Anna Maria Sapienza, coinvolta nell'indagine Sibilla, era la figura chiamata a esprimere le valutazioni sulla conformità di tutti i progetti della Sicilia orientale inferiori a un milione di euro. Ma la professionista avrebbe approfittato del suo ruolo, come successo ad Acireale e Malvagna. I casi potrebbero essere molti di più
Fondi per impianti sportivi, il sistema per avere il via libera Consulente Coni arrestata dava pareri e otteneva incarichi
Costruire un impianto per il calcetto, o una piscina. Rifare una pista di atletica o il manto erboso di un campo di rugby. Che il promotore sia un privato o un ente pubblico non cambia, tanto meno che si usino fondi propri, si attinga a un prestito o a un bando pubblico. Tutti i soggetti della Sicilia orientale con l’ambizione di realizzare un intervento in un impianto sportivo dovevano fare riferimento a Anna Maria Sapienza. È lei che, nel ruolo di consulente del Coni per l’impiantistica, concentrava nelle sue mani un potere decisionale enorme: quello di esprimere pareri vincolanti sulla conformità dei progetti inferiori al milione di euro. Dal suo via libera dipendeva il buon esito della richiesta: l’ottenimento di un finanziamento o di un prestito. È la normativa che lo prevede, ma Sapienza – ingegnera 64enne, in passato docente a contratto all’Università etnea – secondo la procura di Catania avrebbe approfittato del suo ruolo per ottenere incarichi, per lei o per i suoi collaboratori, proprio nei progetti che lei stessa era chiamata a valutare.
L’indagine etnea – che ieri ha portato all’arresto di Sapienza, così come, per altre vicende, del sindaco di Acireale – fa luce su due episodi che seguono uno schema simile: ad Acireale per il rifacimento della pista di atletica dello stadio comunale Tupparello (ma nubi si addensano anche per il pattinodromo comunale), e a Malvagna, piccolo Comune montano del Messinese, per la riqualificazione di un impianto con campetto di calcio a cinque. Le indagini, però, potrebbero allargarsi: nelle carte dei magistrati etnei, infatti, si citano altri due Comuni della provincia di Catania in cui Sapienza avrebbe ricoperto incarichi in progetti su cui lei stessa aveva dato parere favorevole. Un doppio ruolo non inusuale, essendo le progettazioni di impianti sportivi l’altro importante settore della vita professionale di Sapienza, con all’attivo nel suo curriculum pubblico vari incarichi per enti pubblici e privati.
Il conflitto di interesse viene sottolineato anche da un funzionario del Coni di Roma, che fa parte della commissione nazionale chiamata a dare i pareri ai progetti di valore superiore al milione di euro. Sentito dai magistrati catanesi, sottolinea come «il consulente regionale per l’impiantistica sportiva che esprime il parere preventivo e la verifica finale dei progetti relativi alla costruzione, ampliamento e modifiche, non può partecipare alla redazione del progetto stesso». Questo invece non sarebbe avvenuto ad Acireale e a Malvagna.
Nel Comune etneo Sapienza avrebbe ottenuto – grazie alla connivenza dell’ex assessore allo Sport Giuseppe Sardo e del capo dei Lavori pubblici Giovanni Barbagallo – di nominare il suo collaboratore Ferdinando Garilli, 46enne catanese, come assistente del Rup nei lavori di rifacimento della pista di atletica del Tupparello. «Vedi che io lavoro anche per te – dice la professionista al suo braccio destro, intercettata mentre esce dagli uffici comunali di Acireale – Lo vuoi un incarico? Per un progetto esecutivo di una pista di atletica leggera? Cinquemila euro?». «Minchia, sei il numero uno», le risponde Garilli. E dopo aver fatto pervenire ai funzionari comunali tre offerte già concordate – di cui una della stessa Sapienza, la seconda della compagna di Garilli e la terza di Garilli – l’incarico viene affidato proprio a quest’ultimo. «Per non fare sempre tutte cose io», precisa la consulente del Coni al responsabile del procedimento. D’altronde, proprio Sapienza risulta essere stata, nel 2014, anche la progettista per la ristrutturazione e il completamento del pattinodromo comunale, con un incarico che gli inquirenti definiscono «anomalo».
Stesso schema sarebbe stato seguito a Malvagna, dove sarebbe stata turbata la gara per assegnare gli incarichi relativi alla riqualificazione del campetto di calcio a cinque. In questo caso Sapienza – grazie all’asservimento dei due tecnici dell’ufficio tecnico – avrebbe ottenuto per lei il ruolo di progettista esecutivo dell’appalto, con un contributo di 14mila euro, e per il suo collaboratore Garilli quello di assistente al Rup, altri 3.880 euro.
Sia il progetto di Acireale che quello di Malvagna sono finanziati dal piano Sport e periferie, erogato dal governo nazionale tramite il Coni. In totale, grazie a quel fondo,15 milioni di euro sono stati destinati a impianti sportivi della Sicilia. E nella graduatoria dei progetti ammessi la maggior parte ricadono nella parte orientale dell’Isola, proprio quella dove a supervisionare tutto era l’ingegnera Sapienza. La donna poteva contare anche sui buoni rapporti con Gianluca D’Antoni, nipote del presidente del Coni Sergio D’Antoni e presidente dell’Istituto di credito sportivo, la banca che eroga prestiti a privati ed enti pubblici per realizzare impianti sportivi. Una carta in più che la donna avrebbe giocato per accreditarsi presso gli enti locali che ambivano a ottenere un mutuo dall’istituto di credito.
Il presidente del Coni Sicilia, Sergio D’Antoni, riferisce a MeridioNews di «aver già provveduto a rimuovere Sapienza dal ruolo di consulente per l’impiantistica, perché è venuto meno il rapporto fiduciario». Era stato lo stesso D’Antoni, nell’aprile del 2017, a rinnovarle l’incarico che la professionista ricopre ininterrottamente dal 2005. Al suo posto subentra, o meglio estende l’area di sua competenza, Olga Tomasini, cioè l’alter ego di Sapienza nella Sicilia occidentale. «Se ci siamo mai accorti di conflitti d’interesse? No – risponde il numero uno del Coni Sicilia – non abbiamo gli strumenti per controllare, a meno che qualcuno non venga a segnalarcelo. Noi siamo parte lesa».