Formazione: oggi l’Ars esamina sette mozioni riunificate

IL CAOS DEL SETTORE FORMATIVO E’ ORAMAI CONCLAMATO, MA IL PRESIDENTE CROCETTA NON VUOL SAPERNE DI ‘CACCIARE’ LA GIOVANE ASSESSORE. SULLO SFONDO C’E’ ANCHE LA SFIDUCIA

Mai come oggi si è assistito a tanto clamore intorno all’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Nelli Scilabra. Da diversi ambienti politici è stata annunciata o presentata la mozione di sfiducia sul suo operato. Sono in tanti, tra i deputati di sala d’Ercole di minoranza e di maggioranza, a non soffrirla più, come spesso si sente da qualche tempo, nei corridoi di Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano.

Proprio a misurarne il clima di sfiducia intorno alla Scilabra, oggi va in scena all’Assemblea regionale siciliana il dibattito parlamentare su sette mozioni presentate da diversi gruppi parlamentari su questioni attinenti il settore della Formazione professionale e che il presidente del parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone, ha deciso di riunificarle in una sola.

Abbiamo raccolto le impressioni del capo gruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone, protagonista nei giorni scorsi dell’annuncio di una mozione di sfiducia sull’operato dell’assessore alla Formazione professionale.

“Il presidente Ardizzone ha voluto riunire tutte le mozioni sulla Formazione professionale – dice Falcone – ma noi di Forza Italia saremo imperterriti e punteremo alla mozione n.283 sulla nomina di una Commissione d’indagine e studio sul settore. Riteniamo che far luce sull’attività degli ultimi anni dell’assessoratosia utile a tracciare una strategia efficace di riforma legislativa della Formazione professionale in Sicilia”.

Ricordiamo che è a norma dell’articolo 6 dello Statuto siciliano e dell’articolo 137 e seguenti del Regolamento d’Aula all’Ars che i deputati regionali possono presentare mozioni in seno all’Assemblea. In tema di Formazione professionale, settore che registra ultimamente l’amplificarsi del malumore dei lavoratori, sono diversi gli argomenti toccati dalle sette mozioni che saranno discusse in maniera unificata e che richiamiamo di seguito.

Mozione n.16 – Interventi a garanzia del personale in esubero del comparto della formazione professionale.

Mozione n.33 – Notizie sulla determinazione della Commissione europea sul Fesr con particolare riferimento ai fondi impegnati per la formazione professionale.

Mozione n.247 – Pagamento delle retribuzioni pregresse agli operatori della formazione professionale.

Mozione n.252 – Urgente approvazione ed alla pubblicazione dell’Albo degli operatori della formazione professionale.

Mozione n.272 – Destinazione delle somme di cui al Fondo di garanzia previsto dall’articolo 132, comma 1, della legge regionale n. 4 del 2003 al pagamento delle retribuzioni del personale della formazione collocato in mobilità a zero ore.

Mozione n. 283 – Nomina di una Commissione parlamentare speciale d’indagine e di studio sulla formazione professionale.

Mozione n.284 – Adozione del piano regionale dell’offerta formativa per gli anni 2014 e 2015.

Sono diversi gli argomenti sui quali l’Aula nel pomeriggio chiederà lumi all’assessore Scilabra ed al presidente della Regione, Rosario Crocetta. Sapranno rispondere?

Argomenti chiave per la tenuta del settore della Formazione professionale. Fatto che denota inconfutabilmente come le lacune nell’azione politica emergano in tutta la loro drammaticità nei riguardi dei dieci mila lavoratori e delle loro famiglie. Incapacità di governare il sistema formativo regionale o disegno diabolico, voluto fermamente dal presidente Crocetta e dai suoi ‘amici’, volto alla chiusura del sistema previo smantellamento pezzo per pezzo del settore?

Sia nella prima che nella seconda ipotesi, un dato è certo, l’esecutivo Crocetta ha ridotto ai minimi termini il settore formativo, dove orami nulla funziona, scatenando l’ira di molti ambienti politici anche della sua coalizione di maggioranza al governo della Sicilia.

“L’assessore Scilabra ha scontentato tutti”, qualcuno tra i parlamentari all’Ars avrebbe dichiarato.

Le mozioni, non a caso, toccano la questione relativa ai circa due mila operatori che attendono da troppi mesi di essere ricollocati.

Il pensiero va ai licenziati provenienti da vari enti formativi come Anfe, Cefop in Amministrazione straordinaria, ai quali si aggiungono coloro che sono sospesi o eccedentari a causa della revoca dell’accreditamento che ha toccato il proprio ente di appartenenza. Come non pensare ai mille e 415 operatori che da mesi avrebbero dovuto essere ricollocati, attraverso il progetto ‘Prometeo’, al Ciapi di Priolo, per precisa scelta del Governo Crocetta, e che ad oggi sono a braccia incrociate senza stipendi e senza futuro?

Eppure il trio bis “CSC”, il presidente Crocetta, l’assessore Scilabra e la stessa dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale del dipartimento Formazione professionale con l’interim al Lavoro, in molte occasioni hanno garantito che nessun lavoratori del settore sarebbe stato licenziato. Bugie su bugie che prima o poi elettoralmente e non solo potrebbero costare caro ai protagonisti di una stagione istituzionale veramente fallimentare nel settore formativo siciliano.

Che dire poi della stranezza sull’utilizzo dei circa 2 miliardi di euro nel settore della Formazione professionale, risorse assegnate dal Fondo sociale europeo alla Sicilia nel periodo 2007/2013?

Sul pagamento delle retribuzioni pregresse il trio bis “CSC”, ha perso la faccia già da tempo. Come non ricordare che, sin dal suo insediamento, il governatore della Sicilia, nel criticare l’immobilismo e l’incapacità di gestire la Formazione professionale del precedente Governo dell’ex presidente Raffaele Lombardo, aveva ripetutamente rassicurato gli operatori del settore circa l’accelerazione dei pagamenti e la riorganizzazione degli uffici pubblici per snellire le procedure della filiera formativa?

I fatti dimostrano tutt’altro. E confermano che Crocetta & C. hanno toppato. I risultati mettono in mostra come sarebbe stata bloccata ogni forma di pagamento. Ordinativi di spesa in favore degli enti gestori che sarebbero, stati autorizzati, per la verità, in qualche raro caso e solo dietro sollecitazioni e proteste eclatanti dei lavoratori. È questa la maniera di fare politica ed amministrare la ‘cosa pubblica’? Non ci pare!

Sull’Albo regionale degli operatori si è misurata platealmente l’incapacità di amministrare del trio bis “CSC”. Al provvedimento amministrativo che aggiornava l’Albo l’assessore Scilabra si era data trenta giorni per pubblicarlo nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana non prevedendo che per incrociare i dati e controllare la correttezza dei requisiti di ogni lavoratore tra i circa dieci mila, sarebbero servite più di quattro settimane. Ancora oggi, che di settimane ne sono passate altre venti, nulla si sa sui nominativi degli aventi diritto e sulla ufficializzazione dell’Albo attraverso la pubblicazione in Gurs.

In merito al rifinanziamento del Fondo di garanzia previsto dall’articolo 132 della legge n.4 del 16 aprile 2003, come disciplinata dalla successiva legge di modifica n.10 del 7 giugno 2011, il Governo regionale ha scelto di starsene in disparte dato che appare totalmente assente e senza alcuna politica di sostegno al reddito.

Quindi, il personale dipendente del settore della formazione professionale, iscritto all’albo previsto all’articolo 14 della legge regionale 6 marzo 1976, n. 24, già posto in mobilità e quello risultante in esubero rispetto alla programmazione del piano regionale dell’offerta formativa (Piano giovani) è senza copertura reddituale. Con l’aggravio che coesistono in questo momento enti formativi che hanno posto in mobilità il proprio personale in applicazione di quanto previsto dal Contratto collettivo di lavoro della categoria e quindi richiamando la circolare assessoriale n.10/94 ed altri che hanno avviato la procedura di licenziamento prevista dalla legge n.223 del 23 luglio 1991. Due pesi e due misure?

Anche tra i Centri per l’Impiego dislocati sul territorio isolano vi è difformità di comportamento per lo stesso problema. In taluni casi il CpI predispone la graduatoria provinciale dei lavoratori posti in mobilità in applicazione della citata circolare n.10/94. In altri casi, il dirigente responsabile dell’ufficio periferico del dipartimento Lavoro rimanda all’elenco regionale del personale eccedentario, come previsto da una direttiva della dottoressa Corsello, che appare viziata da illegittimità.

In altri casi ancora, il CpI accoglie la procedura di licenziamento collettivo prevista dalla richiama legge n.223/91. Un caos che emergerebbe, quindi, anche nelle procedure di mobilità che non sarebbero identiche per gli stessi uffici e per lo stesso tema. Il tema delicatissimo della mobilità del personale della formazione, sarebbe lasciato alla discrezionalità dei dirigenti periferici, perche?

Sembra paradossale, ma, purtroppo, è cosi! Il fallimento del trio bis “SCS”, si registra su tutti i fronti.

In ordine al rifinanziamento della legge regionale n.24/76 per gli anni 2014 e 2015, va rimarcato l’atteggiamento del Governo Crocetta, in questo non dissimile da predecessore Lombardo, di calpestare il quadro normativo regionale ed agire solamente con provvedimenti amministrativi aggirando le norme poste a governo del sistema formativo regionale e facendosi schermo con l’utilizzo delle risorse comunitarie che sarebbero incompatibili con il Prof, almeno secondo la dottoressa Corsello. Il dirigente generale ‘tuttofare’ dimentica che il legislatore siciliano ha introdotto il principio del cofinanziamento del Prof con l’articolo 39, primo comma, della legge n.23 del 23 dicembre 2002.

Alla fine la Commissione d’indagine e studio viene letta, a nostro modesto avviso, come necessaria e indispensabile per tutti coloro che hanno a cuore la ricerca della verità sulla gestione del settore della Formazione professionale in Sicilia.

Come dire, chi non ha scheletri nell’armadio fra i parlamentari a Sala d’Ercole, sede del parlamento, ha il dovere questo pomeriggio, di votare positivamente la nascita della Commissione.


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