Formazione, pronto il sostituto della bella Nelli Scilabra?

DOPO LE ULTIME ESTERNAZIONI PRIVE DI MISURA E CONTENUTO GIURIDICO, SAREBBE PRONTA LA  SOSTITUZIONE DELL’ASSESSORA

Pronto il sostituto alla guida dell’assessorato alla Formazione professionale in Sicilia? Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, dopo le ultime incredibili esternazioni dell’assessore, Nelli Scilabra, sulle decisioni della giustizia amministrativa in merito ai ricorsi sull’accreditamento – dichiarazioni che a tanti osservatori sono sembrate fuori luogo – si appresterebbe al cambio di guardia.
Più volte abbiamo raccontato, dalle pagine di questo giornale, i tanti autogol dell’assessore Scilabra nel corso di un anno fallimentare. Intanto, sono insistenti le voci che circolano sulla vicenda. Il possibile rimpasto, probabile a gennaio 2014, al rientro del periodo festivo, lascerebbe fuori proprio la giovane ‘assessora’.

Ricostruiamo quanto accaduto la vigilia di Natale, caratterizzata dalla pubblicazione del decreto assessoriale n. 50/Gab. Provvedimento che, allungando i termini di scadenza dell’accreditamento, confermerebbe l’illegittimità del punto i) dell’articolo 11 delle Disposizioni su liti e contenziosi, maldestramente inserito dal Governo regionale nel probabile tentativo di ridurre al lumicino gli enti accreditabili in Sicilia. Progetto politico saltato per effetto delle decisioni assunte dalla magistratura amministrativa che ha dato torto al Governo regionale.
I pronunciamenti del Tribunale amministrativo regionale Sicilia, sezione di Palermo, in sede cautelare del 5 e del 20 dicembre, dando ragione agli enti formativi, hanno accolto le ragioni obbligando l’assessorato a cancellare i punti in contrasto con il diritto costituzionale alla difesa senza con questo dover perdere il requisito dell’accreditamento. L’assessore Scilabra, invece, ed è incredibile, fornisce una descrizione dei fatti totalmente diversa, perdendo una grande occasione per starsene zitta. In pieno clima natalizio la giovane assessora ha ritenuto necessario spararne una delle sue, ed ha esagerato.
Come riportato dal quotidiano online Livesicilia, l’assessore Scilabra ha sbandierato vittoria sulle decisioni assunte dal Tar in merito ai ricorsi sull’accreditamento. Quali ordinanze abbia letto la giovane esponente del Partito Democratico siciliano non è dato sapere. I giudici amministrativi, rilevando l’illegittimità di alcuni punti contenuti nel decreto assessoriale del 23 luglio scorso, hanno costretto il Governo ad allungare i termini di presentazione dell’istanza di accreditamento dal 26 dicembre al 15 gennaio. Altro che vittoria del Governo!
C’è stata, semmai, la ‘scoppola’ del Tar Sicilia all’assessore Scilabra e ai suoi solerti collaboratori. Eppure la Scilabra mostrerebbe una bella faccia tosta nel trasformare la sua sconfitta – e la sconfitta dei suoi uffici – in una vittoria!

“La riforma della formazione siciliana continua ad andare avanti senza alcun freno. Indietro non torneremo. Coloro i quali oggi perdono dinanzi al Tar presentando ricorso contro il nostro decreto per un nuovo sistema di accreditamento intendevano ritornare ad un modello ante 2008, ormai fuori rotta rispetto alle linee guida nazionali e comunitarie. Un sistema, quello del passato, che potremmo descrivere come una giungla senza regole e senza controlli che contava più di 2000 enti accreditati in Sicilia”.
L’assessore Scilabra ha pontificato sulla bontà delle regole introdotte sull’accreditamento, ‘stoppate’ dal Tar, sventolando il dato contenuto di sole 400 richieste di accreditamento pervenute presso l’assessorato, immaginando un taglio di oltre 1.600 enti che, secondo un ragionamento azzardato, non avrebbero rispettato i criteri di qualità imposti dal nuovo sistema di accreditamento.
Avrebbe fatto bene a starsene in silenzio, l’assessore Scilabra, almeno su questo punto avrebbe risparmiato ai siciliani l’ennesima “malafiura”. Al 15 gennaio, quando le richieste di iscrizione presentate in assessorato saranno più di un migliaio cosa s’inventerà la giovane assessora-studentessa universitaria (ammesso che sia ancora assessore regionale)?
Vero è che ci ha abituato alle figuracce, una in più non scalfirebbe l’immagine poco credibile costruita in un anno di casini e cavolate. Un assessore che mostra ancora una volta di essere fuori ruolo e incapace di sintesi e misura nell’azione e nelle parole esternate. Una poltrona che scricchiola, come dicevamo, e che potrebbe registrare un cambio al vertice a gennaio, stante la scarsa affidabilità politica mostrata dalla stessa negli ultimi tempi.
Insistenti voci circolano nei corridoi dell’assessorato che sembrerebbero spingere il presidente della Regione siciliana a sostituire la Scilabra, che risponderebbe esclusivamente al suo sponsor, senatore Beppe Lumia, con l’attuale capo di gabinetto, la dottoressa Campo. Mossa che, secondo alcuni osservatori del settore, sposterebbe poco vista la stretta parentela che legherebbe il capo di gabinetto con la giovane assessora. Quest’ultimo particolare dovrebbe spingere il presidente Crocetta alla rimozione di entrambe per la nota posizione del governatore di paladino, di fiero combattente posto a contrasto contro ogni forma di parentopoli nella Regione siciliana.

Torniamo al commento critico alle dichiarazioni della Scilabra. “Basta ad un sistema di truffe, clientele e sprechi – ha precisato – il Tar ha confermato, inoltre, la sospensione della clausola sulle liti e i contenziosi pendenti con l’Amministrazione, e ha però ribadito la legittimità dell’altra clausola da noi introdotta sull’attività prevalente degli enti. Ci sembra un atto di civiltà giuridica, oltre che etica – ha concluso – la decisione di confermare il principio secondo cui possono essere accreditati soggetti che svolgono almeno per il 51 per cento di attività formativa. Tutti gli altri fuori”.
Su quest’ultimo punto c’entra poco l’etica e la cultura giuridica. Qualcuno dovrebbe spiegare all’assessore che l’attività prevalente è strettamente legata al modello gestionale della Formazione professionale che trova fondamento nell’articolo 4 della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 ed alle leggi successive emanate dal legislatore regionale.
L’impianto delle Disposizioni per l’accreditamento voluto dalla Scilabra e dai politici che la sostengono è altra cosa rispetto alla logica degli enti strumentali convenzionati con l’amministrazione regionale per l’erogazione dell’attività formativa. E poi, obbligare una società commerciale a dovere dichiarare come attività prevalente la Formazione professionale per non perdere il requisito, beh, appare illegittima, perché restringerebbe la libera iniziativa economica. Gli stessi giudici amministrativi hanno preferito, in fase cautelare, rinviare la trattazione del delicato punto alla sede di merito. Questo non significa che gli enti formativi ricorrenti abbiano avuto rigettata la richiesta. Eppure secondo la spaesata assessora il Tar le avrebbe dato ragione.

La verità è che è stata una sonora sconfitta quella subita dalle “Tre Marie” della Formazione professionale siciliana: Patrizia Monterosso, segretario generale della Regione siciliana, Anna Rosa Corsello, dirigente generale e l’assessore Nellina Scilbra. Leggendo le ordinanze della giustizia amministrativa si capisce che le tre signore hanno preso una bella ‘legnata’.
Le decisioni assunte dal Tar Sicilia sui due distinti ricorsi, il n.2451/2013 promosso dagli enti aderenti alle associazioni datoriali Forma Sicilia, Cenfop e Assofor ed il n.2473/2013 presentato dalle associazioni degli enti formativi aderenti ad Asef e Anfop, hanno dato ragione agli enti. L’accoglimento, torniamo a ricordarlo, in sede cautelare ha riguardato il ricorso per l’illegittimita’ delle clausole inserite nelle Disposizioni 2013 per l’accreditamento degli organismi formativi e riferite alla perdita del requisito in caso di lite e contenziosi con l’amministrazione regionale. Quello che più stupisce è che proprio delle ordinanza della magistratura amministrativa non c’è traccia nel dispositivo del decreto riportato. Fatto non di poco conto e che sembra simboleggiare un atteggiamento spavaldo e presuntuoso del Governo regionale.
E’ come se nessuno debba permettersi di mettere il becco sulle decisioni assunte dalle “Tre Marie”. Le dichiarazioni rese dalla Scilabra confermerebbero questo insano atteggiamento.

 


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