Ieri sera un gruppo di balordi ha lanciato un candelotto addosso a Mario che si era fermato con la sua bici a bere alla fontanella. L'eplosione è avvenuta davanti al viso, comportando un graffio alla cornea e ustioni. Il padre: «Avevamo già dato l'allarme rimasto difatto inesitato»
Fiumefreddo, petardo in faccia a un 13enne alla villa «Sto bene, ma niente sarà più come prima»
«Nulla sarà più come prima». E’ profondamente scosso Mario, 13 anni, ma fortunatamente i suoi occhi non hanno subito danni permanenti. Ieri sera un gruppo di balordi gli ha lanciato contro un petardo nella villa comunale di Fiumefreddo che è esploso proprio davanti alla sua faccia. Per lunghe ore si è temuto il peggio: che i suoi occhi non potessero più vedere. Stamattina il responso confortante: la cornea è graffiata ma la vista non è compromessa. Ha le ciglia e i capelli bruciati, la pelle, dopo gli impacchi di cortisone, è tornata al colore naturale. Ma è stata una notte di ansia tremenda per i genitori. «E’ assurdo che un ragazzo non può avere più la libertà di andare in bicicletta senza correre questi rischi», denuncia la madre Maria.
Ieri sera Mario è in compagnia di un coetaneo: hanno fatto un giro in bici per Fiumefreddo, il paese in cui vivono. La villa è l’ultimo passaggio prima di tornare a casa. «Ci siamo passati perché volvevamo bere alla fontanella – racconta il tredicenne – altrimenti non ci sarei entrato perché lo so che quel posto è tutto meno che un luogo sicuro». I due ragazzi si fermano qualche metro prima della fontanella per parlare. «A un certo punto abbiamo sentito il rumore di una miccia accesa, ci siamo girati e abbiamo visto un gruppo di cinque, sei ragazzi che hanno lanciato il petardo contro di noi. Sono riuscito a schivarlo solo in parte, altrimenti forse non sarei neanche qui a raccontare come sono andate le cose».
E’ lucido Mario nella sua ricostruzione. «Non li ho visti in faccia perché erano incappucciati, avevano degli scaldacollo ma erano alti». La situazione appare subito grave. Al pronto soccorso di Taormina viene fatto entrare in codice rosso. Qui i medici applicano degli impacchi di cortisone e antibiotico. Quindi viene trasferito al reparto grandi ustioni dell’ospedale Cannizzaro. Dove i genitori vengono tranquillizzati: non ci sono ustioni gravi. La visita oculistica di stamattina dà speranza anche sulla condizione degli occhi, su cui però non sono ancora escluse complicazioni. «Adesso è come se mi hanno passato una grattugia sugli occhi ma poteva andare peggio», continua Mario, inondato da messaggi di solidarietà, sorpattutto da parte di suoi coetanei. «Niente sarà più come prima», racconta alla madre nei momenti successivi all’esplosione del petardo, un candelotto un po’più grande di un sigaro e di colore blu.
Il padre Alessandro ha presentato denuncia contro ignoti alla locale stazione dei carabinieri. Nei giorni scorsi era stato lo stesso genitore – molto attivo nella cittadina ionica e vicepresidente della rete delle associazioni di Fiumefreddo, presidente dell’Associazione bambini autistici ionico etneo – a lanciare l’allarme sullo stato di degrado della villa e sui botti esplosi al suo interno che hanno provocato danni alle strutture, con mattonelle divelte e pavimento spezzato. «La rabbia aumenta – spiega il padre – perché era già stato dato l’allarme, rimasto difatto inesitato. E già di prima mattina vedi dei disgraziati che vanno lì dentro a rifornirsi di sostanze stupefacenti per il loro sballo. Quello capitato a mio figlio è solo l’ultimo di una serie di episodi». Qualche sospetto su una posssibile correlazione alle denunce? «E’ legittimo averlo – conclude – ma non ho ancora certezze».