Gli autostraportatori siciliani hanno incontrato il ministro dei Trasporti per chiedere di bloccare il pagamento sulla A20 e l'A18, diventate unica strada possibile per i mezzi pesanti che viaggiano tra Catania e Palermo. Sul tavolo di Delrio lo studio del consorzio Cas che, dopo il primo mese di emergenza, ha fatto i conti
Frana A19, un milione per l’esenzione dei pedaggi In un mese 189mila euro in più su Pa-Me e Me-Ct
Dal 10 aprile al 10 maggio il Consorzio autostrade siciliane ha incassato 189mila euro in più, soltanto dall’incremento del traffico dei mezzi pesanti sulla Palermo-Messina e sulla Messina-Catania. Colpa della chiusura del tratto dell’A19, dovuto alla frana che ha colpito il viadotto Himera. Le auto possono scegliere il percorso alternativo indicato dall’Anas: uscire a Scillato, addentrarsi nel cuore della Sicilia zigzagando tra gli smottamenti della statale 643 per reimmettersi sull’A19 all’altezza di Tremonzelli. Impresa impossibile per camion e tir a cui non resta altro che aggirare l’ostacolo e seguire l’A20 fino a Messina e poi l’A18. Entrambe le arterie sono gestite dal Cas che si è quindi ritrovato con un consistente aumento di introiti.
Ieri le associazioni degli autostrasportatori hanno incontrato il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio per chiedere ufficialmente l’esenzione del pedaggio. Il neo numero uno del dicastero si è mostrato disponibile. Ma non sono stati resi noti tempi e modalità di attuazione del provvedimento. In realtà sul tavolo di Delrio da diversi giorni c’è il progetto di fattibilità redatto dal Consorzio autostrade siciliane, alla luce del primo mese di emergenza. «Serve circa un milione di euro per coprire i pedaggi – spiega il direttore generale Salvatore Pirrone -; in un mese, dal 10 aprile al 10 maggio, abbiamo incassato 189mila euro in più rispetto alla norma dal pedaggio dei mezzi pesanti, di questa somma 160mila euro resta a noi. Il resto va all’Anas a cui ogni anno versiamo circa 10 milioni di euro». L’ente nazionale per le autostrade il Cas chiede quindi 160mila euro al mese in cambio dell’eliminazione del pedaggio. Basandosi sulle previsioni fatte dal Mit per tornare a una situazione di seminormalità – cioè cinque, sei mesi – la cifra da stanziare si aggira sul milione di euro. La somma dovrebbe essere trovata all’interno dei 30 milioni di euro stanziati dal governo nazionale per lo stato di emergenza.
Come ente concessionario il Cas non può decidere da sola. Sono Anas e ministero dei Trasporti a dover prendere il provvedimento che dovrà essere valido «per tutto il tempo in cui durerà l’emergenza, che al momento non è quantificabile», precisa Pirrone. Intanto le percentuali di incremento del traffico dei mezzi, auto e camion, sulla A18 e la A20 dimostrano quanto stia costando questa situazione alle tasche di chi deve viaggiare in Sicilia. Sulla Messina-Catania l’aumento medio è del 30 per cento. In particolare si è registrato un + 38 per cento al casello di Messina Nord direzione Catania, + 22 per cento all’uscita dei caselli di San Gregorio. Ma il picco si raggiunge a Buonfornello, uscita obbligatoria per chi, proveniente da Palermo, sceglie l’autostrada per Messina: qui l’aumento rispetto al mese precedente è del 98 per cento. Del 75 per cento in uscita, direzione Palermo.
Numeri complessivi che comprendono sia i mezzi pesanti che le auto. Eppure l’eventuale esenzione del pagamento riguarderà solo i primi. E soltanto i camionisti che saranno muniti di Telepass. «L’utente proveniente da Palermo – spiega il direttore generale del Cas – deve dimostrare di essere uscito a Catania o a un altro casello dell’autostrada Messina-Catania. Viceversa per chi viene dalla città etnea. E questo – conclude – può essere fatto solo tramite la fatturazione elettronica garantita dal Telepass».