Formazione, il Governo regionale decide di non decidere

La seconda annualità dell’Avviso 20/2011 presenta la copertura finanziaria. Le risorse necessarie sono stanziate dal Piano di Azione Coesione (PAC), attraverso il cosiddetto “Piano Giovani”. Le insistenti dichiarazioni del Governo regionale circa la nullità per carenza finanziaria del citato Avviso 20 sarebbero quindi destituite di fondamento.

Le polemiche degli ultimi giorni apparse sia sulla stampa, sia durante i tanti (e inutili) incontri istituzionali tra amministrazione regionale e parti sociali in merito alla riforma della formazione professionale non giovano alla serenità sociale di circa dieci mila famiglie di lavoratori. E’ giunto il momento che il Governo regionale dichiari i propri intendimenti.

Diventa non ricevibile, stante la conferma della disponibilità delle risorse per finanziare la seconda annualità, la dichiarazione, più volte reiterata, dell’assessore regionale al ramo, Nelli Scilabra, di un settore privo di risorse finanziarie.

Dichiarare la nullità dell’Avviso 20/2011 per mancanza di soldi potrebbe diventare un boomerang.

A questo punto è indispensabile che il Governo regionale dica la verità sullo stato delle procedure e sulle reali intenzioni politiche del presidente della Regione, Rosario Crocetta, in merito al futuro della formazione professionale. E’ opportuno chiarire, quindi, gli aspetti della vicenda per stoppare le sterili strumentalizzazioni raccolte a destra e manca, che rischiano di alimentare possibili disordini sociali che vanno, invece, drasticamente evitati.

Di seguito proviamo a ricostruire l’attuale contesto di riferimento. Durante la gestione del precedente Governo regionale l’ex dirigente generale al ramo e Autorità di gestione del Fondo sociale europeo (Fse), Ludovico Albert, ha tracciato un percorso triennale di attività formative in sinergia con gli obiettivi generali dell’Unione europea. Lo strumento che garantisce, a oggi, la copertura finanziaria per la realizzazione della seconda annualità del citato avviso è il “Piano giovani”.

La conferma è data dall’approvazione formale da parte della Commissione europea, comunicata a fine dicembre 2012 all’amministrazione regionale, del trasferimento di 452 milioni di euro dal Piano operativo Fse Sicilia al Ministero del Tesoro. Somma destinata, poi, a finanziare il “Piano giovani” e tornata nella disponibilità della Regione siciliana, essendone stata riconosciuta la titolarità.

In buona sostanza i 452 milioni di euro vengono assegnati alla nostra Regione attraverso una apposita delibera del Comitato di indirizzo e programmazione economica (Cipe), evitando in tal mondo il disimpegno automatico delle risorse. La rimodulazione attuata da Albert ha garantito il finanziamento della prima annualità dell’Avviso 20/2011 con 286 milioni di euro, la copertura finanziaria per la seconda annualità di pari importo con il “Piano giovani” e il reperimento delle risorse necessarie sulla programmazione del Piano operativo Fse 2014/2020 per la terza annualità. Un percorso tracciato, fattibile e chiaro.

Infatti, al punto 5 (durata e risorse finanziarie) del richiamato Avviso 20 si specifica: “Per i pacchetti formativi da avviare nell’annualità 2012 è disponibile l’importo complessivo di euro 286.602.073 a valere sul Piano operativo Fse, Asse II Occupabilità. Per le edizioni successive, le risorse del Fse potranno essere integrate da risorse a valere sul bilancio regionale”. Emerge con chiarezza, quindi, la possibilità di ricorre, per le successive annualità, a risorse di provenienza diversa da quelle del Fondo sociale europeo.

Cosa, a oggi, non è andata per il verso giusto? Ve lo diciamo noi. Per assegnare i 452 milioni di euro del “Piano giovani” al bilancio regionale ed entrare nella disponibilità della Regione occorre che il Governo regionale avanzi formale richiesta, al Ministero del Tesoro, di avviamento della procedura di trasferimento delle risorse. A tal uopo servirà una delibera del Cipe e il placet (assenso) del “Comitato di direzione” del Piano di Azione Coesione (Pac). Della Governance del Piano fanno parte la Regione siciliana, la Direzione generale Occupazione della Commissione europea, i Ministeri della Coesione economica, del Lavoro, del Tesoro, secondo quanto disposto nella delibera di Giunta n.215 del 21 giugno 2012.

Se questo è lo scenario, diviene spontaneo porsi alcuni interrogativi. Perché il Governo regionale si ostina a non finanziare la seconda annualità dell’Avviso 20/2011? L’assessore Scilabra ha più volte dichiarato che sarebbe pronto un nuovo bando pubblico. Con quali risorse verrebbe finanziato? Con quali tempi?

L’Avviso 20/2011 ha avuto dei tempi record di gestazione che hanno consentito in quasi 9 mesi di entrare a regime con la prima annualità di attività. Ridurre l’iter a sei mesi sarà possibile? Risulterebbe che il bando non sia ad oggi pronto e che un gruppo di lavoro dovrebbe iniziarne l’iter nei prossimi giorni. Dubbi e perplessità che non chiariscono se sarà possibile allineare il momento della riqualifica del personale con quello dell’avvio delle attività formativi del nuovo bando.

Su questo il Governo regionale dovrebbe essere più chiaro. Sul progetto di riqualificazione di tutto il personale del sistema formativo regionale (circa 10 mila lavoratori) ci chiediamo come e con quale procedura dovrebbe essere redatto. Su questa partita ci sentiamo di dire la nostra. Sembrerebbero pronti 45 milioni di euro per garantire un “sussidio” al personale degli Enti. Dipendenti che, giuridicamente, dovrebbero essere sospesi dagli Enti formativi di appartenenza. Somme che verrebbero prelevate dal “Piano giovani”. Cosa percepirebbero i lavoratori? Da quanto emerso dai precedenti incontri tra amministrazione regionale e parti sociali, sembrerebbe che la proposta del Governo preveda un sussidio compreso in un range che andrebbe da 600 a 800 euro e per un periodo compreso tra i tre e i cinque mesi.

Altro dubbio. Il ricorso alla “messa in formazione” dei lavoratori degli Enti formativi costituisce una forma di ammortizzatore sociale sottoposta, quindi, ai vincoli in materia di aiuti di Stato dettati dal Regolamento comunitario n.800 del 6 agosto 2008. È prevista, infatti, la compartecipazione ai costi del progetto da parte delle imprese. In tal caso, gli Enti formativi, ancorché senza finalità di lucro, sono considerati, da questo punto di vista, “imprese” a tutti gli effetti.

Anche su questo progetto le perplessità permangono ed il Governo ha il dovere di non tergiversare e passare ai fatti. Il clima rovente di questi giorni che ha spinto qualche sigla sindacale a dichiarare lo sciopero dei propri iscritti, determinando la sospensione delle attività formative dell’Ecap di Palermo e provincia dove insistono tra gli allievi anche minori, è un segnale, fortunatamente ad oggi isolato, del disagio sociale e della insostenibilità di un atteggiamento del Governo che non decide neanche di svincolare le somme per il pagamento delle retribuzioni maturate.

Il tempo scorre e la scadenza del 7 giugno si avvicina. Chiudendosi le attività formative della prima annualità dell’Avviso 20/2011 e in assenza di una prospettiva lavorativa, migliaia di lavoratori si ritroverebbero senza copertura economica e, verosimilmente, senza lavoro. Al Governo, ora, la responsabilità.

 

 


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