Formazione/ Piano Scilabra uguale macelleria sociale?

Previsti tagli del 75 per cento dei percorsi formativi dell’ambito Fas (Formazione per ambiti speciali, in pratica, per le categorie disagiate) e del 15 per cento di quelli destinati all’ambito Forgio (Formazione per i giovani). Esce allo scoperto l’assessore regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale, Nelli Scilabra, abbattendo di 90 milioni di euro l’impegno finanziario sulla seconda annualità dell’Avviso 20/2011.

Un taglio micidiale. Che vanifica gli impegni assunti più volte in questo settore dal presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.

Gli osservatori attenti di ‘’cose’ politiche vedono, in questa mossa dell’assessore Scilabra (o della parte del Pd che le sta dietro) una pesante ‘stoccata’ al Megafono, il Movimento politico del capo della Giunta siciliana. Tutto questo, guarda caso, a pochi giorni dal voto e proprio quando autorevoli dirigenti del Pd siciliano hanno affermato a chiare lettere che sarebbe giunto il momento di “spegnere il Megafono”.

Per il presidente della Regione è un colpo durissimo. Crocetta, ormai da mesi, ripete quasi ossessivamente che non un solo lavoratore della formazione professionale perderà il lavoro. Solo che, con questa mossa, l’assessore Scilabra manda a casa 2 mila e 500 lavoratori del settore.

Un colpo tremendo, quello assestato dall’assessore Scilabra. Basti pensare allo sciopero dei giorni scorsi, indetto da Cgil, Cisl e Uil. In risposta alla protesta dei lavoratori del settore, l’assessore ha fatto finta di cadere dalle nuvole, dicendo di non capire le ragioni dello sciopero. Salvo a contraddire, stasera, non soltanto il suo atteggiamento durante i giorni della protesta, ma soprattutto il presidente della Regione che da oggi, nell’immaginario di tutto il mondo della formazione professionale dell’Isola, passa per un politico che non mantiene gli impegni o, peggio, per un presidente della Regione che viene messo nel ‘sacco’ da uno dei suoi assessori.

Stasera, dopo le notizie trapelate, politici e sindacalisti erano increduli. Nessuno si aspettava un simile colpo di coda da parte della giovane assessore. Nelli Scilabra ha emanato una nota programmatica e di indirizzo relativo alla “Attuazione del Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: Opportunità giovani – Priorità 3” che penalizza in un sol colpo lavoratori e fasce deboli della popolazione siciliana. Infatti, il ‘taglio’ del 75 per cento della spesa prevista nel primo anno di attività didattica, finanziata con l’Avviso 20, determinerà il licenziamento, come già accennato, di almeno 2 mila e cinquecento dipendenti a tempo indeterminato impegnati nell’ambito Fas. Penalizzando – e questo è l’aspetto sociale più preoccupante – detenuti, disabili e categorie svantaggiate. Una scelta che potrebbe scatenare furenti polemiche a tutti i livelli.

Anche il taglio alla spesa del 15 per cento destinata all’ambito della formazione per i giovani (Forgio) provocherà licenziamenti che si aggiungeranno ai circa 700 addetti del settore già mandati a casa nei mesi scorsi.

Per i prossimi giorni si prospetta un epilogo imprevedibile e, per certi versi paradossale. Uno scenario con oltre 3 mila lavoratori licenziati pur in presenza di risorse finanziarie ampiamente bastevoli per garantire la continuità lavorativa della platea dei lavoratori.

Altra conseguenza della scelta dell’assessore Scilabra, che appare sciagurata è che i tagli così ingenti determineranno la chiusura di decine di Enti formativi. Una nota che non avremmo mai voluto commentare per i contenuti che disarmano anche i più attenti osservatori.

Il presidente Crocetta, sensibile al tema sociale, come ha dimostrato in varie occasioni, si ritrova davanti una pesantissima grana. Cosa accadrà? Se non si apportano immediati correttivi, l’impatto sociale potrebbe essere devastante.

Prospettiva che dalle pagine di questo giornale scongiuriamo appellandoci al presidente Crocetta affinché possa autorevolmente intervenire per arrestare la “macelleria sociale”. Un appello va lanciato anche a tutte le forze sociali per sostenere le sorti del settore e dei lavoratori.

 

 


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