FormazionE-oIF/ La Regione ‘risparmia’ sui minori non raccontando tutta la verità. Parla Padre Antonio Lucente

L’AMMINISTRAZIONE AVVIA I CORSI DI OBBLIGO FORMATIVO CON OTTO MESI DI RITARDO. MOLTI ALLIEVI, STANCHI DI ASPETTARE, SI RITIRANO. E CHE DICE IL GOVERNO DEI SOLITI CROCETTA E NELLI SCILABRA? CHE HA “RISPARMIATO”. “È PARADOSSALE – DICE IL PRESIDENTE DELL’ENGIM – CHE SI DISINFORMI RISPETTO AD UN TEMA DELICATISSIMO CHE RIGUARDA IL FUTURO DEI GIOVANI”

Si accende la polemica sulla filiera dell’Obbligo formativo (IeFP ex Oif) per via di una notizia che racconta di un taglio consistente di corsi, cosiddetti sotto soglia, perché non avrebbero raggiunto il numero minimo previsto dall’avviso pubblico. Un taglio di fondi che avrebbe praticato l’’assessorato regionale alla Istruzione e Formazione professionale con un risparmio di 5,3 milioni di euro.

Notizia che farebbe pensare ad un risparmio conseguente alla libera scelta degli allievi, tutti minori (i corsi Oif sono destinati agli allievi in Obbligo scolastico ed a rischio dispersione), di non frequentare tale tipologia corsuale presso gli enti formativi.

Le cose, però, non stanno così. Ad affermarlo è Padre Antonio Teodoro Lucente, presidente di Engim Sicilia, ente di formazione cattolico che opera da sempre nel settore dell’Obbligo formativo e dell’educazione dei minori a rischio dispersione scolastica e presidente di Confap, l’associazione che associa gli enti formativi d’ispirazione cattolica.

Padre Lucente contesta ogni parola di quanto riportato in un articolo pubblicato da un quotidiano online.

“Ancora una volta la formazione professionale per l’Obbligo di istruzione e formazione (Oif-Iefp) è sotto i riflettori – dichiara il sacerdote – ma come sempre non per analizzare i dati, sconosciuti ai più, di efficacia formativa, ma per rimarcare aspetti esclusivamente economici”.

“È certamente apprezzabile l’attenzione e la informata puntualità dimostrata dai media nella lettura dei decreti emanati dal dipartimento Istruzione e Formazione professionale – precisa – anche se, spesso, le conclusioni sono affrettate e formulate sulla base di una conoscenza parziale e prive di una qualunque contestualizzazione storica, cronologica, economica e sociale”.

Padre Lucente dice a chiare lettere che la verità su come stanno le cose nel settore dell’IeFp ex Oif non sempre viene fatta emergere con chiarezza.

Forse su argomenti così delicati, sottolinea il sacerdote, sarebbe bene “intercettare i commenti e le riflessioni degli addetti ai lavori, delle famiglie, degli allievi. Eppure alcuni Enti sono eredi di una tradizione formativa ‘vecchia’ di quasi duecento anni. E allora, via alle smentite, alle precisazioni, alle puntualizzazioni, alla esposizione di risultati, in una contrapposizione muta e distante”.

“I dati sui corsi ‘sotto soglia’ sono giusti – ci dice padre Lucente – ma sono letti in una prospettiva troppo vincolata, quasi mediocre: per fortuna che sono stati sottratti altri 5 milioni di euro agli Enti usurpatori”.

Ed ecco l’affondo critico del presidente di Confap Sicilia su un certo modo di fare informazione.

“Certo – ironizza il legale rappresentante degli enti cattolici impegnati nell’Oif – era preferibile non citare il fatto che i corsi sono stati autorizzati dal dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale con oltre 8 mesi di ritardo. Meglio comunque di adesso, che i mesi di ritardo sono previsionalmente 16”.

Insomma, se la Regione costringe gli allievi ad aspettare otto mesi, non è poi così strano che i genitori di questi minori, a un certo punto, decidano di non fare più frequentare i corsi ai figli. Ricordiamoci che si tratta di corsi che sostituiscono la scuola dell’obbligo: ve l’immaginate una scuola elementare o media pubblica che inizia i corsi con otto mesi di ritardo? Invece che a settembre a maggio…

Ebbene, questo succede nella Regione del presidente Rosario Crocetta e dell’assessore Nelli Scilabra!

“Nessun commento, ad esempio – aggiunge Padre Lucente – sul fatto che gli allievi si erano iscritti ai corsi circa un anno prima del loro avvio e che quando sono stati invitati ad andare in aula si approssimava la stagione estiva 2012 e hanno optato per qualche lavoro stagionale, tanto per sopperire a qualche bisogno primario”.

Però il Governo Crocetta ne ha approfittato per far sapere che i ragazzi si sono ritirati e che c’è un ‘risparmio’ di 5 milioni di euro. Grande Governo, quello di Crocetta, no?

“Molto interessante quanto condivisa, giusta e accettata – afferma con piglio critico il presidente di Engim Sicilia – l’analisi delle decurtazioni di finanziamento, con l’abile citazione tratta dalla convenzione di affidamento del servizio di decurtazione per allievi che non abbiano raggiunto il 70 per cento delle presenze”.

“Di certo, però, la magistratura contabile e i tribunali amministrativi – incalza padre Lucente – sapranno valutare lo specifico articolo dell’avviso pubblico 19/2011 (lex specialis) in cui è chiaramente espresso che gli allievi sono considerati effettivi anche se hanno raggiunto il 30 per cento delle presenze”.

“L’assessorato regionale alla Istruzione e Formazione professionale ha fatto confusione – precisa il sacerdote -. Eppure, i documenti sono stati prodotti da quegli Uffici”.

“Anche perché i principi civilistici di gestione dei contratti di appalto – aggiunge – sono validi anche per la Regione siciliana e di certo, alcune decurtazioni previste potrebbero davvero apparire vessatorie e introdotte con clausole non conosciute al momento della pubblicazione dell’avviso pubblico di finanziamento”.

“Ma d’altra parte – dice ancora il sacerdote – solo chi non ha mai avuto esperienza di percorsi di Obbligo di istruzione e formazione non considera il fatto che, dietro un allievo che frequenta le lezioni in maniera saltuaria, molto spesso c’è una storia di disperazione della quale, tante volte, il personale dell’Ente si fa carico, con conseguente aumento delle risorse umane e materiali messe a disposizione, altro che decurtazione dei finanziamenti!”.

“E poi che fare? – si chiede e chiede Padre Lucente -. Dimettere un allievo in obbligo di istruzione non è di fatto previsto dalla legge, oltre che decisamente immorale e gli Enti sono tenuti, oltre che è proprio loro interesse, a portare a termine i corsi”.

Contesta l’uso di un certo tipo di linguaggio dai toni scandalistici, il presidente di Confap.

“Infine il gustoso condimento scandalistico – sottolinea Padre Lucente – gli Enti sono stati definanziati! Devono restituire i soldi! Ma perché, quando li hanno mai percepiti questi soldi?”, si domanda ironicamente il sacerdote.

Quindi il passaggio sul sistema informatico di certificazione delle spese a valere sulle risorse comunitarie, il sistema ‘Caronte’: “Quando funziona, scopriamo che i revisori dei conti esterni scelti dall’assessorato regionale al ramo e i competenti uffici del dipartimento non hanno erogato somme eccedenti e non hanno erogato certamente l’intero finanziamento, non fintanto che era vigente una disposizione capestro, a fronte della quale, per avere i saldi, addirittura gli Enti di formazione dovevano anticipare spese e costi, altro che definanziamento e restituzione!”.

“Nessuno ha mai davvero sentito la voce dei giovani – tuona padre Lucente -. Di quei giovani che, nonostante conoscano la prospettiva che in Sicilia per completare un corso di studi triennale ci vogliono 5 anni, continuano insistentemente a scegliere la formazione professionale, quella degli Enti di formazione”.

“Parliamo – aggiunge – dei futuri elettricisti, meccanici, saldatori, tornitori, cuochi e adesso anche operatori per le cure estetiche che, malgrado l’incessante campagna finalizzata a sminuire il settore, continuano a volersi formare seguendo i corsi di Oif/Iefp, forse perché hanno un tasso di occupazione coerente e a breve periodo superiore a quello della scuola e dell’università (o si dovranno ulteriormente definanziare pure quelle?)”.

“Quella che manca davvero è una analisi di efficacia ed efficienza, anche del lavoro di programmazione e gestione da parte dell’assessorato all’Istruzione e Formazione professionale – rimarca Padre Lucente -. Basti pensare al decreto del nuovo dirigente generale del dipartimento al ramo, Gianni Silvia, datato 5 settembre 2014, ma che ovviamente non ha catturato l’attenzione dell’esperto giornalista”.

“Il decreto assegna a una commissione il termine di 60 giorni per completare l’istruttoria di corsi di formazione Oif/Iefp – afferma ancora Padre Lucente -. Facile pensare che dopo quel periodo, tra tempi burocratici e tempi tecnici di avvio, trascorreranno almeno altri 60 giorni. E saremo giunti a metà del mese di gennaio 2015 per avere gli allievi in aula”.

“Il problema è che quegli allievi sarebbero dovuti andare in aula e laboratori nel mese di settembre 2013 – denuncia il sacerdote – e cioè sedici mesi prima di quando ne avranno realisticamente la possibilità”.

Infine il presidente dell’associazione Confap lancia un ‘preavviso’ al giornalista.

“A marzo 2015 – dichiara padre Lucente – potrà scrivere un nuovo articolo in cui dar conto di altri corsi tolti agli Enti di formazione canaglia, senza ovviamente citare il fatto che gli allievi ormai diciannovenni e fuori dall’Obbligo di istruzione non avranno avuto la possibilità di conseguire una qualifica professionale, avviandosi al lavoro con un chiaro deficit di opportunità e ovviamente vanificando ogni efficacia dei soldi pubblici spesi per finanziare i primi due anni di corso che avevano seguito, come se le risorse del Fondo sociale europeo per la dispersione scolastica fossero stati stanziati per crearla e non per contrastarla. Ma questa è un’altra storia”.

“Parliamone dunque, parliamo di corsi professionali per minori in Obbligo di istruzione e formazione, gli Enti di certo non si sottrarranno, pur di fare chiarezza – conclude Padre Lucente – nel rispetto del principio di pari dignità previsto dalla legge e per l’interesse degli allievi”.

“Come diceva Paolo Borsellino – ricorda Padre Lucente – la lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.

Nota a margine

C’è una verità intorno all’abbandono di tanti minori ed è riconducibile alla responsabilità del Governo e dell’Amministrazione regionale. Basti pensare, come abbiamo raccontato in altra parte del giornale, che gli uffici dell’assessorato al ramo, guidato da Nelli Scilabra, non hanno ancora autorizzato, e sono trascorsi circa dodici mesi, l’avvio delle terze annualità dei corsi in Obbligo formativo. Perché? Cosa non va? Se lo è chiesto l’assessore Scilabra in tutti questi mesi trascorsi inutilmente?

Per essere chiari, i percorsi triennali indirizzati ai minori, che decidono, acquisita la licenza media inferiore, di non proseguire gli studi presso un istituto superiore, sono offerti in Sicilia dal sistema degli enti formativi, nel 90 per cento dei casi, di estrazione cattolica.

Dopo aver frequentato il biennio di formazione, è con il terzo anno che gli allievi ottengono una qualifica che gli consente di poter accedere nel mondo del lavoro.

È accaduto, invece, qualcosa di paradossale: gli enti formativi hanno dovuto attendere un anno per ottenere l’autorizzazione all’avvio della terza annualità. Così e una parte degli allievi ha pensato bene, dopo tutto questo tempo, di trovare strade alternative, non sempre legali. Va ricordato che si tratta di minori in obbligo scolastico e formativo provenienti spesso da situazione di grande disagio familiare.

Quindi, il ritardo di un anno significa dispersione scolastica e interruzione di pubblico servizio. E la causa è da ascrivere ai ritardi nella gestione del regime autorizzativo.

Non è il solo caso. Anche i quarti anni, previsti per coloro che vogliano poi tornare nel canale dell’istruzione e ottenere un diploma quinquennale, sono stati autorizzati con gli stessi ritardi , o giù di lì, registrati nelle terze annualità.

Per non parlare dei ritardi nell’avvio delle prime annualità del nuovo anno scolastico. Per cui i minori iscritti presso le scuole superiori statali domani inizieranno le lezioni, mentre quelli che hanno deciso di iscriversi ad un percorso triennale presso un ente di formazione autorizzato non potranno recarsi in aula perché la Regione siciliana deve ancora procedere all’espletamento delle procedure di autorizzazione.

Questo è il Governo Crocetta: questa è l’assessore Scilabra. 

Un settore al collasso per responsabilità che vanno ascritte solamente al Governo del president Crocetta, all’assessore Scilabra ed agli uffici del dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale come testimonia l’intervista di Padre Lucente.

 

 


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