Dall'housing first a due nuovi dormitori, mense e centri diurni entro gennaio. Raddoppiare la presenza di chi aiuta di notte i senza dimora. Queste alcune delle misure indicate dall'assessore Mattina per fare fronte a una crisi che coinvolge sempre più persone. Da chi vive in strada a chi occupa edifici pubblici e privati
Fotografia emergenza abitativa, in migliaia ai margini «Potenziati servizi, fondi ci sono: pronto nuovo bando»
Povertà estrema, scarse opportunità di lavoro, incertezza e degrado. Così vivono migliaia di persone a Palermo. Si va dalle necessità primarie di chi ha bisogno di un pasto o di una coperta a chi sperimenta l’angoscia di una minaccia di sgombero. L’ultimo, rinviato al 9 gennaio, in corso Pisani qualche giorno fa. Da tempo il Comune prova a censire l’emergenza abitativa per fare un punto della situazione e affrontare il problema, e in particolare l’assessorato deputato, ovvero quello guidato da Giuseppe Mattina, titolare della Cittadinanza solidale.
IL QUADRO DELLA SITUAZIONE – «Le problematiche non sono tutte uguali – spiega – partendo dalle situazioni più gravi, ovvero da chi vive per strada, abbiamo stimato un numero compreso tra le duecento e le trecento persone. Poi c’è chi risiede in luoghi non idonei a essere abitati e chi invece abita nei centri di accoglienza. Tirando le somme, si parla di almeno 1500 persone». A Palermo, oltre ai due dormitori comunali, in tanti vengono accolti da Biagio Conte o dalla Caritas, dai frati cappuccini. Tra chi vive per strada o in auto ci sono anche famiglie, «quattro o cinque persone in tutto, non di più, almeno dai dati recuperati finora. Di solito si tratta invece di singoli individui».
Ma questi dati riguardano i casi di estrema gravità. Per quanto riguarda invece le occupazioni abusive di immobili si va da chi si insedia in luoghi non destinati all’abitazione – tra cui luoghi pubblici, come scuole e centri sociali – a chi prende possesso di luoghi privati in maniera non regolare. «Ci sono persone che nel corso degli ultimi venti anni hanno occupato appartamenti pubblici sia dello Iacp che del Comune. Anche qui stiamo parlando di qualche migliaio di famiglie», dice ancora Mattina. Un’altra categoria riguarda invece chi ha ricevuto in maniera regolare la consegna di un appartamento di edilizia pubblica popolare ma che, per vari motivi, nel corso degli anni ha perduto la concessione dell’appartamento. «Gli è stata revocata soprattutto per motivi di morosità nel pagamento degli affitti – spiega l’assessore -. In questi casi la legge costringe il Comune a procedere con la revoca».
Tra gli edifici occupati privati o pubblici c’è la fattispecie specifica dei beni confiscati alla mafia. «Si tratta di un fenomeno molto grave – sottolinea Mattina – perché comunque questi beni sarebbero stati destinati all’emergenza abitativa. E ciò ha impedito a chi aveva diritto in graduatoria, a chi magari aspetta da tempo, di ottenere l’alloggio e poterne usufruire».
FONDI E NUOVE MISURE – L’assessore riferisce che per fare fronte all’emergenza abitativa sono stati e saranno ulteriormente potenziati tutti i servizi per i senza dimora. «Da un paio di anni a questa parte e fino al 2018, procederemo a potenziare i dormitori pubblici: a gennaio ne verranno aperti altri due e altre due mense grazie ai finanziamenti per l’inclusione e al piano operativo Fead». Prevista la realizzazione anche di due centri diurni per accogliere le persone senza dimora anche nelle ore mattutine e una decina di appartamenti per iniziare il processo di housing first (inserimento dei senza dimora in abitazioni indipendenti, ndr) anche a Palermo.
Parallelamente verranno potenziati i servizi su strada dove l’obiettivo è di raddoppiare da qui a gennaio gli aiuti notturni. «Tutte queste misure – spiega Mattina – hanno già la copertura finanziaria necessaria. Verrà istituito un bando a valere sui fondi inclusione da una parte e sul pon Fead dall’altra o verranno estesi gli accreditamenti per individuare soggetti che gestiranno o amplieranno i servizi». Il bando dovrebbe partire entro dicembre, anche se ci sono alcune procedure burocratiche da rispettare. Prima bisognava aspettare l’approvazione del bilancio di previsione e ora si deve aspettare l’approvazione del bilancio consolidato. «Ci vuole il visto di conformità dell’autorità di gestione che abbiamo già preparato». Tutto questo, ci tiene a precisare l’assessore, «si basa sul lavoro che è stato fatto negli anni passati. Un impegno che è in continuità con quanto fatto in precedenza»
Rispetto al sostegno delle famiglie in emergenza abitativa tutte le misure della parte sociale del pon metro saranno destinate interamente a fronteggiarla: poco meno di 21 milioni di euro. Fondi utili alla costituzione dell’Agenzia per la casa, agli snodi territoriali dove le persone in emergenza abitativa possono rivolgersi per progetti individualizzati. «Sono incluse risorse per l’autonomia abitativa, politiche attive del lavoro come tirocini e formazione, corsi educativi domiciliari per i minori. Tutte queste misure, insieme al nuovo reddito per l’inclusione sociale previsto dallo Stato, potrebbero portare a una notevole diminuzione di questa problematica».
«Stiamo lavorando anche per la definizione di nuovi alloggi per l’edilizia popolare da dare a chi ne ha bisogno rispettando le graduatorie. La settimana scorsa allo Iacp è stata finanziata la ristrutturazione di 26 alloggi a Ballarò e il ministero delle Infrastrutture ha finanziato la ristrutturazione di altri 45 alloggi nel Comune di Palermo. Quest’opera continuerà con tutto lo sforzo possibile». Attivate anche verifiche sulla graduatoria dove al momento sono iscritte circa 1800 famiglie. Tra gli obiettivi programmatici del sindaco, da raggiungere entro la fine del mandato, c’è quello dell’autorecupero, ovvero dare alle famiglie delle abitazioni da recuperare.
«Siamo coscienti che l’emergenza abitativa è un problema di questa città – conclude l’assessore – e che va risolto con l’aiuto di tutti, l’amministrazione deve fare la sua parte e i comitati per la casa hanno collaborato con noi. Alle famiglie chiedo di rispettare la legalità. Ci sono a Palermo migliaia di appartamenti di edilizia privata vuoti: invitiamo i proprietari a metterli sul mercato a canone sociale».