Con la riprogrammazione dei fondi Pac rischiano di finire a Roma anche i 250 milioni di euro non spesi e non impegnati del cosiddetto Piano giovani. A meno che i termini non vengano spostati al 31 dicembre o, meglio, al 30 aprile del prossimo anno. Probabili i ricorsi dei Comuni siciliani contro lo scippo di 500-600 milioni di euro delle risorse destinate alla spesa sociale
Formazione, a rischio anche i fondi per l’Avviso 20 Lo scippo di Renzi tocca pure tirocini formativi e scuole
Un dato è certo: la riprogrammazione dei fondi Pac (Piano di azione e coesione) voluta dal governo Renzi, riguarda anche i fondi del cosiddetto Piano giovani. Teoricamente, tutte le risorse non spese dei 452 milioni di euro non ancora utilizzati o impegnati sono oggi a rischio. Si dovrebbero salvare, con un certo margine di certezza, le risorse per la terza annualità dell’Avviso 20, non perché lo prevede la legge, ma perché, se ciò dovesse avvenire, assisteremmo, in Sicilia, a rivolte sociali da parte dei dipendenti della Formazione professionale che non sono ancora stati licenziati.
La riprogrammazione dei fondi Pac toglie circa 3,5 miliardi di euro. Di questi, 500-600 milioni di euro vengono tolti alla Sicilia. Si sarebbe trattato di risorse che i Comuni della nostra Isola avrebbero dovuto utilizzare per impianti sportivi, per il risanamento dei centri storici e, soprattutto, per la spesa sociale. In quest’ultimo caso – con riferimento alla spesa sociale per anziani, bambini e per l’infanzia – non è detto che l’operazione del governo Renzi riesca. Non è detto, insomma, che Roma tolga i soldi ai Comuni siciliani senza colpo ferire. E’ probabile, infatti, che in questa storia intervenga la magistratura. Questo perché molti distretti socio-sanitari della Sicilia hanno già programmato e, in molti casi, impegnato i fondi che il governo Renzi sta provando a togliere alla Sicilia per consegnarli alle Regioni del Centro Nord Italia (che dovrebbero utilizzarli come sgravi contributivi in favore delle imprese).
I distretti socio-sanitari che hanno già programmato questi fondi – decine e decine di milioni di euro impegnati da centinaia di Comuni siciliani – daranno vita a contenziosi. E siccome, da parte dei Comuni siciliani, c’è la volontà di spendere queste somme, la storia dei ritardi del solito Sud nell’utilizzare le risorse pubbliche non regge. A parte che, in alcuni casi, i ritardi nella spesa dei fondi europei è determinata anche dal Patto di stabilità, cioè dalle cervellotiche disposizioni di un’Unione europea che stanzia i fondi e poi precisa che non possono essere spesi tutti in un breve arco di tempo.
La riprogrammazione dei fondi Pac tocca anche i 452 milioni di euro che, nel 2010, sono stati tolti dagli oltre due miliardi di euro del Fondo sociale europeo destinati alla Sicilia e trasferiti a Roma per farli ritornare come fondi del Piano giovani (in realtà, il conteggio è un po’ più complesso, ma il risultato al quale si arriva è, grosso modo, questo). Di questi 452 milioni di euro, la Sicilia ne ha utilizzati, fino ad oggi, circa 200. Sotto il profilo teorico, stando alla legge voluta dal governo Renzi, tutte le somme non spese o non impegnate entro 30 settembre a valere su questi 542 milioni di euro dovrebbero essere incamerate da Roma per essere trasformate in agevolazioni per le imprese che, in massima parte, hanno sede nelle Regioni del Centro Nord Italia. All’articolo 13 di questa legge nazionale pensata, di fatto, per penalizzare il Sud Italia, ci sono emendamenti che postergano al 31 dicembre i termini di questo scippo. Addirittura anche ad aprile del 2015. Bisognerà vedere cosa succederà nella votazione e finale e, soprattutto, bisognerà leggere il testo della legge che verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, perché sarà quello che avrà valore giuridico.
In teoria sono a rischio anche gli oltre 120 milioni di euro della terza annualità dell’Avviso 20 che il governo regionale di Rosario Crocetta ha trascinato, senza utilizzarli, fino ad oggi. Questi fondi non dovrebbero essere toccati, perché sarebbe una beffa per la Formazione professionale della Sicilia. Ma, si sa, con Renzi tutto è possibile. Tra l’altro, se i termini slitteranno almeno al 31 dicembre, l’amministrazione avrebbe comunque il tempo di salvare una parte di questi fondi impegnandoli.
A rischio sono anche le risorse per i tirocini formativi. Il tema rimanda alle polemiche dello scorso agosto tra l’allora assessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra e la dottoressa Anna Rosa Corsello. Se non fosse esplosa quella gran confusione, se la gestione dei tirocini formativi fosse stata corretta ed oculata, oggi queste risorse sarebbero già stata utilizzate per i giovani disoccupati e per le imprese siciliane. Invece, grazie a questi ritardi, questi soldi potrebbero finire alle regioni del Centro Nord Italia. Lo stesso discorso vale per i fondi non spesi per le scuole e per gli edifici scolastici della Sicilia. Anche questi fondi potrebbero finire altrove. E di questo – se ciò dovesse succedere – i siciliani dovranno ringraziare il governo Crocetta per i ritardi e il governo Renzi che avrebbe tolto queste risorse finanziarie alla Sicilia.