Trentuno batterie di fuochi d’artificio da 100 e 200 mortai da far esplodere al passaggio del fercolo di Sant’Agata da via Torre del Vescovo, nei pressi di via Plebiscito, in occasione del giro esterno. Ma i botti, illegali, erano posizionati all’interno del Bastione degli infetti, luogo storico che fa parte delle fortificazioni fatte costruire da Carlo V. È la scoperta effettuata dagli uomini della polizia che in questi giorni presidiano le vie interessate dalla processione della patrona di Catania. Gli agenti, dopo essersi arrampicati sul muro che delimita il cortile, hanno trovato i mortai di calibro compreso tra i due e i tre centimetri e un’altra batteria con ordigni da cinque centimetri. I fuochi, di fabbricazione artigianale, secondo gli inquirenti sarebbero stati esplosi al passaggio della Santa all’angolo tra via Plebiscito e via Antico Corso.
«Ovviamente il Bastione era chiuso e chi ha messo lì i fuochi d’artificio l’ha fatto entrandoci senza chiedere il nostro permesso», afferma Salvatore Castro, del comitato popolare Antico corso. È lui, assieme ad altri cittadini dell’associazione, a possedere le chiavi del catenaccio d’ingresso alla struttura. Quello stesso lucchetto che lo scorso 17 gennaio era stato manomesso con della colla. «Lo scorso anno qualcuno del quartiere ci aveva chiesto di aprire per far sparare i botti dal cortile ma – visto che non siamo i proprietari del Bastione – avevamo risposto di no. Quest’anno ci hanno bypassato totalmente», spiega.
Secondo la polizia, il «materiale aveva una forte carica esplosiva e la sua accensione senza autorizzazione e senza il rispetto delle prescrizioni impartite della autorità di pubblica sicurezza, che tra le altre cose prescrivono precise distanze di sicurezza dalle abitazioni, avrebbe potuto costituire un grosso pericolo per le migliaia di persone, e tra queste molti turisti, che partecipano alla festa». L’esplosivo è stato sequestrato e il magistrato di turno ne ha disposto la distruzione.
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