Forza Italia rischia di spaccarsi, «Miccichè se ne vada» Lega spettatrice interessata, tra equilibri Ars e Comunali

Adesso anche Forza Italia deve fare i conti col dissenso interno. Una crepa che si va allargando e che oggi pomeriggio ha avuto un momento decisivo nella riunione che si è tenuta a Caltanissetta e guidata dai quattro deputati regionali molto critici rispetto alla linea del commissario del partito Gianfranco Micciché. «Ribadiamo in maniera compatta che i vertici vanno azzerati alla luce della debacle delle Politiche», attacca Marianna Caronia, parlamentare all’Ars che, insieme a Rosanna Cannata, Riccardo Gallo e Tommaso Calderone, rivendica il diritto al confronto interno. E a un cambiamento netto dopo i risultati del 4 marzo. «Siamo passati da 24 deputati a sei, da 14 senatori a tre. Micciché deve farsi da parte», continua Caronia. Sul banco degli imputati finisce anche il capogruppo all’Ars Giuseppe Milazzo. «Il gruppo parlamentare non si riunisce neanche su sollecitazione dei deputati, non possiamo essere noi a essere additati come traditori».

Richieste – sostenute anche da alcuni sindaci del Messinese, dell’Agrigentino e del Siracusano e dall’ex senatore trapanese Antonio D’Alì – che rischiano di spaccare Forza Italia siciliana. Senza risposte, il gruppetto di dissidenti potrebbe infatti alzare il tiro e andare oltre. Spettatori interessati di quanto avviene sono gli esponenti della Lega. Dopo l’exploit nazionale e il buon risultato anche sull’Isola, i salviniani hanno già bussato alla porta del governatore Nello Musumeci per chiedere quello spazio in giunta che, al momento della scelta degli assessori, è stato loro negato a favore di Fratelli d’Italia. Ma adesso che la Lega ha doppiato il partito di Meloni, gli equilibri potrebbero cambiare. E il primo passo sarebbe la formazione di un gruppo autonomo all’Ars. Al momento l’unico deputato regionale che fa diretto riferimento a Noi Con Salvini è Tony Rizzotto. Ne servirebbero altri due per raggiungere il numero minimo necessario. I diretti interessati al momento non confermano e non smentiscono. «Ad oggi non abbiamo valutato nessuna ipotesi concreta – spiega Caronia a MeridioNews – ma dalle elezioni Politiche è venuto un messaggio chiaro del territorio nei confronti della coalizione di centrodestra e noi vogliamo restare vicini a chi rappresentiamo. Questo gruppo fatto di quattro persone è compatto e, se un dibattito interno a Forza Italia non sarà avviato in nessun modo, allora continueremo a evolverci. Nulla è precluso». 

In casa Lega si attende e si valuta, senza fretta. «Ci hanno chiamati in tanti, di schieramenti diversi – conferma Angelo Attaguile, responsabile del partito in Sicilia orientale – è normale, siamo gli unici a crescere. Noi valuteremo con calma le proposte che ci arrivano, già al momento della formazione delle liste per le Politiche ho avuto modo di dire dei no. Anche questa fase va gestita con intelligenza. Perché certe richieste arrivano anche da deputati non graditi, in quanto non in linea con i nostri principi». Sarebbe solo una questione di tempo, quindi, prima di vedere un gruppo autonomo della Lega all’Ars. «Sono fiducioso, succederà non troppo tardi», continua Attaguile. Chi, invece, con Salvini giura che non andrà mai è Luigi Genovese, il 21enne deputato regionale di Forza Italia. Lui alla riunione di oggi a Caltanissetta non c’era, «per motivi personali». «Le critiche dei miei colleghi parlamentari sono legittime, serve dialogo, non è una questione di poltrone. Ma sono convinto che i margini di trattativa ci siano ancora e questa settimana sarà cruciale in tal senso». In ogni caso, nel peggiore dei casi, cioè una spaccatura definitiva del gruppo, Genovese precisa: «Io un passaggio alla Lega non lo farei mai».

La partita interna al centrodestra si incastra con la corsa per le Amministrative. Il 10 giugno città importanti – Catania, Messina, Siracusa, Ragusa e Trapani e altri 132 Comuni siciliani – torneranno alle urne. E non è scontato trovare il centrodestra compatto ai nastri di partenza delle principali sfide. «Quello che è certo – conclude Caronia – è che, alla vigilia del nuovo appuntamento elettorale, non vogliamo ritrovarci dalla parte dei perdenti».


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