Quattro litri di reflui e oltre tre chili di scarti solidi per ogni litro di vino prodotto. È parte del prezzo, in termini ambientali e non solo, da pagare per le aziende vitivinicole. Alle prese con costosi impianti di depurazione, onerosi da realizzare e da gestire, che non permettono il salto verso moderni impianti di […]
Le soluzioni basate sulla natura per la gestione delle acque reflue vitivinicole: il seminario a Randazzo
Quattro litri di reflui e oltre tre chili di scarti solidi per ogni litro di vino prodotto. È parte del prezzo, in termini ambientali e non solo, da pagare per le aziende vitivinicole. Alle prese con costosi impianti di depurazione, onerosi da realizzare e da gestire, che non permettono il salto verso moderni impianti di vinificazione, soprattutto per le piccole e medie cantine. Da qui nasce la necessità di una soluzione sostenibile, sia a livello economico che ambientale. Come quella di cui si discuterà venerdì 12 luglio, alle 17.30, presso l’azienda vitivinicola Al-Cantàra, in contrada Feudo Sant’Anastasia, a Randazzo, nel Catanese. Durante il seminario dal titolo Le soluzioni basate sulla natura per la gestione
delle acque reflue vitivinicole, organizzato dal dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente di UniCt e dal centro studi di Economia applicata all’ingegneria di Catania (Csei), con il patrocinio del Parco Fluviale dell’Alcantara, dell’ordine etneo degli Agronomi e dalla sezione siciliana dell’associazione italiana Architettura del paesaggio.
Al momento, quasi tutte le cantine siciliane – e soprattutto quelle etnee – smaltiscono i residui enologici con una sedimentazione primaria (fossa Imhoff) e successivo smaltimento nel suolo: un metodo spesso insufficiente a garantire il raggiungimento dei limiti normativi. Adottare la fitodepurazione, invece, potrebbe diventare la soluzione: riducendo anche la quantità d’acqua necessaria al processo – e quindi i costi – e fornendo anche un interessante ritorno di immagine all’azienda. Se ne discuterà attraverso l‘esperienza concreta dell’azienda Al-Cantàra, che ospita il seminario, nell’ambito del progetto di ricerca e di trasferimento tecnologico VitEtna. Un’opportunità, per gli studenti del dipartimento di Agricoltura e per gli iscritti all’ordine degli Agronomi, anche per conseguire i rispettivi crediti formativi.
Ad apriranno saranno i saluti e gli interventi delle realtà organizzatrici del seminario: Mario D’Amico, per il dipartimento di Unict; Giovanni Sutera per ispettorato provinciale all’Agricoltura; Valentina Tamburino, direttrice del parco fluviale dell’Alcantara; Aurora Ursino per l’ordine etneo degli agronomi; Antonella Bondì per la sede siciliana dell’associazione Architettura del Paesaggio; Salvatore Barbagallo, presidente del CSEI Catania; insieme ai riferimenti del settore Maurizio Lunetta, direttore del consorzio Etna DOC, e Gina Russo, presidente dell’associazione Strada del Vino dell’Etna. A presentare i vantaggi della fitodepurazione saranno i docenti Giuseppe Cirelli, Vincenzo Scavera e Annibale Sicurella, coordinati da Elisabetta Nicolosi. Concluderà per l’azienda Al-Cantàra il proprietario Pucci Giuffrida.