Formazione, la risposta dell’Iraps all’assessore Scilabra

Dopo i controlli ispettivi, arriva anche la “visita” dell’assessore regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale presso la sede di Palermo dell’Iraps Onlus. Un Ente di formazione che ha sede legale a Catania e che ha più volte dichiarato di essere in regola con tutti gli adempimenti previsti dalla vigente normativa, non ultimo i controlli ispettivi subìti e superati in maniera indenne.

Ma non basta. E’ possibile che l’atteggiamento spettacolare, ad effetto, da riprese televisive, costituisca parte del programma di riforma del Governo regionale? Forse non dell’intero Governo, ma dell’assessore-spettacolo, Nelli Scilabra, sì. L’obiettivo, insomma, non è amministrare un settore in crisi e salvare il lavoro a 10 mila persone, ma pavoneggiarsi.

La formazione professionale appare sempre più come un settore caratterizzato dalla “cultura del sospetto”. Sembrerebbe essersi innestato un clima pregiudizievole e giustizialista. Che tiri una strana aria nel settore è fuori da ogni dubbio. Che ai lavoratori vadano pagate le retribuzioni, ovviamente, è una certezza; che molti Enti di formazione, nel passato, non abbiano brillato per sana gestione, è altrettanto vero. Ma che da cinque mesi a questa parte non si parli di altro che di controlli e ispezioni, appare alquanto singolare.

Spostare l’attenzione verso altro potrebbe celare l’assenza di idee e contenuti sulla riorganizzazione del settore. Sarà questo il caso? Un percorso di riforma abbisogna della più ampia condivisione, di un clima disteso e collaborativo, accorciando qualsiasi distanza tra amministrazione regionale e parti sociali. Chi ha sbagliato è giusto che paghi. Ma confondere i ruoli non aiuta chi cerca la verità.

All’autorità giudiziaria spetta il compito di valutare l’eventuale presenza di reati nella gestione delle attività formative. Sulla vicenda dell’ispezione all’Iraps preferiamo non esprimerci, convinti – come siamo – che il particolare clima di “caccia alle streghe” che si è innestato negli ultimi giorni non deponga a favore di un approccio positivo al settore della formazione che, prima di polemiche, necessita di una programmazione seria, che possa chiamarsi riforma.

Riportiamo di seguito la lettera firmata dal presidente dell’Iraps Onlus che risponde alle polemiche di questi giorni.

Succede che l’Assessore all’Istruzione e alla Formazione Professionale si reca a visitare/ispezionare, con al seguito delle persone non meglio identificate e mai presentate all’Ente, una ns sede formativa che, vogliamo sottolineare, ad oggi risulta in regola con tutti gli adempimenti previsti dalle lunghe e farraginose procedure che nel tempo sono state emanate dagli organi regionali competenti.

Succede che tutte le sedi ispezionate ai fini dell’accreditamento sono in regola con le direttive emanate.

Succede che gli Uffici periferici degli organi preposti al controllo sono ormai “parte integrante” delle sedi I.R.A.P.S. Onlus.

Succede che tutte le ns aule d’informatica hanno i requisiti previsti e i ns pc non sono “impacchettati” ma perfettamente fruibili dai corsisti, sarebbe stato sufficiente inquadrarli.

Succede che se un docente è in malattia viene sostituito col personale docente a disposizione nella sede per non interrompere le attività.

Succede che non solo non ci sentiamo in difetto e non riteniamo scandaloso il semplice fatto che le attività non possono essere interrotte, ma giudichiamo didatticamente corretto fare ripassare gli argomenti affrontati in aula dal docente titolare del modulo.

Succede che l’ I.R.A.P.S. Onlus ha ottemperato a tutte le procedure di assunzione istituzionalmente poste, compresa la priorità data al personale di cui all’Elenco unico degli operatori della Formazione Professionale, assumendo da questo, con le varie formule contrattuali consentite, il proprio personale.

Succede che un formatore della prima annualità di un corso di Estetista ha prima ritenuto che le ore di pratica (50h) fossero insufficienti; salvo poi dichiarare che, essendo un primo anno, non era necessario “impiantare” un laboratorio per le poche ore previste in progetto; viceversa, la prevalente parte teorica del corso (moduli fondamentali per chi non ha esperienza) è svolta da personale qualificato ed è propedeutica al secondo anno nel quale le ore di pratica previste sono numericamente più corpose.

Succede che dal 19 Giugno 2012 abbiamo attivato tutte le procedure per avviare gli interventi formativi a valere dall’Avviso n. 20/2011 per un monte ore di 31.880 pari a un finanziamento di 4 mln circa, ma alla data della “visita”, si è percepito solo la prima quota del 25%.

Succede che avremmo voluto che la Sig.ra Scilabra, nella qualità di assessore del comparto, ci avesse confortato su una situazione senza precedenti nella quale “l’elogio della follia” sembra prassi consolidata (si veda quanto dichiarato su Live Sicilia “ i soldi per i laboratori noi li abbiamo già erogati”) o che si sta prodigando per porre in essere tutto ciò che è in Suo potere per erogare le somme dei mandati (l’ulteriore 25% della prima trance di finanziamento). Vogliamo ricordare all’assessore che la ns richiesta è del 28 gennaio 2013 e fra poco meno di due mesi chiudiamo le attività per le quali si è ricevuto solo il 25%.

Succede che l’orgoglio ha prevalso! Non quello descritto per noi “raccomandati”, ma quello di lavoratrici e lavoratori che si recano al lavoro nel silenzio della propria disperazione. Siamo stati condannati solo perché ancora ci crediamo?

Preferiamo, piuttosto, pensare che l’On. assessore si sia voluta rendere conto, stando a quanto dichiarato in tutte le sedi , che esistono siciliani che credono ancora nel cambiamento e continuano a pensare al lavoro come un diritto/dovere. Ma bisogna che questo diritto si traduca in un lavoro stabile e con la certezza di percepire lo stipendio alla fine del mese.

Scartiamo l’idea della strumentalizzazione a priori proprio per quella fiducia che continuiamo ad avere nelle istituzioni ed in particolare nella Regione Siciliana.

In assenza di chiarimenti da parte di chi di competenza, tuteleremo l’immagine nelle opportune sedi, anche se dovesse essere l’ultimo atto di dignità”.

Il Presidente
Vito Pantaleo


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