Forconi, giovedì tutti alle Ciminiere di Catania

L’appuntamento è alle ‘Ciminiere’ di Catania giovedì 2 febbraio, alle 18,00. Ci saranno tutti i rappresentanti dei ‘Forconi’ della Sicilia. Per dire a chiare lettere che la ‘Rivoluzione siciliana’ non è finita ma, al contrario, è appena cominciata. Ci sono stati – e sono ancora in atto – tentativi di dividere il Movimento. Ma il nucleo forte – che è rappresentato dagli agricoltori e dagli autotrasportatori – è ancora integro e aspetta risposte chiare da Roma.
“Noi – ci dice Mariano Ferro – abbiamo avanzato le nostre richieste. Spetta al governo nazionale fornire le risposte. Una cosa è certa: se non otterremo quello che chiediamo andremo avanti”.
Facciamo notare a Ferro che il governo regionale retto da Raffaele Lombardo è riuscito a ‘sfilare’ dalla protesta i pescatori siciliani, che sarebbero tornati per mare. Ferro scrolla le spalle. Dice: “E’ vero, i pescatori siciliani, invece di aspettare le risposte che dovrebbero arrivare dai tavoli romani, hanno preferito andare a sedersi al tavolo con l’assessore regionale all’Agricoltura e alla Pesca, Elio D’Antrassi. E’ una loro scelta autonoma che non condivido. A mio modesto avviso, hanno sbagliato. Noi andiamo avanti per la nostra strada. Lo ripeto: abbiamo avanzato un pacchetto di richieste. A cominciare dalla defiscalizzazione della benzina e dalle cartelle esattoriali. Per noi, questi e altri punti sono un questione di sopravvivenza. Non molleremo”.
Chiediamo a Ferro se è vero che anche gli autotrasportatori sarebbero diventati ‘buoni’ come i pescatori. “A me non risulta – ci dice -. A noi risulta che anche loro hanno avanzato, con noi, richiese precise. Alle quali non abbiamo ancora ricevuto risposte. A me risulta che il Movimento che abbiamo messo su è più forte e più determinato che mai. In questi giorni ci siamo organizzati e strutturati. Vedremo quello che succederà”.
Facciamo notare che i vertici delle organizzazioni agricole siciliane parlano dei danni che i blocchi avrebbero provocato alle aziende agricole. Ferro sorride. “E’ un tema che abbiamo affrontato in questi giorni con tanti agricoltori siciliani. Per esempio, con quelli di Rosolini. Abbiamo parlato a lungo con loro. Alla fine, abbiamo scoperto che sono sulle nostre posizioni. I danni veri all’agricoltura siciliana li hanno provocati – e continuano a provocarli – i prodotti agricoltori, peraltro spesso di qualità scadente, che arrivano da altre parti del mondo a prezzi stracciati. Per non parlare della grande distribuzione organizzata che ci strozza”.
Chiediamo se è vero che, in caso di risposta negativa dal governo nazionale, i ‘Forconi’ torneranno in piazza per occupare i Comuni siciliani. “Quello che possiamo affermare con certezza – precisa Ferro – è che, in assenza di risposte del governo nazionale saremo di nuovo tutti in piazza. E, questa volta, saremo molti di più”. Quanto all’occupazione dei Comuni, Ferro torna a scrollare le spalle e precisa: “Nei Comuni ci siamo già. Siamo in attesa, l’ho detto”.
Ultima domanda, la più ‘cattiva’. La poniamo perché è un’indiscrezione che circola da qualche giorno. E’ vero – chiediamo – che una delle forme di protesta che potrebbe essere messa in atto è l’occupazione delle raffinerie? Ferro sorride. “In questa fase – risponde – dobbiamo aspettare l’esito dei tavoli romani. Quello che posso aggiungere è che noi, nei giorni scorsi, non siamo scesi in piazza per poi accontentarci di un piatto di fave. Chi pensa questo sta sbagliando. Noi difendiamo la nostra dignità di siciliani, il nostro futuro e il futuro dei nostri figli.  In questa battaglia, come minimo, dobbiamo portare a casa almeno l’applicazione di qualche pezzo di Statuto autonomistico della nostra Isola fino ad oggi disatteso. Tutto il resto viene dopo”.
Un’altra notizia riguarda la parte ‘politica’ del Movimento. Perché i ‘Forconi’, piaccia o no, stanno provando anche a unificare tutti i movimenti che si ispirano al rilancio dell’Autonomia siciliana. La notizia è che, oggi, i soggetti che hanno aderito a questo nuovo ‘cartello’ dell’Autonomia siciliana sono tredici: undici movimenti e due associazioni culturali.

 


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