Ci hanno provato ieri, ma senza fortuna. Oggi, dopo una mattinata d'attesa, tre rappresentanti del movimento sono stati ricevuti dal sindaco di Catania. «Vogliamo capire cosa intende fare per la povertà e la crisi che dilagano in città», dicono i manifestanti. L'intesa è raggiunta, ma per sapere quando si concretizzerà bisogna aspettare lunedì
Forconi, leader a colloquio con Stancanelli Prevista un’assemblea consiliare aperta
Ventiquattro ore per un colloquio. E ancora un fine settimana per una risposta definitiva. Tanto ci ha messo il movimento dei Forconi per raggiungere un’intesa con il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli. L’incontro è avvenuto stamattina al Comune, tra il primo cittadino insieme al presidente del consiglio comunale Marco Consoli e tre leader della protesta: Francesco Crupi, coordinatore per la zona etnea, Mariano Ferro, come presenza regionale del movimento, e Fabio Micalizzi, in rappresentanza dei pescatori. «Vogliamo chiedere al primo cittadino di fare assemblea nell’aula consiliare – dice Ferro – Vogliamo capire cosa intende fare per la povertà e la crisi che dilagano in città». Una nuova fase del movimento, spiega Crupi, in cui si chiede l’appoggio dei Comuni. Anche per occupazioni autorizzate. Una mediazione non semplice, raggiunta sulla proposta di un’assemblea consiliare straordinaria e aperta al movimento e ai cittadini. Lunedì i capigruppo si riuniranno per discutere e fissare una data. «Ci hanno garantito che sarà massimo entro giovedì – dice Crupi – E noi ovviamente chiameremo tutti i commercianti per partecipare». Ma, mentre il Comune si avvicina, ad allontanarsi sono i compagni della prima ora: gli autotrasportatori di Forza d’Urto che prendono le distanze dai Forconi.
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L’attesa per l’incontro comincia dalle prime ore della mattina, dopo il buco nell’acqua di ieri. «Stancanelli ha promesso che ci avrebbe ricevuti alle 11», spiega Crupi. Ma il primo cittadino non c’è: è impegnato in una conferenza stampa all’ex monastero dei Benedettini. Il clima si surriscalda. «Se non ci fate entrare, vi portiamo qui tutta Catania», minaccia Ferro. Tra le urla, un’anziana signora scoppia a piangere. Con i Forconi non c’entra nulla, «ma noi protestiamo anche per lei», commenta un manifestante. «Devo fare la tessera sanitaria – spiega la signora, agitata – e mi sballottolano da un ufficio all’altro. Io sono sola, non posso camminare, come faccio?» chiede al vigile urbano davanti all’ingresso. Che però ammette di non poterla aiutare e le indica l’ufficio apposito, in via Dusmet. C’è chi si offre di accompagnarla e chi rimprovera l’agente: «E se fosse sua madre?». Dopo le insistenti richieste della piccola folla, la signora viene fatta entrare per parlare con un’impiegata comunale.
Dopo una lunga attesa, poco prima delle 12, una delegazione dei Forconi – composta dai tre rappresentanti – viene ricevuta. La piazza inizia lentamente a svuotarsi. «Ci hanno proposto di andare a palazzo Zurria – spiega Ferro, appena uscito – Come se fossimo qui per fare una vertenza di quartiere». Poco dopo, i tre vengono richiamati. Nessuna occupazione – autorizzata o meno – e un’unica proposta sul tavolo. Da fissare a partire da lunedì.