Formazione: la Direttiva che avvia la terza annualità scontenta sindacati e lavoratori

CON IL TAGLIO DEL PARAMETRO DI FINANZIAMENTO GLI ENTI LICENZIERANNO ALMENO 800 LAVORATORI CHE SI AGGIUNGONO AI 4000 GIÀ SOSPESI. UN CATACLISMA SOCIALE SENZA PRECEDENTI

Il Governo regionale pubblica la direttiva per l’avvio della terza annualità dell’Avviso 20/2011 e taglia circa 800 posti di lavoro nel settore della Formazione professionale.

Dopo i 4000 operatori sospesi o licenziati per effetto dei provvedimenti assunti dall’esecutivo regionale guidato dal presidente Rosario Crocetta, almeno altri 800 lavoratori potrebbero ritrovarsi in mobilità entro 90 giorni con scarsissime probabilità di essere ricollocati.

Ieri è stata pubblicata sul sito del dipartimento regionale Formazione professionale la direttiva per l’avvio delle attività formative dell’Avviso 20/2011, finanziate con le risorse del Piano giovani a firma del dirigente generale Gianni Silvia (nella foto) e del dirigente generale del dipartimento Lavoro, Dario Cartabellotta.

È il primo, concreto passo della gestione targata Gianni Silvia, il dirigente generale che ha sostituito agli inizi dello scorso settembre Anna Rosa Corsello alla guida del dipartimento Formazione professionale.

La firma del dirigente generale, Dario Cartabellotta, trova giustificazione per la presenza di una ‘anomala’ procedura di mobilità orizzontale che dovrebbe gestire il ricollocamento dell’eccedenza del personale.

Intanto il clima resta teso e surriscaldato tra i lavoratori.

Il Governatore della Sicilia si è premurato di dichiarare nelle scorse ore che si tratta della concreta risposta all’emergenza sociale. Le parole del governatore Crocetta non fanno più breccia, però, nel lavoratori che hanno capito di avere a che fare con un presidente della Regione che ha come unico obiettivo cancellare gli enti formativi e ridurre al minimo gli operatori del settore.

Difatti, non si placa l’ira degli operatori consapevoli che almeno altri 800 lavoratori saranno espulsi dal mercato del lavoro ed indicano nell’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, la responsabile dello sfascio del settore e della disperazione dei lavoratori.

La decisione politica dell’esecutivo del presidente della Regione, Rosario Crocetta, di ridurre il parametro di finanziamento da 129 euro ora/allievo a 117 non piace agli operatori, consapevoli che in tanti saranno posti in mobilità. Eccedenza che si aggiunge alla lunghissima lista di lavoratori già sospesi o licenziati.

Certo è che la direttiva costituisce l’atto di partenza dell’Amministrazione regionale che ha dato un tempo massimo di 90 giorni agli enti formativi per presentare la documentazione necessaria all’avvio dei corsi.

“Si tratta di un tempo limite – ci fanno sapere dal dipartimento Formazione professionale – man mano che gli enti produrranno la corretta documentazione, saranno emessi i singoli decreti di autorizzazione all’avvio delle attività ed alla contestuale copertura finanziaria”.

Secondo quanto riferitoci, dunque, la previsione dei 90 giorni è un tempo massimo, lo ripetiamo, nulla toglie che gli enti non possano e non debbano presentare con celerità l’incartamento per l’avvio delle attività.

Così come rimarchiamo che una fetta di lavoratori non potrà rientrare.

La direttiva non chiarisce un aspetto considerato fondamentale per i lavoratori e che aveva costituito il passaggio più importante dell’accordo sottoscritto con le parti sociali il scorso 5 agosto, riportato nel provvedimento amministrativo che, non a caso, è firmato anche da Dario Cartabellotta, il già citato dirigente generale del dipartimento Lavoro.

Accordo oggi sotto accusa da più parti per il vizio di illegittimità che contraddistingue la procedura di mobilità orizzontale e per la veemente contestazione, delle scorse settimane, dei lavoratori che hanno spinto il sindacato di base Cobas a ritirare la firma al citato accordo.

La direttiva nulla dice sui tempi dei pagamenti delle retribuzioni in favore dei lavoratori.

Eppure la garanzia della totale copertura del costo personale aveva costituito il fulcro dell’accordo del 5 agosto scorso a conclusione della battaglia sindacale di rivendicazione della copertura del 100 per cento della voce personale sganciata dalla rendicontazione finale delle attività formative.

Impegno che aveva assunto il Governo regionale e che prontamente è stato disatteso. Accordo che, rimarchiamo, viene adesso contestato anche dalla Cisl Scuola che si appresta a fare battaglia sulle eccedenze.

Peraltro, indiscrezioni raccolte confermano iniziative legali di gruppi di lavoratori a tutela dei diritti previsti dalla normativa vigente e ritenuti calpestati attraverso il provvedimento dirigenziale.

 

 

 

 

Giuseppe Messina

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