Formazione 2/ Le proposte del Cordinamento unitario di base

dal Coordinamento unitario di base Formazione professionale Sicilia
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Resoconto del Tavolo tecnico istituzionale insediatosi lo scorso 15 marzo.

L’incontro inizia con l’intervento dell’assessore (Nelli Scilabra) che indica alcune premesse base:

– Partire dalla legge 24/76 per avviare la riforma con la prerogativa di garantire e tutelare il personale, mantenendo quanto è recuperabile dal sistema eliminare le inefficienze e la cattiva gestione;

– Legare la Formazione alle necessità del territorio, delle imprese, in stretta collaborazione con l’università e la scuola;

– Semplificare e snellire le procedure amministrative;

– Riformare i meccanismi di accreditamento- ridurre i costi di gestione – monitorare l’affidabilità degli enti e usare la massima severità verso chi non paga il personale;

– Ristrutturare gli OIF – partendo dal costruire l’anagrafe scolastica per comprendere e intervenire contro la dispersione scolastica;

– Tutela dei lavoratori attraverso idonee misure e garanzie, recuperare e utilizzare gli esuberi provenienti dagli Enti, utilizzare l’Albo dei formatori come Elenco ad esaurimento – riqualificare il personale attraverso l’utilizzo del Piano Giovani.

Concludendo ha indicato che si procederà lavorando su 4 tavoli:

1. Fabbisogni formativi;

2. Semplificazione amministrativa;

3. OIF;

4. Garanzie dei lavoratori.

Come Coordinamento Sindacale di Base, siamo stati presenti con una lavoratrice CUB-Scuola di Messina e un lavoratore COBAS-Scuola di Palermo.

Nella premessa abbiamo sottolineato l’apprezzamento alla scelta dell’assessore di ascoltare, oltre le sigle sindacali, direttamente i lavoratori del settore, facendoli diventare parta attiva del progetto di riforma.

Nei nostri interventi, concordando con la scelta di ripartire dalla legge regionale n. 24 del 1976, coerentemente al mandato ricevuto dalle assemblee dei lavoratori nostri iscritti e non, abbiamo indicato le linee guida della nostra proposta di riforma (che nei prossimi giorni presenteremo):

– Creazione di una struttura regionale con caduta territoriale, che gestisca tutto il personale e le relative risorse economiche, che assegni il personale necessario e utile alle varie sedi F.P. ( attuali Enti di F.P.), controllando e gestendo il reale, razionale, fabbisogno di risorse umane

– Rivisitazione del ruolo degli enti, che essendo senza scopi di lucro, dovrebbero agire solo per scopi sociali , quindi devono avere affidato solo il compito di indirizzo e verifica dell’intervento in termini di analisi sociale,” occorre un sistema pubblico della Formazione P”

– Legare sempre più la Formazione Professionale alle imprese e alle reali necessita territoriali, relazionandosi anche con i comuni, prevedendo interventi Formativi integrati con il territorio, per supplire alle mancate azioni che i comuni non possono più garantire alle fasce deboli e all’ambiente.

Nell’immediato abbiamo invitato l’assessore ad attivare tutte le procedure atte a sbloccare il pagamento dei lavoratori e mettere in sicurezza il personale della F.P. , ed inoltre chiesto:

– che sia attivata la procedura indicata dal Presidente Crocetta circa il pagamento del DURC, che andrebbe anticipato dalla Regione e recuperato sul finanziamento;

– che sia emanata una nota che obblighi gli Enti a relazionare all’assessore e ai lavoratori, entro la prima settimana del mese l’avvenuto o meno pagamento degli stipendi del mese precedente, indicando le eventuali cause che lo hanno impedito;

Concludendo, come lavoratori Siciliani ricordiamo e invitiamo il Presidente della Regione Rosario Crocetta ad attuare la rivoluzione promessa a Siciliani, partendo da rivoluzionare il sistema della Formazione Professionale.

I mali della Formazione Professionali non li hanno creati i lavoratori, ma li subiscono . Chiediamo dignità, valorizzazione delle professionalità, trasparenza e legalità nella gestione del denaro pubblico, valorizzazione del sistema e tutela per gli utenti, che hanno diritto alla Formazione come elemento base del diritto di Cittadinanza. In fine abbiamo ribadito che prima di sottoscrivere, qualunque intesa sulla riforma, avremmo consultato i lavoratori coerenti alla nostra prassi Sindacale di Base.

Nota a margine 

di Giuseppe Messina

La posizione del sindacato di base non sembra essere diversa da quella delle altre organizzazioni sindacali. In questa fase di propositi e buone intenzioni registriamo con favore un dato che accomuna le dichiarazioni rese: la tutela e salvaguardia dei lavoratori.

Questo appare essere il vero punto di partenza della riforma: porre il lavoratore al centro di un processo complesso di rivisitazione delle norme regionali di settore. E in questo registriamo anche la convergenza del Governo regionale per voce dell’assessore all’Istruzione e Formazione professionale, Nelli Scilabra.

Durante il nostro cammino redazionale di avvicinamento all’insediamento del Tavolo tecnico istituzionale abbiamo ricevuto innumerevoli segnalazioni raccolte dai lavoratori che hanno voluto manifestare i propri intendimenti sulla riforma del sistema formativo.

Tra le proposte che hanno riscosso il maggior favore del lettore riportiamo l’agenzia unica del personale che dovrebbe annoverare tutti i lavoratori assunti entro il 31 dicembre 2008, nel rispetto della delibera di giunta n.350 del 4 ottobre 2010.

Interesse ha suscitato anche la creazione di una Tesoreria unica gestita, attraverso un bando pubblico, da un istituto di credito di rilievo, con un coordinamento accentrato presso il dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale con il fine di pagare direttamente le retribuzioni al personale degli enti formativi, oltre che agli allievi.

Sull’intento comune di ritornare alla legge regionale n. 24 del 6 marzo 1976 diverse sono le ipotesi allo studio volte ad attualizzare lo strumento legislativo. Secondo una linea di pensiero, il ritorno alla legge regionale 24/76 dovrebbe significare la demarcazione tra i soggetti senza finalità di lucro e le società di capitali.

In primi godrebbero delle previsioni contenuto nell’articolo 4 della legge citata, potendo svolgere l’attività formativa come ente strumentale della Regione siciliana. Le seconde avrebbero accesso solamente ai bandi comunitari.

In discussione anche la modifica dei requisiti per qualificare il sistema regionale di accreditamento. Sembra interessante l’idea di introdurre diverse sezioni quali: Obbligo formativo, Formazione di base, Alta formazione, Formazione per ambiti speciali e Carceri, Formazione continua e permanente, Apprendistato.

Interessante anche la possibilità di introdurre una sorta di sbarramento all’accesso al nuovo accreditamento. Chiariamo. Un Ente potrebbe iscriversi al massimo a due Sezione tra quelle elencate, dimostrando prioritariamente di svolgere l’attività per una. Ovviamente sarebbe negato l’accesso alla formazione iniziale o di base alle società di capitale. Tipologia di attività che andrebbe finanziata con risorse regionali.

Sulla semplificazione amministrativa il coro è unanime: urge introdurre un a procedura che garantisca il pagamento mensile della retribuzione ai lavoratori.

Un aspetto che resta oscuro è la copertura finanziaria sull’attività formativa. Non si capisce cosa intende fare il Governo. Lo scenario è semplice. Da un lato, a giugno, scade la prima annualità dell’Avviso 20/2011 e non c’è un quattrino a disposizione. Dall’altro, si parla di ritorno alla legge regionale 24/76, ma con quali direttive e con quali tempi? Così come nessuna indicazione è stata fornita dal Governo regionale in merito al pagamento delle trance di finanziamento dell’Avviso 20/2011, ferme per moltissimi Enti formativi al primo 25 per cento.

Il confronto è oramai aperto. Nei prossimo giorni dedicheremo altre pagine di commento e testimonianza sul delicato tema della riforma del sistema formativo regionale.

Ci auguriamo che i rappresentanti di altre sigle sindacali partecipino attivamente al dibattito lanciato da LinkSicilia..

 


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