Fondi Ue, una cabina di regia da Palermo a Bruxelles All’Ars le parti sociali a confronto con gli eurodeputati

Un primo incontro interlocutorio per creare un filo immaginario che dalla Sicilia arriverà a Bruxelles. Prima dell’attesa pausa estiva, la Commissione d’esame dell’attività europea fa il punto su quanto fatto e tanto altro che resta da fare in materia di programmazione, spesa e rendicontazione dei fondi europei. Una prima audizione interlocutoria, prevista dal regolamento dell’Assemblea regionale, ma che finora raramente aveva trovato seguito, per permettere ai direttori dei dipartimenti regionali, alle categorie produttive, ai deputati e agli enti locali, di interloquire coi parlamentari eletti al Parlamento di Bruxelles per tracciare una linea d’intervento comune. 

A introdurre i lavori, coordinati dal presidente della commissione speciale Giuseppe Compagnone, il governatore Nello Musumeci che ha spiegato l’importanza di costruire una sorta di cabina di regia tra le parti sociali, capace di fare sintesi. «È chiaro – ha detto Musumeci – che al momento stiamo operando sulla base di una programmazione immaginata dal precedente governo, per cui anche con una linea d’intervento differente da quella immaginata dal nostro esecutivo, com’è giusto che sia. Noi, sin dalla campagna elettorale, abbiamo detto con chiarezza dove e come vogliamo intervenire: tutela del territorio, edilizia scolastica, viabilità, lotta alla desertificazione delle aree interne».

Unico, degli otto eurodeputati eletti nel collegio Isole, a intervenire per ascoltare le istanze dei territori, è stato il medico di Lampedusa, eletto a Bruxelles nelle liste del Pd lo scorso maggio, Pietro Bartolo. Presente anche il vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, rimasto per l’intera durata dell’incontro (Musumeci è dovuto andare via a causa di altre riunioni già fissate). Tra le parti sociali che hanno presentato le loro istanze, anche l’Associazione siciliana amministratori Enti Locali, la Lega siciliana per le autonomie locali, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Agenzia per il Mediterraneo, Cna, Confartigianato, Sicindustria. E ancora, gli ordini professionali, dagli ingegneri ai commercialisti, fino ad architetti e agronomi.

«Lo scopo dell’iniziativa odierna – ha detto Compagnone – era quello di fare incontrare tutti i soggetti che dovrebbero beneficiare delle misure comunitarie (gli operatori dei comparti produttivi, i rappresentanti degli enti locali compresa la Cesi) e quanti supportano le imprese (gli ordini professionali e i Gal) con il governo e l’amministrazione regionale per analizzare le criticità del sistema e le proposte, ai fini di rendere più efficace la futura programmazione e determinare una ricaduta maggiore sui territori».

Critici i deputati del Movimento 5 stelle, intervenuti nel corso dell’audizione: «Da quando possiamo dire che la responsabilità è di questo governo e non dei precedenti? – si chiede Luigi Sunseri – Dal 2020? Da quando individuiamo una responsabilità, considerato che siamo l’ultima regione per spesa di fondi europei? In Emilia Romagna non hanno graduatorie provvisorie sul Psr. Io oggi mi aspettavo di ascoltare dei progetti concreti – aggiunge – perché altrimenti ci ritroveremo il prossimo anno allo stesso punto. Io mi auguro che qualcuno dica cosa ha intenzione di fare e se tra un anno, un anno e mezzo, non sarà stato fatto, se ne assuma la responsabilità», conclude Sunseri.

Secondo Giuseppe Lupo (Pd), invece, «l’Europa ci mette a disposizione grandi opportunità, ma molto spesso le difficoltà per chi intende partecipare ad un progetto iniziano già al momento della pubblicazione del bando. Serve una più stretta connessione fra la Sicilia e Bruxelles, ed in questo senso il ruolo dei nostri parlamentari europei può essere fondamentale. È necessario semplificare le modalità di accesso ai fondi europei e da questo punto di vista il credito di imposta per gli investimenti delle imprese è una grande opportunità». 

A prendere le parti dell’amministrazione regionale è intervenuto il vicepresidente Armao, secondo cui una parte delle responsabilità sulle lentezze sarebbe da additare alle «lungaggini burocratiche dell’Europa». Adesso, aggiunge Armao, «le Regioni italiane hanno presentato al ministro Lezzi i singoli punti, entro l’anno dovremmo poter avviare la nuova programmazione». Ma la parola d’ordine, secondo l’assessore regionale, deve continuare ad essere sburocratizzazione, per semplificare i processi.

La Commissione tornerà a riunirsi in autunno, quando prenderà vita la cabina di regia. Intanto, agli eurodeputati saranno trasmessi gli atti in cui viene fatta una sintesi sul lavoro fatto in materia di spesa comunitaria e su quello che resta ancora da pianificare, di concerto con gli addetti ai lavori e gli enti locali.


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