Furti al Santi Romano, la denuncia degli studenti Ersu assicura: «Avviata un’indagine conoscitiva»

«Non si può stare sicuri neanche al Santi Romano, dove chi ci vive ha diritto a stare lì. Non è giusto». La rabbia con la quale Lidia racconta i furti che sarebbero avvenuti all’interno dello studentato universitario di Viale delle Scienze non può che definirsi giustificata. La studentessa siciliana è stata infatti tra le prime vittime ma, nonostante si sia rivolta alle forze dell’ordine, il suo caso è rimasto insoluto. Ed è solo uno dei tanti. Gli ultimi in ordine di tempo riguardano due studentesse vietnamite, che proprio questa mattina avrebbero scoperto l’ennesimo raid. Mentre a ottobre un’altra ragazza ha segnalato il furto di 300 euro. A due giorni dalla laurea.

«Si tratta di episodi frequenti, come ho avuto modo di appurare da una chat interna che abbiamo creato noi studenti – conferma la studentessa – Il mio è stato il primo caso, ed è avvenuto quest’estate. A luglio, come ogni anno, avrei dovuto svuotare la stanza per consegnarla all’Ersu e riprenderne possesso a settembre. Questa volta però ci era stato comunicato che avremmo potuto evitare di riportarci tutto quanto in paese per poi rifare il trasloco due mesi dopo. Quindi ho lasciato la stanza l’ultimo giorno in cui la struttura universitaria è rimasta aperta, con tutte le mie cose compreso un salvadanaio in cui avevo accumulato i risparmi di tre anni e la videocamera di mio padre. Ho consegnato poi la chiave in portineria, come siamo obbligati a fare». 

Al ritorno, però, l’amara sorpresa: il salvadanaio era vuoto e insieme ai soldi si era volatilizzata pure la videocamera. «Per giunta avevo chiesto di tornare anticipatamente perché avevo delle esigenze – continua Livia – Quando ho chiesto che venisse avviata un’indagine interna al personale Ersu, mi è stato invece consigliato di rivolgermi alla polizia. E dire che sarebbe stato facile appurare chi era di turno in quei giorni. Questa mattina, poi, la scoperta che alle due ragazze vietnamite sono stati sottratti 800 euro in totale e due anelli d’oro. Mentre da quando ho denunciato l’accaduto alla polizia, ormai quattro mesi fa, non c’è stata nessuna novità».

Dall’ente regionale per il diritto allo studio arrivano rassicurazioni e chiarimenti. «Dopo la segnalazione di MeridioNews la direzione ha avviato un’indagine conoscitiva interna tra gli studenti – afferma l’Ersu – In realtà nessuno ha fatto pervenire segnalazioni ufficiali, tranne la studentessa da voi citata. E la stessa ragazza non ha portato qui la copia della denuncia fatta alla polizia. Noi siamo un’amministrazione pubblica, senza basi concrete non ci si può muovere solo sulla base del sentito dire». L’invito dunque è quello di rivolgersi alle autorità competenti. 

E mentre gli studenti e le studentesse promettono di farlo a breve, gli episodi sono anche la spia di un problema più ampio relativo alla sicurezza. «Noi abbiamo le telecamere – è la risposta dell’Ersu – ma soltanto al pianterreno, e non nei piani dove dormono i ragazzi e le ragazze, perché lì c’è la privacy che va rispettata. Negli ultimi anni poi sono aumentati i controlli su chi entra e chi esce dagli studentati, e anche la portineria è stata dotata di una struttura più efficiente». 


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