Il ponte levatoio lasciato abbassato dal neonato gruppo consiliare azzurro resta vuoto, senza che nessuno lo attraversi. L'ex assessore di Enzo Bianco gira il dito nella presunta piaga di divisioni interne a FI: «Incoerente stare in maggioranza con Pogliese»
«Forza Italia? Grazie, ma io così non ci entro» Di Salvo rifiuta l’offerta e va avanti in solitaria
«Mi si nota di più se vengo, se vengo e sto in disparte o se non vengo affatto?» Lui ha scelto di non venire affatto. Salvo Di Salvo si è preso la scena e anche nel giorno in cui si presenta la nascita del nuovo gruppo consiliare di Forza Italia a Palazzo degli elefanti non si parla d’altri che di lui. La sua assenza, un po’ come quella di morettiana memoria, è in realtà ingombrante presenza. Il ponte levatoio dei forzisti è rimasto calato per tutto il tempo, ma lui non c’era. Un impegno di famiglia lo teneva lontano non tanto dal Comune, dove si svolgeva la conferenza stampa di Marco Falcone e Giuseppe Milazzo, quanto da Palermo, dove avrebbe dovuto incontrare oggi Gianfranco Miccichè.
Di Salvo, l’abbiamo lasciata che parlava a nome del gruppo #Insiemesipuò e adesso sono tutti andati in Forza Italia. Mi riferisco ad Agatino Giusti, Giovanni Petralia e Dario Grasso. Che è successo?
«Rispetto a quando abbiamo parlato l’altra volta, non è cambiato niente. O meglio, evidentemente qualcosa è cambiato…».
Più di qualcosa.
«Io ho sempre detto che c’era questo dialogo aperto con Forza Italia e con il mio amico Gianfranco Miccichè. Ieri ci siamo sentiti per tutto l’arco della giornata. Mi sono sempre posto il problema della direzione in cui stava andando il partito, partendo da una riflessione: lo strappo alle Europee e la fuoriuscita di Salvo Pogliese da Forza Italia e i toni aspri che sono stati usati nei confronti del coordinatore regionale dello stesso partito».
Definirli semplicemente «aspri» è un eufemismo.
«Mi aspettavo che coerentemente a quanto accaduto, dopo lo scioglimento del gruppo in Consiglio, la posizione assunta fosse di responsabilità, centrista, moderata, autonoma all’interno del senato cittadino. E che, quindi, non ci si dichiarasse della maggioranza. La scelta che ha fatto il coordinatore provinciale e le dichiarazioni di Alfio Papale che danno Forza Italia con l’amministrazione… Io guardo ai cento metri e penso che, in questo momento in cui si sta riorganizzando la politica a livello nazionale, FI debba sì essere rappresentato in Consiglio comunale, ma non assumersi responsabilità dirette».
Voleva Forza Italia all’opposizione?
«Né maggioranza, né opposizione accanita. Nei prossimi giorni incontrerò Miccichè, parleremo di questo e di altro, se Forza Italia dovesse manifestare interesse nei confronti di questa mia idea, il dialogo tornerebbe a essere molto più saldo e interessante. Se rimane in maggioranza, alla fine, è chiaro che non mi ci ritroveranno».
La porta nei suoi confronti resta aperta, dicono.
«Io l’ho apprezzato e li ringrazio a uno a uno, ma per me è una questione di coerenza. Non posso dire che lo strappo di Pogliese sia stato colpa sua o di Miccichè, ma ricordo quello che diceva il sindaco, praticamente dava a Miccichè la colpa del dissesto non avendo portato in aula a Palermo l’anticipazione per Catania. Come può un coordinatore di partito accettare di sostenere chi ne ha dette di cotte e di crude non più sul livello politico ma anche sul livello personale?».
Con Miccichè vi siete sentiti ieri. Che vi siete detti?
«Abbiamo parlato di tante cose. Ma non ci siamo potuti vedere oggi per via di miei impegni personali».
Era d’accordo sul fatto che Forza Italia non possa essere la stampella di Pogliese in Consiglio?
«Miccichè era d’accordo con me, ma poi chiaramente ha demandato la scelta alla classe dirigente locale. Milazzo oggi ha dichiarato moderazione, mentre Papale sostiene il pieno sostegno a Pogliese».
Ci sono anime diverse in Forza Italia sull’operazione a Catania?
«Secondo me, sì. L’anima locale rappresenta il coordinatore provinciale (Marco Falcone, ndr) e proviene da un’esperienza politica prima del Movimento sociale italiano e poi di Alleanza nazionale: in piena sintonia con la linea politica attuale del sindaco Pogliese. Poi c’è un’anima palermitana, moderata, più di Forza Italia all’origine. Abbiamo letto tutti le dichiarazioni di Miccichè rispetto alla Lega e a Fratelli d’Italia».
Teme che Forza Italia in Consiglio comunale possa spostarsi troppo a destra?
«Io ho la sensazione che Forza Italia in questo Consiglio comunale possa sciupare l’opportunità di riportare il partito nel dibattito cittadino».
Per appiattirsi sulle posizioni dell’amministrazione.
«Sì».
Lei che fa adesso?
«Rimango indipendente e autonomo. #Insiemesipuò va avanti fuori dal Consiglio comunale con amici, politici, ex consiglieri comunali…».
Chi?
«Lo scoprirete».