L'iniziativa, giunta alla quinta edizione, ha coinvolto una delle periferie più disagiate della città. Secondo Mariangela Di Gangi, presidente dell'associazione Zen insieme: «Importante farlo qui, di solito queste sono battaglie delle persone più istruite». Guarda il video
Flashmob allo Zen contro la violenza sulle donne e le bambine «Quello che riesce nel centro storico più difficile in periferia»
Perfino il Consiglio comunale, in collaborazione con Amat, ha messo a disposizione un pullman gratuito partito dal Politeama. E poi sono state molte le donne che hanno messo a disposizione un passaggio in auto, per raggiungere una periferia altrimenti difficilmente accessibile. Tutto per garantire il flashmob One Billion Rising, in contemporanea mondiale e che a Palermo si è svolto nel pomeriggio allo Zen, contro la violenza sulle donne e sulle bambine.
Il tema di quest’anno è stato la solidarietà. «Solidarietà contro lo sfruttamento delle donne – si legge nell’annuncio dell’iniziativa – solidarietà contro il razzismo e il sessismo ancora presente in tutto il mondo. E proprio nel nome della solidarietà e della sorellanza, abbiamo deciso di dare valore alle periferie. Perchè non c’è nulla di più potente della solidarietà globale».
Partendo dalla tragica statistica secondo cui una donna su tre in tutto il pianeta subisce almeno una forma di violenza nel corso della propria vita, il flashmob palermitano – giunto alla quinta edizione e organizzato dal Coordinamento Antiviolenza 21 luglio – ha avuto un’adesione crescente. La scelta poi di effettuarlo allo Zen è non solo simbolica ma reale.
«È stata una delle mamme del quartiere, nell’assemblea dello scorso 2 febbraio, a chiedere che il flashmob si facesse da loro – spiega Mariangela Di Gangi, presidente dell’associazione Zen insieme – . Noi partecipiamo sin dal primo evento. Quello che riesce nel centro storico diventa molto più difficile in una periferia come la nostra. Io sono ancora parecchia emozionata, anche perchè non c’è abitudine a parlare di argomenti del genere. Di solito queste sono battaglie delle donne più istruite, di chi ha più strumenti, invece oggi hanno partecipato persone che lì abitano e che a volte sono pure vittime di situazioni del genere».