Formazione, le ragioni dello sciopero contro un Governo di fanfaroni

Non si placa la protesta dei lavoratori della formazione professionale della Sicilia. A nulla è valso il tentativo, di ieri pomeriggio, del Governo regionale di bloccare lo sciopero generale proclamato per oggi da Cgil, Cisl e Uil. Un tentativo poco ortodosso, quello di convocare le organizzazioni sindacali a poche ore dalla manifestazione di piazza. L’esecutivo rileva la sua pochezza di idee anche in occasioni come questa.

Una maniera poco felice di gestire un confronto. Al presidente della Regione, Rosario Crocetta, interessava l’apertura di una concreta fase di dialogo, oppure far saltare la protesta era l’unico intento? La convocazione è avvenuta con troppa celerità per non destare dubbi. E poi, invitati solamente i sindacati e non anche le associazioni degli Enti formativi.

Certo, queste ultime non avevano proclamato lo sciopero, non andavano quindi, bloccate. Quello del Governo è apparso come un comportamento poco democratico, perché avrebbe tentato di interrompere la protesta organizzata. Vista l’assenza di risposte e la mancanza di soluzioni adeguate alla prosecuzione delle attività previste dalle tre filiere formative (Interventi, Servizi, Oif), Crocetta ha confermato la sterilità del suo Governo sui temi del settore formativo, caratterizzando l’azione istituzionale con proclami ad effetto vacui e fatui.

Il “Trio dei sogni e dei rinvii” CSC (Crocetta, Scilabra, Corsello) mostra tutti i limiti e, coerentemente, agisce, per l’appunto, con la politica dei rinvii. Atteggiamento che non piace a sindacati, stanchi di promesse e facili affermazioni.

Riportiamo di seguito il comunicato della Federazione lavoratori della Conoscenza della Cgil.

“L’Assessore Scilabra ha inviato alle organizzazioni sindacali una convocazione presso la Presidenza della Regione Siciliana, con oggetto “Settore della Formazione Professionale in Sicilia: comunicazioni del Governo Regionale”.

La Flc ed il sindacato confederale, pur partecipando all’incontro, si sarebbero attesi l’apertura di un confronto attivo e negoziale sulla loro proposta di intesa presentata al Presidente della Regione il 26 aprile scorso.

Non ritengono tuttavia che una “comunicazione del Governo Regionale” possa, in questa fase, essere esaustiva e risolutiva per i problemi prospettati nella dichiarazione dello sciopero previsto per oggi, venerdì 10 maggio, che è confermato, come sono confermate le previste manifestazioni ed i sit-in dei lavoratori presso i due assessorati, indetti per protestare affinché si sblocchino immediatamente le procedure di finanziamento che consentirebbero la retribuzione di tutti i lavoratori di ogni filiera (OIF, Formazione, Sportelli) e per la mancata apertura dei tavoli permanenti di confronto sulle emergenze e sul futuro delle tre filiere, e più precisamente:

OIF: incertezza sull’avvio dei primi anni, incertezza sulla prosecuzione per le annualità successive, chiusura di tutte le rendicontazioni pendenti;

Interventi Formativi: accelerazione di ogni procedura necessaria per l’erogazione degli stipendi, predisposizione degli atti amministrativi per assicurare la continuità delle attività formative dal 9 giugno in avanti;

Sportelli: accelerazione e sblocco dei mandati di saldo delle prima e seconda annualità degli avvisi 1 e 2, proroga delle attività in essere, immediata programmazione di nuovi avvisi.

La Flc rileva ancora una volta come non facciano onore al Governo l’ambiguità e la mancanza di rispetto degli impegni assunti negli ultimi giorni di aprile, nel corso del confronto durante la discussione della Finanziaria regionale, e come invece il Governo continui nella politica delle “comunicazioni” e degli annunci, senza volere intraprendere davvero una nuova fase di confronto reale con le organizzazioni rappresentative e firmatarie del contratto, come previsto dallo statuto dei lavoratori e consolidato dalla più alta giurisprudenza.

La Flc Cgil ritiene insufficiente il confronto con il solo assessorato all’istruzione, quando il merito delle richieste del sindacato ed i temi del confronto dovrebbero vedere una attiva partecipazione dell’Assessore al Lavoro, Bonafede, che, invece, continua a tacere e a rimanere “evanescente”.

 


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