Scena muta anche per Riccardo Ricciardi, marito della deputata Loredana Lupo. Intanto fonti vicine alla procura parlano di indagini avviate verso una veloce conclusione e di un impianto accusatorio solido e paventano la possibilità che si allarghi la rosa degli iscritti sul registro dei magistrati
Firme false M5s, anche Di Vita non risponde ai pm Inchiesta prosegue, non si escludono nuovi indagati
In Procura a Palermo è il giorno della deputata nazionale Giulia Di Vita e di Riccardo Ricciardi, marito della parlamentare Loredana Lupo. Sono gli ultimi due iscritti nel registro degli indagati per la vicenda delle presunte firme false per le elezioni Comunali del 2012 nel capoluogo, che sta scuotendo il Movimento cinque stelle. Completano la rosa delle persone ascoltate in questi giorni dai pm Dino Petralia e Claudia Ferrari. Il copione ricalca quello degli scorsi giorni: i due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante gli interrogatori che sono durati pochi minuti.
Dei dieci indagati con cui si è aperta l’indagine, quattro hanno confermato di avere preso parte alla copiatura delle firme dai moduli sbagliati per un vizio di forma, uno ha dichiarato di non essere presente al momento dell’accaduto, mentre in cinque non hanno voluto parlare con i pm. Tra questi ultimi ci sono anche i deputati nazionali Riccardo Nuti, all’epoca candidato a sindaco di Palermo e Claudia Mannino. Entrambi, così come Di Vita, sono stati sospesi dal Movimento per decisione del collegio dei probiviri.
L’inchiesta, che si è allargata lunedì scorso con l’iscrizione sul registro degli indagati di Di Vita, Ricciardi e del marito di Claudia Mannino, Pietro Salvino potrebbe estendersi ulteriormente e coinvolgere altre persone la cui posizione è al vaglio dei magistrati. Fonti vicine alla Procura hanno infatti confermato la possibilità di un veloce epilogo delle indagini, probabilmente entro fine mese, non escludendo la possibilità che nuovi nomi possano finire sotto la lente dei pm per reati connessi a quelli contestati agli altri indagati. Ci sono stati diversi riscontri rispetto a quella che era l’ipotesi iniziale, che si è rafforzata, riferiscono sempre fonti interne al palazzo di giustizia, ci sarebbero state molte conferme.