Formazione, con i soldi del Piano giovani pagheranno la Cassa integrazione

Con le risorse del Piano giovani vorrebbero finanziare la Cassa integrazione in Sicilia. Proprio così, accade anche questo nell’approssimazione e distrazione di un Governo siciliano impegnato solamente al talk show. Cosa è accaduto in pratica?

Per far fronte all’emergenza occupazionale, Roma vorrebbe sottrarre le risorse destinate in Sicilia alla formazione professionale. E lo farebbe sotto il naso (o con il consenso?) del presidente della Regione, Rosario Crocetta, per garantire la copertura della quota di ammortizzatore sociale che spetterebbe alla nostra Isola.

Peccato che con i 452 milioni del Piano giovani dovrebbe essere finanziata anche la seconda annualità dell’Avviso 20-2011. Basteranno questi soldi per finanziare Cassa integrazione e seconda annualità dell’Avviso 20?

Di fatto, la Sicilia verrebbe penalizzata dalle scelte operate dal Governo nazionale presieduto da Enrico Letta. E il Governo regionale cosa fa? Reagisce prontamente? Macché! Roma scippa ancora una volta i siciliani e da Palermo non parte alcuna reazione. Semmai Crocetta e le donne potenti poste agli assessorati al Lavoro (Ester Bonafede) e alla Formazione professionale (Nelli Scilabra) subiscono in silenzio. Chissà per quale baratto.

Una bella figura, quella “accucchiata” nei confronti dei dieci mila lavoratori della formazione professionale siciliana già collassati per via delle mancate retribuzioni da oltre dodici mesi. Precisiamo che il Consiglio dei ministri, lo scorso 17 maggio, ha deciso il finanziamento dello strumento della Cassa integrazione in deroga, stanziando circa un miliardo di euro. Risorse individuate per una quota dalla legge di stabilità e per un’altra parte stornate dai capitoli di bilancio relativi al Lavoro e alla Formazione professionale.

Riportiamo una battuta del Presidente del Consiglio. “Il provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri consente di avvicinare il fabbisogno per il 2013”, ha sottolineato il premier Letta. Nella bozza di decreto inizialmente c’erano solo 496 milioni: 250 milioni dal Fondo sociale per l’occupazione e la formazione e altri 246 milioni versati dall’Inps.

Dal mondo sindacale registriamo l’apprezzamento del leader della Cisl. Raffaele Bonanni ha spiegato che la sua organizzazione sindacale “apprezza il rifinanziamento per gli ammortizzatori in deroga che tampona una gravissima emergenza sociale, anche se si tratta in parte di risorse che erano già state individuate dalla legge di stabilità e per un’altra parte di risorse che vengono stornate da capitoli di bilancio relativi al lavoro e alla formazione”.

Stando alle affermazioni riportare, la Cisl dunque, pare abbia avallato lo scippo in Sicilia perpetrato a danno dei lavoratori della Formazione professionale. Appare confuso il messaggio lanciato ai lavoratori dalla Cisl. Da un lato a Roma si sottraggono le risorse destinate agli stipendi degli operatori della formazione e, dall’altro, si scende in piazza a Palermo per richiederle. La solita presa per i fondelli?

Il sindacato “bianco”, inoltre, pare manifestare un certo nervosismo, almeno in Sicilia, dovuto alla necessità di tornare a sedersi ai tavoli che contano per garantirsi i soliti interessi. La conferma la si apprende dalle dichiarazioni riportate sul
sitowww.fisascatpalermo.it. La Cisl infatti avanzerebbe spavaldamente la candidatura alla gestione delle risorse del Fondo sociale europeo destinate alla Sicilia. Emulando Roma anche a Palermo, non fidandosi degli assessori Nelli Scilabra e Ester Bonafede, i cislini preferirebbero decidere in “camera caritatis” le sorti del settore della formazione professionale.

Infatti riportiamo quanto dichiarato in merito. “Gli uffici della Regione che dovrebbero gestire i fondi europei, sono impreparati a svolgere le procedure”, si legge sul sito richiamato. A seguire poi la proposta lanciata dal sindacato: “Chiediamo un intervento del ministero della Coesione territoriale, una task force che gestisca il Fondo sociale europeo per la Formazione dato che l’amministrazione non si è dimostrata in grado, altrimenti la paralisi non si fermerà e porterà al collasso il sistema”.

Una posizione che appare coerente, si alza la voce a Palermo per mettere mani alle stesse risorse. Ma con quanti bocconi vorrebbe mangiare il sindacato ‘democristiano’? Siamo alle solite. Chiacchiere e ancora chiacchiere. Si ripete la solita storia della coperta troppo corta, tirata una volta da Roma e una volta da Palermo. Risultato? L’aumento delle sacche di povertà tra le famiglie dei lavoratori della formazione professionale in Sicilia.

La musica non cambia sul versante delle politiche di sostegno al reddito. Infatti, oltre a tenere bloccati i pagamenti nelle tre filiere del sistema formativo (Interventi, Servizi e Oif), il Governo regionale ha pure sospeso l’erogazione delle indennità di Cassa integrazione. Le richieste di accesso all’ammortizzatore sociale sono in continuo aumento. Da gennaio ad aprile sono stati bruciati per l’ammortizzatore sociale 31 milioni di euro. Con la stessa cifra, nel 2012, la Regione era riuscita a coprire i primi sei mesi. Il vero problema è che i soldi sono già finiti. Almeno la prima tranche relativa al 2013.

In realtà, la Regione ha un budget accantonato di circa 108 milioni, che però al momento non può essere utilizzato. Si tratta dei soliti fondi comunitari originariamente inseriti nel Fondo sociale europeo e recentemente trasferiti nel Piano giovani, il programma di investimenti gestito direttamente da Roma e che la Cisl vorrebbe mettersi in mano.

A tal riguardo riportiamo la dichiarazione della dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale al Lavoro, resa al sindacato bianco e riportata sul già citato sito internet. “Per sbloccare queste somme – ha spiegato la Corsello – bisogna attendere un via libera di Bruxelles e poi un’istruttoria ministeriale. I tempi potrebbero non coincidere con la velocità della crisi”. Che abbia messo le mani avanti per crearsi l’alibi all’inefficiente azione amministrativa? Può darsi.

Sia che si parli di formazione professionale che di ammortizzatori sociali la costante è sempre la stessa, il Governo regionale agisce con approssimazione e incompetenza. E’ risaputo che il tentativo del “Trio dei sogni e dei rinvii” CSC, (Crocetta, Scilabra, Corsello con l’innesto della “B” di Bonafede), di cambiare il contenuto del Piano giovani è miseramente fallito, a fine aprile, per il diniego dei funzionari ministeriali e comunitari.

Cosa succederà, adesso? È difficile a dirsi. Però, stupisce che l’assessore al Lavoro, Ester Bonafede, dello stesso partito del ministro della Pubblica amministrazione, Giampiero D’Alia, non abbia fatto sentire ai tavoli romani tutto il peso dell’emergenza sociale in Sicilia. Sembrano esponenti di due partiti diversi. Che sia iniziato il toto assessore al Lavoro?

 


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