L'ultimo episodio si è verificato la notte scorsa. Colpito anche il Banco alimentare. La dirigente scolastica chiede più attenzione ai beni comuni. Il Comune assicura il ripristino dei luoghi in tempi celeri. «Chi ha visto o sa qualcosa, denunci». Guarda le foto
Gela, escalation di atti vandalici nelle ultime settimane Raid in scuola per l’infanzia. «Inizio lezioni sarà rinviato»
L’irruzione alla Radioterapia, il danneggiamento al Palacossiga, il furto degli attrezzi sportivi nella sede degli atleti speciali di Special Olympics, lo scasso nei locali della Croce Rossa e adesso il raid vandalico nel plesso per l’infanzia Giulio Siragusa, consegnato dall’amministrazione appena una settimana fa. A Gela, l’escalation di atti vandalici ai danni di strutture pubbliche e di associazioni sta assumendo sempre di più i contorni dell’emergenza.
Ieri notte solo l’ultimo degli episodi. L’incursione all’interno dei locali in passato usato per l’Anagrafe, nel quartiere Villaggio Aldisio, che il Comune aveva consegnato al primo istituto comprensivo per ospitare alcune classi della scuola dell’infanzia. La scoperta è stata fatta questa mattina dagli operatori scolastici arrivati per terminare gli interventi di pulizia hanno trovato una grata divelta, i vetri di una delle finestre sfondati e i chiari segni del passaggio di alcuni malviventi. Un raid inutile, considerato che all’interno non ci sono ancora arredi.
Stando ai primi riscontri ad avere agito sarebbero stati almeno in due. Per entrare avrebbero aspettato la notte approfittando della scarsa illuminazione della zona. Hanno scavalcato il muretto a sud, adiacente al campetto da calcio, e senza molta fatica hanno scardinato la grata. Uno dei due si è probabilmente ferito e ha lasciato diverse tracce di sangue sul davanzale e all’interno dei locali. Non trovando nulla all’interno della scuola, hanno rivolto le loro attenzioni al vicino Banco alimentare. Anche in questo caso hanno sfondato una finestra e si sono introdotti all’interno. Sicuramente non rubavano per fame, considerato che non hanno toccato nessuno dei tanti alimenti sugli scaffali. Hanno preferito rovistare nei cassetti in cerca di contanti, senza però trovare nulla.
Stamattina l’intervento dei carabinieri e dei reparti rilievi scientifici dell’Arma per tentare di dare un volto ai responsabili. Sul posto anche la dirigente scolastica Rosalba Marchisciana, visibilmente amareggiata. «Fa male dover commentare ancora atti di questo tipo – dichiara – provo molta rabbia per quanto successo stanotte. Avevamo fatto di tutto per consegnare in tempo ai nostri bambini dei locali che consentissero loro di usufruire di spazi adeguati alle norme di distanziamento dettate dall’emergenza Covid. Purtroppo dovremo rinviare il loro ingresso nelle classi, perché non porterò qui i bambini finche non avrò la certezza che i locali siano sicuri».
Amareggiato anche il sindaco Lucio Greco, presente sul posto assieme all’assessore all’Istruzione Cristian Malluzzo. Il primo cittadino ha annunciato interventi immediati di messa in sicurezza. «Il danno economico non è rilevante – ha dichiarato il sindaco – ma è l’ennesimo gravissimo attacco alla città e a chi aiuta i bisognosi. Una sfida alle istituzioni, che ci dà un motivo in più per capire le ragioni di questa frattura, di questo tessuto sociale sempre più sfilacciato».
«Come amministrazione comunale – aggiunge l’assessore Malluzzo – sistemeremo la scuola e installeremo un impianto di videosorveglianza, ma è fondamentale, per evitare il reiterarsi all’infinito di atti del genere, che chiunque abbia visto o sentito qualcosa collabori con le forze dell’ordine anche in forma anonima: questi delinquenti non devono farla franca. Denunciamo senza paura. Gela – conclude – è una città in cui vivono persone oneste che chiedono tranquillità e sicurezza». La dirigente chiede una maggiore attenzione verso i beni comuni, specialmente quelli dedicati ai bambini. «Gli edifici scolastici sono presidio di legalità sul territorio – dice – Dovrebbero tutti avere il piacere di difendere ciò che appartiene ai bambini. Una coscienza civile che purtroppo ancora in questo paese stenta a decollare e questo rappresenta un enorme limite per la crescita culturale della comunità».