Le associazioni degli esercenti concordano nello stigmatizzare l'atteggiamento di chi non paga, ma distinguono tra chi non vuole e chi si trova impossibilitato a farlo o per l'elevata pressione fiscale. Reina (Confartigianato): «Spesso chi ritarda lo fa perché lo stato di crisi ecomonica non è finito»
Furbetti delle tasse, presto vertice con Marino «Ma in cambio degli oneri, servono i servizi»
Giusto sanzionare chi non paga le tasse comunali anche attraverso la mancanza di erogazione dei servizi comunali, come paventato dal sindaco Orlando, ma bisogna distinguere il dolo dalle condizioni di impossibilità. È questo il pensiero dei vertici delle associazioni dei commercianti sulla posizione espressa in questi giorni dall’amministrazione comunale riguardo i grandi numeri dell’evasione delle imposte, in primo luogo la Tari. E l’analisi che è stata commentata in conferenza stampa dal sindaco indica i commercianti come principali evasori, sebbene, appunto, con dei distinguo che i loro rappresentanti vogliono evidenziare.
«Precisiamo subito non si possono reclamare i propri diritti se non si assolvono i propri doveri – dice Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo -, ma occorre fare un’analisi più approfondita: i commercianti, in particolare quelli che aprono le attività o che le hanno aperte da poco, aspettano che arrivi la cartella, che ha un tempo di ‘decantazione’ di tre anni. Quando finalmente arriva, loro si trovano davanti a tre anni di pregresso, che devono pagare in un’unica soluzione. Cifre che ovviamente spesso non sono di poco conto – spiega – In particolare penso alle attività di ristorazione che pagano di più per la specificità del settore». Di Dio dà un consiglio: «Il suggerimento che diamo in questi casi è quello di fare da sé la dichiarazione al Comune anno per anno, senza aspettare la cartella, in modo da provvedere all’autoliquidazione e rateizzare per quanto possibile».
Poi l’annuncio: «A giorni faremo un incontro con l’assessore Sergio Marino. Ci saranno i rappresentanti di Confcommercio ed esperti del settore – prosegue – come l’avvocato tributarista Alessandro Dagnino, oltre ad alcuni componenti degli uffici del Comune». E sulle sanzioni per quelli che definisce i furbetti del quartierino dice «ben vengano i provvedimenti drastici: è chiaro che nei casi accertati e conclamati di malafede, quando c’è una volontarietà di chi non paga le tasse, si esercita un tipo di concorrenza sleale. L’importante è non assumere atteggiamenti vessatori contro i commercianti che in buona fede vogliono pagare».
Mario Attinasi, al vertice di Confesercenti Palermo, punta il dito contro la pressione fiscale: «Gli imprenditori hanno difficoltà ad arrivare a fine mese – dice – uno dei motivi per cui le imprese non ce la fanno è il livello di tassazione che è insostenibile. La politica, che dovrebbe risolvere il problema, o non lo vuole fare o non lo sa fare. Manca la consapevolezza del fatto che il modello fiscale attuale non è più sostenibile. Bisognerebbe pagare meno per pagare tutti». Ma con questo Attinasi non vuole giustificare gli evasori, verso i quali non nasconde un giudizio molto severo: «Credo che in questi casi occorrano sanzioni esemplari, ma bisogna distinguere». E poi attacca: «Non mi sta bene che chi dovrebbe creare le condizioni per una ripresa economica faccia questo tipo di discorsi. Se non si abbassa la pressione fiscale non si può aumentare il Pil».
Poi una tirata d’orecchie al Comune: «Ritengo che una buona amministrazione comunale debba mettere i propri cittadini nelle condizioni di potere pagare le tasse – dice – Non sono contrario alle regole in quanto tali, ma credo che queste vadano riviste». Anche Attinasi propone la sua soluzione: «Ci sono Stati d’Europa che hanno deciso di puntare su settori strategici dell’economia – dice – come il turismo, per attirare imprese e aumentare l’attrattività commerciale, abbattendo la tassazione al 5 per cento. Non riesco a spiegarmi perché da noi questo non si possa fare».
E sul pagamento delle tasse comunali, c’è chi ha una chiave di lettura diversa da quella dell’amministrazione, come Nunzio Reina, presidente di Confartigianato Palermo: «Molto spesso non è che non si pagano le cartelle esattoriali, lo si fa in ritardo – chiarisce – Questo dimostra che molti commercianti fanno buon viso a cattivo gioco. Ritardano nei pagamenti perché lo stato di crisi non è finito. Ma non è che non si pagano solo le tasse comunali, ci sono imprese che non riescono a pagare la contribuzione Inps, che è cosa ancora più grave».
Poi la frecciata all’amministrazione comunale: «Visto che si chiede di pagare, sarebbe opportuno migliorare anche i servizi – dice – Se c’è l’evasione della Tari e delle altre tasse comunali, è anche vero che Palermo è piena di spazzatura e non offre i servizi adeguati per quelli che sono i costi della tassa stessa». Su una cosa, però, Reina si trova d’accordo con Orlando: «Sulla mancata concessione dei servizi comunali agli irredimibili sono concordo col sindaco – conclude -, se vuoi le autorizzazioni è giusto che tu sia in regola con l’amministrazione. Se chiedo un servizio mi possa dare reddito e lo richiedo devo essere in regola».