Formazione, Avviso 20 sempre bloccato

Accogliamo la richiesta formulata da INDIGNATE/I AVVISO 20 all’interno del commento delle ore 16,33 all’articolo “Formazione, tempo di elezioni, tempo di promesse elettorali” pubblicato da questo giornale il 9 settembre 2012. Volentieri ripubblichiamo l’esposto indirizzato alla magistratura ordinaria ed alla Direzione nazionale antimafia.

La lettera è già stata trattata dalla nostra redazione e pubblicata nell’articolo dal titolo: “Affaire Avviso 20, esposto in Procura e all’Antimafia” del 2 agosto scorso. Da allora ad oggi poco è cambiato. Continua l’Avviso 20/2011 a non decollare ed i lavoratori continuano a non percepire le retribuzioni. Qualcosa per la verità è cambiata. Nel frattempo, con protocollo d’intesa siglato con le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali, il 9 agosto 2012, il dirigente generale al dipartimento lavoro, Anna Rosa Corsello ed il già (nel senso che ormai ce ne siamo liberati: altra novità) dirigente generale al dipartimento Istruzione e Formazione professionale, Ludovico Albert, hanno inibito ai lavoratori l’accesso alla Cassa integrazione guadagni in deroga (CIGD).

Se prima i lavoratori di questo settore erano in balìa a profonda disperazione, oggi sono assaliti ed affogati dalla certezza della “presa per il culo”. Proprio così: una sfumatura poco garbata, ma che si addice perfettamente ad un settore che è scemato fino all’apocalittico. Tutto riscontrabile con date, provvedimenti, promesse, protocolli, intese, accordi, circolari, delibere di giunta regionale, decreti assessoriali e persino memorandum, il cui significato giuridico è tutto un programma.

Come quello portato avanti dalla gestione Lombardo, Albert, Centorrino (LAC), nomi oramai talmente noti che non vi presentiamo più. Ci appare davvero superfluo dirvi chi sono e con quale ruolo abbiano condotto alla deriva la formazione professionale siciliana. E’ giunto il tempo dei primi bilanci. Ed ecco emergere le note dolenti, un sistema imbavagliato da una giungla di scorrettezze amministrative, di incarichi per valutazione dei progetti, monitoraggio della spesa, certificazione della spesa comunitaria e quant’altro tradottisi in spreco di spesa pubblica ed ingessamento, più o meno volontario, dei meccanismi amministrativi.

Un sistema messo in piedi poco efficace, con corsi di formazione, ad oggi, mai partiti e con la certezza di avere creato una nuova sacca di povertà, quella costituita dalle famiglie dei lavoratori della formazione professionale. Almeno quella parte di operatori che si sostentano solamente con questa fonte di reddito. Soggetti che si sono ritrovati senza arte né parte, lavoratori falliti appresso a tanti Enti formativi. Quali conseguenze?

Ve le riportiamo così come le abbiamo raccolte dai lavoratori: blocco mutui prima casa, blocco conti correnti e prestiti finanziari, procedimenti di aggressione patrimoniale, decreti ingiuntivi, etc. etc. E poi, è opportuno sottolineare che tutte le critiche al settore della formazione professionale, formulate a vario titolo da Confindustria o da una parte dell’opinione pubblica che pensa al settore come una macchina mangia soldi, vanno raffreddate. Almeno nella misura in cui la responsabilità non appartiene ai lavoratori, ma semmai alla politica regionale che ha sovradimensionato il settore.

Non mettiamo in dubbio che ci sia una probabile dispersione di denaro. E questo è un dato di fatto, come lo è l’arricchimento di molti presidenti di Enti, almeno quelli scorretti con i lavoratori. Ma cosa c’entrano i lavoratori mercificati da un sistema politico-clientelare che ne ha fatto “carne da macello”? Pari dignità per tutti, anche per i lavoratori della formazione professionale, soggetti che in larga parte hanno un curriculum professionale di tutto rispetto, che non meritano accuse, spesso, gratuite e fuori luogo.

Il sistema della formazione professionale va cambiato e per farlo occorre mettere da parte interessi personali e di pochi gruppi per perseguire la generale dedizione alla “cosa pubblica” al diritto allo studio ed alla formazione lungo tutto l’arco della vita, costituzionalmente garantita.

 

Di seguito ripubblichiamo l’esposto procura.

 

ESPOSTO PROCURA

31 luglio 2012 alle 17:55

Spett.le Procura della Repubblica di Palermo

C. a. Sig. procuratore della Repubblica

Spett.le D I A

C. a. Dr . Piero Grasso

Oggetto: Esposto a mezzo stampa

Vogliano Codesta Direzione e la Sua credibilissima Persona voler urgentemente intervenire a vederci chiaro nel “ricchissimo” settore della FP siciliana al fine di voler ripristinare, ove lesa, la legalità e ciò a favore di un servizio pubblico interrotto e degli addetti ai lavori.

 

Stante alle continue notizie ed inchieste giornalistiche, dal 2010 ad oggi gli Enti di Formazione Professionale cosiddetti “storici” e tra questi anche quelli di emanazione sindacale sono stati ceduti a non precisate compagini sociali (vicine a parlamentari)che si appresterebbero ad avere finanziamenti per circa 90 milioni di euro per Ente all’anno.

 

Stante altresì la scelta politica operata non di co – finanziare il Piano Formativo ai sensi della LR 24/ 76, legge che regolamenta il settore e ne tutela i lavoratori e gli Enti no profit, si intravvede il pericolo per:

1) Probabili licenziamenti dei lavoratori al fine di “creare margini di profitto illecito”

2) Probabile occulto perseguimento di utile;

2) Probabile reinvestimento di capitali di dubbia provenienza nel settore delle forniture;

3) Probabili infiltrazioni di carattere mafioso nell’Amministarzione Competente – Assessorato Regionale della Formazione e dell’Istruzione Professionale –

 

Ai fini dell’approfondimento di quanto denunciato si a riferimento alle notizie diffuse in merito dai seguenti principali organi Repubblica Palermo, Repubblica, Report, Livesicilia, Panorama, linksicilia, siciliainformazione.

 

Stante ciò che è accaduto ed accade gli scriventi lavoratori, aderenti al comitato spontaneo Indignati Avviso 20 , non ritengono di “potere” al momento rivelare le proprie identità per paura di ritorsioni verso i propri Enti e conseguente licenziamento nonché ritorsioni di carattere mafioso.

 

Tuttavia è nostro impegno presentarci nelle forme e nei modi che ci tutelino al Magistrato cui verrà affidata l’inchiesta al fine di collaborare pienamente.

 

Fidando nell’accoglimento distintamente salutiamo.

 

Lavoratori Comitato Indignati Avviso 20

 

 

Giuseppe Messina

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