L'assessore al ramo Bruno Marziano parla del «regolamento di accreditamento», mentre il governatore è decisamente meno politically correct nel commentare l'indagine della Finanza sull'ente. Lo fanno in occasione della presentazione dell'ultimo piano della formazione
Formazione, governo regionale presenta Avviso 8 Crocetta: «Anfe? Da prendere a calci nel sedere»
«Per quanto riguarda la situazione di Anfe e Aram ci atterremo agli articoli 15 e 16 del regolamento di accreditamento che tendono a salvaguardare le attività in corso e contemporaneamente valutano il comportamento dei gruppi dirigenti di questi enti, al fine del mantenimento dell’accreditamento». Dopo il terremoto giudiziario che ha colpito l’Anfe negli scorsi giorni, con la conclusione delle indagini da parte della Guardia di finanza, sceglie la via del politically correct l’assessore regionale alla Formazione, Bruno Marziano.
Lo fa decisamente meno il governatore Rosario Crocetta, secondo cui «alcuni meriterebbero di essere cacciati a calci nel sedere nel giro di 24 ore, per i danni che hanno prodotto ai giovani siciliani e agli stessi operatori della Formazione. Non possiamo fare finta che non sia successo nulla – continua – e ovviamente mi dispiace per i lavoratori. È vero che un dente cariato può essere curato, ma a volte bisogna estirpare il dente. È doloroso estirpare, ma alla lunga è necessario». Secondo il governatore ci sarebbero ancora «troppi scheletri dentro l’armadio» e per questo motivo ritiene che «non si possa chiudere la bonifica di cui necessita» il settore.
I due esponenti della giunta hanno detto la loro sulla vicenda nel corso della conferenza stampa convocata a palazzo d’Orleans per presentare l’Avviso 8. «Negli scorsi anni – sottolinea Crocetta – chi voleva fare affari faceva un ente di formazione e veniva accreditato. Ci hanno provato coloro che contavano e hanno determinato questo scempio. Negli anni il problema è diventato fare pulizia nel settore tenendo presente che ci sono i lavoratori, i formatori, gli alunni». Secondo Crocetta «in questo settore c’è il bambino e l’acqua sporca, il primo è rappresentato dall’immensa platea di ragazzi e di lavoratori, la seconda dal sistema intrecciato di affari e corruzione che ha visto compartecipi in questi anni una parte di burocrazia, di politica e di enti di formazione».
«Spesso dietro le critiche – ha aggiunto Marziano – si sono nascosti interessi familiari e personali: non è pensabile che possa essere aggredito un sistema perché un mio familiare non ha visto finanziato il suo ente. Il punteggio viene assegnato sulla base di quello che gli stessi enti hanno dichiarato».
L’assessore ha ribadito di aver siglato un protocollo con la Guardia di Finanza per garantire i controlli di legittimità sull’attività degli enti di Formazione. Secondo l’assessore gli Avvisi 4, 7 e 8 sono il frutto di un lavoro partito da lontano «di cui non voglio prendere l’esclusivo merito. Al contrario – aggiunge – il percorso è stato intrapreso già dal primo decreto firmato dal presidente della Regione sul sistema di accreditamento, poi è stata la volta del registro regionale delle competenze, lo scorso giugno abbiamo individuato gli assi strategici, in base a un sistema-faro che ci ha indicato su cosa puntare. Tutte queste norme assieme hanno messo in sicurezza sia normativa che giuridica il sistema della formazione professionale».