Formazione, il ‘pascolo’ di Cgil e Cisl

Negli anni Settanta e Ottanta, quando si voleva appannare l’immagine di Cgil e Cisl, si diceva che le due organizzazioni sindacali erano la “cinghia di trasmissione” dei Partiti politici. La Cgil era la “cinghia” del Pci, la Cisl della Dc. E oggi? Oggi Cgil e Cisl non hanno più bisogno di fare da ‘trasmettitori’, perché trasmettono direttamente dalla ‘plancia di comando’ del Pd. Almeno in Sicilia è così. E lo si sta vedendo proprio in occasione della formazione della giunta regionale di Rosario Crocetta, con la Cgil e e la Cisl che ‘spatuliano’ alla grande.

Addirittura, dopo che è venuta fuori la notizia che la Cgil siciliana dovrebbe piazzare in giunta ben due assessori (Mariella Maggio, numero uno dell’organizzazione sindacale nell’Isola e Concetta Raia, già ai vertici della Cgil catanese), la Cisl, come si dice in questi casi, è stata presa da un attacco di ‘indivia’ e ha convocato a Roma una riunione.

Nella stanza del ‘capo’ (parliamo, ovviamente, di Raffaele Bonanni, segretario nazionale dell’organizzazione sindacale, uno che la Sicilia la conosce bene, per avere guidato sia la Cisl di Palermo, sia quella regionale) si sono presentati i maggiorenti del Pd-Cisl isolano, da Maurizio Bernava (che guida l’organizzazione sindacale in Sicilia) ai parlamentari nazionali e regionali del Pd eletti anche con i voti della Cisl. Sembra che Bonanni avrebbe già deciso chi andrà ad occupare il posto di assessore regionale in quota cislina: si tratta di Luigi Cocilovo (foto a sinistra tratta da article.wn.com), già ai vertici della Cisl di Palermo (fine anni ’70), già ai vertici della Cisl siciliana (anni ’80), già numero due dell’organizzazione sindacale quando Sergio D’Antoni ricopriva il ruolo di segretario nazionale.

Esponente della vecchia guardia, per ben due volte eletto al Parlamento Europeo, Cocilovo è, di certo, uno degli esponenti della Cisl (e forse di tutto il Pd siciliano) più preparati. Sconta solo un limite: è infognato, pure lui, nel mondo della formazione professionale.

Da quando la formazione professionale siciliana è stata ‘riformata’ (la celebre “Riforma epocale” del passato Governo regionale), il settore, dagli Enti storici, è finito sotto l’egida delle società per azioni. Tali società sono rigorosamente controllate dai politici, che sono soci diretti. Cioè i proprietari. Il dubbio è che tra questo proprietari ci sia anche Cocilovo.

Per carità, nella politica siciliana dove la formazione professionale è ormai diventata una sorta di ‘friggi e mangia’ al servizio della politica, la cosa non ci stupisce: se è vero che l’onorevole Franco Rinaldi, cognato dell’onorevole Francantonio Genovese (entrambi del Pd), diventerà assessore regionale alla Formazione professionale, di cosa e perché dovremmo stupirci?

L’onorevole Genovese è proprietario di società che gestiscono in Sicilia i corsi di formazione professionale; la moglie di Rinaldi lavora nel settore: perché mai il marito di quest’ultima – il nostro simpatico onorevole Franco Rinaldi – non dovrebbe ‘chiudere’ il cerchio ‘formativo’ in famiglia diventando assessore regionale alla Formazione professionale?

Sarebbe però ingiusto ironizzare solo su Genovese, Rinaldi e moglie. Nella formazione ‘armeggiano’ altri valenti politici: Totò Cardinale, Giuseppe Lupo, Nino Papaia (foto a sinistra), Benedetto Adragna, forse qualcosa se l’è beccata – tutta salute! – anche Antonello Cracolici. Tutti del Pd. Tra questi ci dovrebbe essere pure Cocilovo.

Ovviamente non c’è solo la formazione targata Pd. Certo, per ora questo Partito passa per vincente (in realtà, il Pd siciliano, alle ultime elezioni regionali, ha perso circa 200 mila voti e avrà, a Sala d’Ercole, oltre 20 parlamentari in meno rispetto alla passata legislatura: ma di questo non si è accorto nessuno, anche perché, a differenza di quanto avveniva nel vecchio Pci – che alla fine era un Partito e non una sommatoria informa di comitati di affari – nel Pd non si usa fare le analisi del voto). Ma la formazione è ‘patrimonio’ (è proprio il caso di dirlo…) un po’ di tutta la politica siciliana.

Intanto, a partire, grosso modo, dalla fine degli anni ’80, quasi tutti i politici siciliani che hanno gestito l’assessorato regionale al ramo sono rimasti nel settore, prima con Enti a loro ‘vicini’, poi con le già citate società. Un noto ‘formatore’ (non ci chiedete di che cosa perché non lo abbiamo mai capito) è Giuseppe Buzzanca, politico messinese di grande acume che è riuscito, in un solo colpo, a dimettersi da Sindaco di Messina per candidarsi alle elezioni regionali dello scorso 28 ottobre e a non essere eletto alle stesse regionali, perdendo, così, l’una e l’altra poltrona.

Un altro politico (non a caso ex assessore regionale al ramo) che si occupa e si preoccupa di formazione professionale è Carmelo Briguglio, il leader del Fli in Sicilia, un Partito protagonista di una ‘intelligente’ performance elettorale lo scorso 28 ottobre: pur avendo – insieme con Grande Sud di Gianfranco Miccichè e con il movimento dell’onorevole Riccardo Savona – la possibilità di prendere il 12 per cento dei voti e forse più, si sono divisi. Risultato: Grande Sud ha preso appena il 6 per cento, mentre Fli, che si è presentato con una propria lista, è rimasto fuori dall’Ars.

Della serie: come regalare quattro-cinque parlamentari di Sala d’Ercole agli altri. Sacrificando candidati da 8 mila voti cadauno come Titti Bufardeci a Siracusa e Toni Scilla a Trapani.

Però, a differenza dei silenzi del Pd, dalle parti di Grande Sud l’analisi post voto è stata fatta nei giorni scorsi, ad Enna e dintorni. Gianfranco Miccichè e i suoi amici hanno detto di essere soddisfatti del voto. Contenti loro…

 

Giulio Ambrosetti

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