Formazione, i Cobas sullo ‘stop’ ai licenziamenti

da Maurizio Galici
del Coordinamento Sindacale di Base Formazione Professionale Sicilia
COBAS-SCUOLA E CUB-SCUOLA

Enti sospendete i licenziamenti – nota DG su circolare 10/1994

Finalmente!!! la nota del DG sulla circolare 10/94 riapre uno spiraglio.

L’abbiamo chiesta in tutte le occasioni all’Assessore, e ancora prima che fosse emanata la nota del DG , prontamente e in solitudine visto che non ci risultano analoghe iniziative , abbiamo chiesto al primo Ente, che ci comunicava l’avvio delle procedure di Licenziamento Collettivo , di attenersi al CCNL e alle norme regionali in tutela dei lavoratori della Formazione Professionale leggi nostro comunicato all’Ente

Ora si apre un’altra fase di lotta per la difesa del diritto al lavoro, crediamo e continueremo a spenderci per creare fronti unitari dei lavoratori , forti della consapevolezza che i lavoratori chiedono difesa sindacale oltre le sigle di appartenenza, oltre le passerelle mediatiche.

Continueremo a difendere e sostenere la nostra proposta di riforma verso un sistema interamente gestito da un soggetto pubblico, dove le risorse professionali dei lavoratori vengano realmente utilizzate e valorizzate, per una formazione professionale che nel rispetto del diritto di cittadinanza di tutti diventi un “bene comune e non più una ca$$a comune” .

Nessun lavoratore della Formazione Professionale doveva o deve essere licenziato, chiediamo con forza un intervento chiaro che consenta il recupero al lavoro di tutti, il dissesto, il fallimento, l’inaffidabilità degli Enti non l’hanno causata i lavoratori , che invece continuano a pagare colpe che non hanno .

LA NOSTRA PROPOSTA

Mesi di CIGD e di ritardo delle spettanze dovute e non ancora percepite oltre al 20% ad integrazione della CIGD non ancora erogate, hanno dissanguato i lavoratori e le loro famiglie. Non si possono ancora chiedere sacrifici, la strada della riforma, se veramente la si vuole, deve passare attraverso l’attivazione di tutti i meccanismi finanziari e legislativi idonei a garantire che non siano sempre i lavoratori a pagare.

Ora Basta! Non vorremmo arrenderci alla ormai troppo frequente verità storica “cambiare tutto per non cambiare niente”.

 

Redazione

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