La neo consigliera comunale aveva accusato il primo degli eletti azzurri a Sala delle Lapidi di aver sfruttato la doppia preferenza di genere costituendo alleanze con più di una candidata. Il coordinatore provinciale forzista: «Speravamo in un risultato diverso, ma ho riscontrato sempre e comunque il rispetto delle regole del partito»
Forza Italia, Dalì sulle accuse di Figuccia a Tantillo «Mia moglie in tandem con lui, ma nessun harem»
La polemica tutta interna a Forza Italia tra Giulio Tantillo e Sabrina Figuccia ha costretto il coordinatore provinciale del partito Eusebio Dalì a divulgare un comunicato con il quale esorta i due eletti a Sala delle Lapidi a «smettere di litigare su cose che peraltro interessano poco e niente alla gente». Una presa di posizione ispirata all’imparzialità del ruolo, anche se al telefono Dalì constata che la querelle è stata alimentata più da Figuccia che da Tantillo, che è intervenuto «molto meno».
Ma è su un punto in particolare che Dalì è deciso e fermo nel marcare la propria posizione, l”harem’ elettorale la cui costituzione Figuccia imputa a Tantillo, favorito alle scorse amministrative – a detta della neo consigliera – dalla doppia preferenza di genere. Figuccia, più o meno velatamente, accusa Tantillo quest’ultimo di aver corso in tandem con più candidate (cosa, peraltro, consentita) e di avere ricevuto, per questo, notevoli vantaggi in termini di consenso. E qui il coordinatore provinciale di Forza Italia ci tiene a precisare: «In questo presunto harem – dice Dalì – c’era pure mia moglie (Adelaide Mazzarino, ndr), che era candidata al consiglio comunale in tandem con Tantillo e ha preso 650 voti. Ma non faceva parte di nessun harem, né Tantillo ha considerato mai l’accoppiata con mia moglie come qualcosa di simile ad un harem. Certamente – precisa Dalì – il risultato elettorale non è stato quello che speravamo, ma in Tantillo ho riscontrato sempre e comunque il rispetto delle regole del partito. Ci aspettavamo di più in termini di apporto elettorale, questo sì, ma mia moglie non si è mai sentita parte di un harem. E ribadisco – dice ancora Dalì – che c’è stato sempre rispetto delle parti e delle regole interne a Forza Italia».
Tra Tantillo e Figuccia sono volati gli stracci dopo che il primo aveva espresso apprezzamento per l’operato di Salvatore Orlando in qualità di presidente del consiglio comunale uscente. Quest’ultimo è tra i papabili per sedere sullo scranno più alto di Sala delle Lapidi. In ballo c’è anche la nomina del vicepresidente che, da prassi, dovrebbe andare a un partito di opposizione, e in questo caso uno dei nomi possibili per l’elezione è proprio quello di Tantillo. «Non entro assolutamente nel merito della questione – dice Dalì – che deve essere discussa all’interno del gruppo consiliare. Ci tengo a sottolineare come io abbia moltissima stima sia di Tantillo che di Figuccia, che sono stati eletti con tantissimi voti, segno che rappresentano il territorio in modo egregio. Il loro dovere è quello di fare i consiglieri di opposizione, cosa che sono certo faranno benissimo. Il mio comunicato non è una presa di posizione contro di loro, ma la voce del partito per dire di mettere da parte queste discussioni, che devono consumarsi all’interno del gruppo consiliare, nel chiuso delle stanze». E ancora: «Per quel che riguarda la linea sulla vicepresidenza del Consiglio comunale – spiega Dalì – saranno gli stessi consiglieri a scegliere, supportati dal partito. Da parte mia l’invito è quello di non andare sui giornali a perpetrare questa querelle per evitare di dare un’idea di disunione del partito che, peraltro – conclude Dalì -,non sarebbe conforme alla realtà, visto che Forza Italia è compatta».