Piano piano, cominciano a venire fuori i primi retroscena sul miliardo di euro perduto dalla formazione professionale siciliana. In primo luogo arriva una conferma: la notizia è vera e questi soldi non verranno spesi in sicilia. Altra notizia: solo una parte di questi fondi - una parte minima, a quanto si racconta - tornerà a bruxelles. La maggior parte di questi soldi verranno invece spesi in altre regioni italiane. Comprese - e qui sta la sorpresa - alcune regioni del centro nord italia.
Formazione & saldi di fine stagione: il miliardo sparito tra Roma e Piemonte…
Piano piano, cominciano a venire fuori i primi retroscena sul miliardo di euro perduto dalla formazione professionale siciliana. In primo luogo arriva una conferma: la notizia è vera e questi soldi non verranno spesi in Sicilia. Altra notizia: solo una parte di questi fondi – una parte minima, a quanto si racconta – tornerà a Bruxelles. La maggior parte di questi soldi verranno invece spesi in altre regioni italiane. Comprese – e qui sta la sorpresa – alcune regioni del Centro Nord Italia.
Insomma: dalla questione meridionale si passa alla questione settentrionale: i fondi europei destinati alla Sicilia prendono la via del Nord. Con la ‘regia’ di alcune forze politiche. Complimenti vivissimi all’attuale Governo regionale. Vediamo di provare a capire cosa sta succedendo. (a sinistra, una metafora della formazione professionale siciliana versione Lombardo-Albert 2012: foto tratta da compagniamarte.it)
Intanto stiamo parlando di fondi europei e, in particolare, del Fondo sociale europeo (Fse). Sono le risorse finanziarie che lUnione Europea stanzia per la formazione professionale e per altre finlità sociali.
Lo stanziamento iniziale ammontava a 2,3 miliardi di euro. Poi ridotti a 2,1 miliardi di euro. Quando nella primavera del 2008 si insedia il Governo presieduto da Raffaele Lombardo lo stanziamento è questo.
Ad oggi – e questi sono dati ufficiali – la Sicilia, su uno stanziamento pari a 2,1 miliardi di euro ha utilizzato 376 milioni di euro. E precisamente: 346 milioni di euro al 31 dicembre 2001 e altri 30 milioni di euro circa da gennaio di questanno ad oggi.
Con una scelta politica molto discutibile il Governo regionale ha deciso di dirottare 450 milioni di euro o forse più a Roma per finanziare un Piano di coesione per i giovani. Il Governo nazionale ha assicurato che questi soldi sarebbero stati spesi in Sicilia. Da qui una domanda al Governo Lombardo: se questi soldi sono già della Sicilia che bisogno cera dirottarli a Roma per poi farli ritornare in Sicilia?
Di sicuro cè che, fino ad oggi, di questi 450 milioni di euro o forse più non si ha notizia. A parte, naturalmente, gli impegni verbali più o meno romani.
Ci sono, poi, altri 130 milioni di euro – prelevati sempre dai 2,1 miliardi di Fondo sociale europeo desinato alla Sicilia – che sono stati dirottati al Ministero per lUniversità e la Ricerca scientifica (Miur) per finanziare un Piano di coesione che dovrebbe avere ricadute in Sicilia. Stessa domanda: se sono già soldi nostri perché dirottarli al Miur che dovrebbe in seconda battuta riposizionarli in Sicilia? Presidente Lombardo: che gioco è questo? Sta pagando, forse, qualche prezzo a ‘qualcuno’?
Ora arriva la terza bomba: un altro miliardo di euro – a valere sempre sui 2,1 miliardi di Fondo sociale europeo – di disimpegno. Un disimpegno strano, a dir la verità, dal momento che questi soldi, in gran parte, finiranno in altre regioni italiane. (sopra, a destra, Ludovico Albert che ride…)
A questo punto cè una storia nella storia. Anzi, un retroscena nel retroscena. Ricordate, cari lettori di LinkSicilia, la cacciata dellex assessore regionale alla Formazione professionale, Mario Centorrino? E seguito, come ricorderete, un breve interim di Lombardo e poi larrivo del nuovo assessore, Accursio Gallo. Ecco, con molta probabilità, è la nomina del nuovo assessore che ha scompaginato tutti i giochi portati avanti negli ultimi tre anni negli uffici del dipartimento regionale della Formazione. Vediamo che cosa potrebbe essere successo.
Già nel 2009 lassessorato alla Formazione professionale è finito nellorbita del Pd siciliano. Il problema è rappresentato proprio da questo partito che, in Sicilia, deve fare i conti con una sorta di ‘protettorato’ romano. Il Pd siciliano, insomma, dipende, in tutto e per tutto, da Roma.
E da Roma che il Pd ha controllato la formazione professionale, o meglio, i fondi destinati alla formazione professionale siciliana. E Roma che ha imposto al Governo Lombardo larrivo, in Sicilia, di un dirigente generale del dipartimento regionale Formazione – Ludovico Albert – di scuola piemontese, la stessa regione di un alto dirigente di questo partito, Piero Fassino. (a sinistra, il Piemonte, regione molto cara alla formazione professionale siciliana)
Tutto lannacamento portato avanti dallex assessore, Mario Centorrinoe e da Albert (leggere i ritardi e alcuni bandi regolarmente impugnati dalla Corte dei Conti) va visto più in chiave romano-piemontese che siciliana. Lo stesso bando da circa 8 milioni di euro per lassistenza tecnica – e questa è polemica degli ultimi mesi – ha visto la presenza di società piemontesi in Sicilia: come se la Sicilia, per gestire i corsi di formazione professionale, ha bisogno di essere assistita dai piemontesi.
Per ora, del bando da 8 milioni di euro sono stati fatti fuori – pardon, spesi – 1,7 milioni di euro. Rimangono 6,3 milioni di euro di cui non si hanno notizie.
Ma, alla fine, gli 8 milioni di euro circa dellassistenza tecnica rischiano di essere stati, come dire?, lo specchietto per le allodole. Perché le vere operazioni – a parte i 130 milioni di euro del Miur – le sta facendo il Ministero del Lavoro dove spatulia la signora ministra Elsa Fornero, una donna simpatica, gioiviale, mai sopra il rigo, molto vicina ai lavoratori italiani (soprattutto agli esodati). E lì che sono finiti primi i 450 milioni di euro per il Piano giovani. Ed è lì che finirà, in buona parte, il miliardo di euro che Bruxelles aveva destinato alla Sicilia. Il tutto con la regia del Pd, partito che deve amare molto la Sicilia e i siciliani…
Perchè questa improvvisa accelerazione romana nellaccaparrarsi il miliardo di euro? Le indiscrezioni raccontano di un incntro andato in scena dieci o quindici giorni fa a Roma. Naturalmente negli uffici del Ministero del Lavoro. Erano presenti politici e tecnici siciliani. A un certo punto – raccontano i maligni – la ministra Fornero ha cominciato a discutere con il dottor Ludovico Albert. Una discussione lunga, al riparo da orecchie indiscrete. Nulla di strano, per carità: sia Albert, sia la Fornero sono piemontesi…
Qualche giorno prima, però, in Sicilia era successo qualcosa: era successo che lassessore Gallo avrebbe chiesto conto e ragione del miliardo di euro per finanziare lAvviso 20. Da qui le fibrillazioni: perché forse era già scritto – in cielo? in Piemonte? al Ministero del Lavoro? – che questi soldi non dovevano essere spesi in Sicilia, ma in altre regioni italiane più bisognose della Sicilia? Hanno bruciato sul tempo l’assessore Gallo?
Una bella per gli 8 mila lavoratori della formazione professionale siciliana rimasti a spasso, con una Cassa integrazione in parte non pagata. (sopra, a sinistra, la ministra ElsaFornero)
Insomma, questo biricchino di assessore regionale Gallo avrebbe voluto spendere questi soldi in Sicilia. Ma non ha fatto in tempo. Perché a Roma – e anche in Piemonte – sanno ormai cosè ‘a carta malupigghiata: così quando hanno visto ‘a carta malupigghiata, con l’assessore Gallo che rischiava di interrompere il gioco Pd-piemontese-romano, il miliardo e volato via a Roma e in chissàqiali altre regioni italiane. E meno male che la Scilia è governata da i nemici giurati degli ascari. Altrimenti…
ps
dimenticavamo: chissà cosa pensano di questa storia i dirigenti del Pd siciliano:i vari Enzo Bianco, Giovanni Barbagallo, Giovanni Burtone, Sergio D’Antoni; chissà cosa pensano Giuseppe Lumia e Antonello Cracolici; chissà cosa pensa il ‘rivoluzionario’ Rosario Crocetta. Un grande Partito il Pd siciliano. Molto vicino, soprattutto, agli interessi reali della Sicilia…
Fondo sociale europeo, la Sicilia restituisce un miliardo di euro alla UE?