Le elezioni comunali a Francofonte sono un duello: un’avvocata sfida il sindaco uscente

Sono un duello le elezioni amministrative del 28 e 29 maggio a Francofonte, in provincia di Siracusa. Da una parte c’è il sindaco uscente Daniele Lentini, architetto e imprenditore che si ripresenta con la stessa lista di cinque anni fa Francofonte nel cuore. Per sfidarlo è scesa in campo l’avvocata Valentina La Rocca, sostenuta dalla lista Francofonte Futura. Più volte contattata da MeridioNews, la candidata non ha rilasciato l’intervista. Ecco quella al candidato sindaco di Francofonte Daniele Lentini.

DANIELE LENTINI
Perché ha scelto di ricandidarsi a sindaco?
«Perché ritengo che il lavoro fatto in questi cinque anni mi ha dato l’orgoglio e il consenso per ripresentarmi. E poi, anche perché non abbiamo ancora completato la risalita e la rigenerazione di Francofonte. È vero che siamo stati in grado di fare grandi cose ma ci è pesato lo stop dovuto al Covid».

Tre parole per descrivere il suo progetto per la città.
«Concretezza, serietà e fiducia sono le parole chiave che uso per il mio progetto futuro per Francofonte ma anche per ripercorrere i cinque anni trascorsi. Tutte le promesse che avevamo fatto sono state mantenute. Resto convinto del fatto che quando ci si presenta alla gente, si deve dire subito chiaramente cosa si ha intenzione di fare. Il nostro programma è ambizioso e costruito con punti programmatici. Così come lo era cinque anni fa, al punto che era sembrato utopistico e, invece, siamo riusciti a metterlo in pratica e anche a raddoppiarlo. Chiediamo di nuovo fiducia, perché abbiamo mantenuto, con concretezza e serietà, i patti che avevamo fatto con la cittadinanza».

Un pregio e un difetto della sua precedente amministrazione.
«I pregi sono stati senza dubbio la lealtà e la serietà. Per quanto riguarda i difetti, posso dire che di personali ce ne sono tanti. Io per primo ho il difetto di dire sempre la verità e lo pago a livello politico quando sono troppo diretto».

Qual è l’avversario che teme di più?
«Nessuno. Potrei dire che è un po’ come la barzelletta di Sandokan, ma non la posso raccontare perché è un po’ volgare».

Qual è la figura politica o tecnica (anche internazionale o del passato) a cui si ispira nel suo modo di fare politica?
«Non mi ispiro a nessuno. Non sono un politico purosangue, ma un ottimo amministratore prestato alla politica. Lavoro negli enti locali come impiegato da 25 anni (oggi è in aspettativa al Comune di Melilli, ndr) che è l’esperienza che serve di più. È la buona amministrazione a fare la buona politica. Pochi discorsi roboanti, in queste condizioni economiche e sociali serve essere innanzitutto un buon cacciatore di finanziamenti».

Quanto spenderà complessivamente per la sua campagna elettorale?
«Fino a oggi ho speso 700 euro. Pochissimo. Questo perché per cinque anni ogni mattina sono stato puntuale in Comune e i risultati che ho avuto sono davanti agli occhi di tutti. Non mi serve spendere nulla, perché se tutto quello che ho fatto non è bastato…Ho già investito la mia vita e i miei sacrifici».


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