto Isaf – ex discarica di fosfogessi in liquidazione di proprietà al 52 per cento di Syndial (una controllata di Eni) e al 48 per cento dell’Ente minerario siciliano – ha visto oggi l’inaugurazione del cantiere per il risanamento ambientale. Alla presenza del presidente della Regione, Rosario Crocetta, della prefetta di Caltanissetta, Maria Teresa Cucinotta, del sindaco di Gela, Domenico Messinese, e delle istituzioni locali, nonché dell’amministratore delegato di Syndial Vincenzo Larocca e del responsabile del Programma Gela Luigi Ciarrocchi. L’ex impianto di acido fosforico, visibile sulla strada che a breve distanza si biforca conducendo o al Greenstream (il gasdotto che collega la Libia all’Italia) o alla spiaggia naturista recentemente individuata dall’amministrazione comunale, è attualmente messo in sicurezza. Nel corso dell’evento di questa mattina è stato presentato il programma completo di decommissioning e bonifica, che si articolerà complessivamente in quattro fasi su un orizzonte temporale di circa quattro anni e, quindi, con il completamento di tutte le attività previsto entro il 2020. In ogni caso l’area non potrà più essere riutilizzata.
«Celebriamo l’avvio del modello competitivo presentato diversi mesi fa – dichiara il vicesindaco Simone Siciliano – su cui le politiche industriali intrecciano in un processo sinergico lo sviluppo e la crescita economica, la sostenibilità sociale e la tutela ambientale. Un indirizzo che l’amministrazione ha accolto favorevolmente, ha cercato di governare per quello che sono stati i processi amministrativi e che vuole fortemente sponsorizzare. Crediamo che sia l’unica via per far rinascere questo territorio».
Da parte propria i vertici del cane a sei zampe hanno snocciolato i numeri, come già altre volte in passato: l’intervento di decommissioning dell’impianto prevede un picco massimo di circa 80 persone impiegate nel cantiere e un investimento complessivo di 50 milioni di euro. Sino ad oggi sono stati avviati 32 cantieri di cui 14 completati, per un impegno economico di circa 76 milioni di euro. Tali operazioni, per le quali sono state utilizzate le migliori tecnologie disponibili, hanno visto nell’anno in corso mediamente l’impiego di circa 220 risorse dell’indotto locale.
Su una delle discariche Isaf, dopo la messa in sicurezza permanente, era già stato inoltre realizzato nel 2014 un impianto fotovoltaico da cinque megawatt per la produzione di energia rinnovabile. Eni ha ricordato come l’impianto abbia consentito sino ad ora un risparmio di 1.600 tonnellate annue di petrolio e conseguentemente una forte riduzione nelle emissioni di anidride carbonica. Ribadendo poi di voler realizzare a Gela un impianto sperimentale, denominata waste to oil, che prevede la produzione di bio-olio dal recupero della frazione organica dei rifiuti solidi urbani del territorio. Mentre da aprile è in ogni caso partita la bioraffinera a olio di palma, tanto vituperato nel cibo quanto utilizzato a livello industriale.