Formazione: il Governo finanzi la Cigd per tutti, nessuno escluso

SI E’ INCARTATO IL PRESIDENTE CROCETTA. SENZA SERVIZI PER IL LAVORO, SENZA PIANIFICAZIONE DELLE POLITICHE ATTIVE E PASSIVE DEL LAVORO E SENZA RIMODULAZIONE DEL FSE 2007/2013, MIGLIAIA DI LAVORATORI RESTERANNO SENZA AMMORTIZZATORI SOCIALI

Niente cassa integrazione per i lavoratori della formazione professionale. A stabilirlo il ministero del Lavoro rispondendo con la nota del 23 ottobre scorso al quesito posto dall’assessorato regionale al Lavoro in ordine alla richiesta di estensione dell’interpretazione del concetto d’impresa disciplinato dall’articolo 2082 del Codice Civile per ricomprendere il trattamento di integrazione salariale in deroga ai dipendenti degli enti formativi che operano senza finalità di lucro in Sicilia.

Il Ministero del Lavoro ha chiarito che il trattamento di cassa integrazione guadagni in deroga, di cui al decreto interministeriale n.83473 dell’1 agosto 2014, può essere richiesto solo dai soggetti giuridici qualificati come imprese disciplinate dall’articolo 2082 del Codice Civile.

Previsione che trova conferma nella circolare ministeriale n.19 dell’11 settembre 2014 che ha ribadito come la Cigd possa essere richiesta solamente dalle imprese.

Arriva inatteso, quindi lo stop del ministero del Lavoro al trattamento di integrazione salariale in deroga in favore dei lavoratori dipendenti degli enti di formazione professionale operanti in Sicilia.

Difatti, con la citata nota, a firma del direttore generale della direzione Ammortizzatori sociali, Ugo Menziani, il ministero del Lavoro ha respinto al mittente – la Regione siciliana – l’interpretazione estensiva del concetto di impresa prevista dall’ordinamento civilistico.

È andata male al Governo regionale del presidente Rosario Crocetta perché il tentativo di far passare i benefici previsti dall’articolo 2, comma 3 del decreto interministeriale n.83473 dell’1 agosto 2014 per far estendere gli ammortizzatori sociali in deroga anche agli operatori economici – e cioè gli enti formativi – non qualificabili come imprenditori ai sensi dell’articolo 2082 del Codice Civile, è franata miseramente.

Del resto, il concetto è stato definitivamente chiarito Consiglio di Stato che, con la sentenza n.5086 del 14 ottobre 2014, ha stabilito: “l’attività di formazione costituisce un pubblico servizio, il cui affidamento ad un soggetto privato dà vita ad un rapporto di tipo concessorio”.

Secondo il ‘giudice speciale amministrativo: “l’ente di formazione, lungi dallo svolgere un’attività di impresa a vantaggio dell’Amministrazione, ha ricevuto fondi per rendere un servizio di interesse generale a vantaggio degli utenti, operando quale ‘longa manus’ dell’Amministrazione stessa, e cioè alla concessione di sovvenzioni e non a quella dell’appalto di servizi. È quindi sottoposto alle disposizioni contenute nella legge fondamentale sul procedimento amministrativo Il rapporto trilaterale intercorrente tra Regione siciliana, ente di formazione e utenza, quindi, deve essere ricondotto alla fattispecie di cui all’articolo 12 della legge 241 del 1990”.

E allora, che si fa?

Una soluzione ci sarebbe ed è contenuta nell’articolo 6, terzo comma, del richiamato decreto interministeriale n.83473/2014 che prevede la deroga alla norma che vieta l’accesso al trattamento di Cigd dei soggetti economici che operano senza finalità di lucro.

Secondo questo articol, le Regioni sono autorizzate a disporre la concessione dei trattamenti di integrazione salariale anche ai soggetti economici che fuori dalla disciplina dell’articolo 2082 del Codice Civile se finanziano direttamente con fondi propri o dirottati dai fondi strutturali.

Ed è l’articolo 1, comma 253 della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (legge di stabilità 2013) che autorizza le Regioni a riprogrammare i programmi cofinanziati dai Fondi strutturali relativi al periodo 2007/2013 oggetto del Piano di azione e coesione per finanziare gli ammortizzatori sociali in deroga a tutela dell’occupazione.

La deroga però è ammessa nei limiti di spesa di 70 milioni di euro e comunque in misura non superiore al 5 per cento delle risorse attribuite alle Regioni.

Cosa accadrà nel settore della formazione professionale? I 1800 operatori ex sportelli multifunzionali usufruiranno della Cigd? Oppure resteranno a secco?

Un dato è certo, la Regione siciliana dovrà cacciare fuori le risorse dal proprio ‘bilancio colabrodo’ oppure rimodulando il Piano operativo Fondo sociale europeo 2007/2013 per coprire il fabbisogno previsto dal settore attraverso le eventuali economie da somme impegnate e non spese. E nella seconda ipotesi, ha provveduto il Governo regionale a riprogrammare le risorse comunitarie per garantire la Cigd agli operatori ex sportelli multifunzionali? Dalle indiscrezioni sembrerebbe che poco si sia fatto in questa direzione? Sarebbe il caso che il Governatore Crocetta chiarisse come stanno le cose e se realmente l’esecutivo regionale è nelle condizioni di garantire l’accesso agli ammortizzatori sociali per il 20124 a tutti i beneficiari.

Non vorremmo trovarci di fronte all’ennesimo fallimento del Governo dell’inadeguatezza.

Anche se c’è da dire che il Governo regionale, a guardare a quello che ha combinato, si è superato ed ha fatto di peggio stanziando 10 milioni di euro, con apposita delibera di giunta di qualche giorno fa ed in concomitanza con l’azzeramento, per garantire la copertura dell’ammortizzatore sociale solamente ai dipendenti degli enti formativi che prima dell’introduzione del citato decreto interministeriale n.83473/14 hanno richiesto l’accesso alla Cigd.

Per carità, nulla contro questi lavoratori, anzi. È il Governo regionale in grave ritardo nel trovare una soluzione, perché l’accesso alla tutela reddituale deve garantirlo a tutti gli operatori della Formazione professionale in atto senza lavoro, sia degli Servizi formativi che dei Servizi.

Quindi, per capirci, una parte degli operatori potranno ottenere il trattamento sostitutivo del reddito ed altri invece no.

Un bell’esempio di corretta amministrazione e di parità di trattamento tra lavoratori.

Molti osservatori ci hanno chiesto di cosa ha parlato il presidente Crocetta tutte le volte che ha incotrato i lavoratori ex sportellisti.

A cosa è servito incontrare con cadenza settimanale, il lumnedì, la rappresentanza dei lavoratori liberi se non a fare passarella e lanciare il messaggio mediatico di aver sotto controllo il settore. Perchè non affrontava seriamente i problemi legarti alla copertura della Cigd per i lavoratori degli enti formativi che non svolgono attività d’impresa?

Interrogativi ai quali si è sempre sottratto il Governatore Corcetta che ha ritenuto di puntare sempre e solamente al cavallo di battaglia: antimafia e legalità. Di facciata o reale?

Nota a margine

Il caos è d’obbligo e l’impatto sociale potrebbe essere devastante.

Non è stato sufficiente ‘calare la testa’al Governo nazionale guidato dal Pidiessino Matteo Renzi, per evitare la ‘malafiura’ al presidente della Regione Rosario Crocetta.

Non è stato sufficiente farsi scippare un miliardo e passa di euro dal bilancio regionale per ottenere, magari, una sorta di compensazione in sede di assegnazione delle risorse per la copertura degli ammortizzatori sociali in un a Regione dove il lavoro non si trova neanche a cercarlo come un ‘ago nel pagliaio’.

Con una forzatura e tentando di nascondere l’assenza di una seria programmazione delle risorse e la mancata strutturazione dei Servizi per il Lavoro, il Governo del Pd e del Governatore Crocetta ha fallito lasciando senza copertura reddituale una parte degli operatori della Formazione professionale, e dei 1800 operatori ex Sportelli multifunzionali. Migliaia di operatori che ad oggi restano senza lavoro e senza reddito.

È facile per il presidente Crocetta dichiarare di aver risparmiato 200 milioni di euro nel settore della formazione professionale, quando a finanziare questo risparmi c’hanno pensato ‘forzosamente’ gli 8000 lavoratori, metà dei quali rimasti pure senza impiego.

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