Firme false 5 stelle, quattordici rinvii a giudizio Processo a ottobre, per tutti l’accusa è di falso 

Tutti e quattordici gli indagati del Movimento 5 stelle coinvolti nel caso delle firme false per le Comunali del 2012 sono stati rinviati a giudizio. Così ha deciso questa mattina a fine dell’udienza preliminare il gup Nicola Aiello. Il processo inizierà a ottobre davanti alla corte della quinta sezione penale del tribunale di Palermo. Le indagini, condotte dai magistrati Dino Petralia e Claudia Ferrari, si erano concluse dopo poco tempo a febbraio. Seguite a ruota dalla perizia effettuata sui pochi campioni messi a disposizione dagli indagati che hanno deciso di collaborare con gli inquirenti. Le compatibilità emerse si fermano infatti a quattro persone, ma periti nominati dalla Procura sottolineano che la ricopiatura proviene da più mani.

I fatti risalgono alla notte del 4 aprile 2012: secondo la ricostruzione dei magistrati, il parlamentare nazionale Riccardo Nuti insieme a un gruppo ristretto di attivisti, dopo essersi accorti di un errore di compilazione – il Comune di nascita di un sostenitore che aveva firmato -, avrebbero deciso di ricopiare le sottoscrizioni ricevute per correggere l’errore, scongiurando così il rischio di invalidare la presentazione delle candidature. Le indagini scattarano in seguito a un servizio mandato in onda dalla trasmissione di Mediaset Le Iene, a cui si era rivolto per denunciare l’episodio un ex attivista pentastellato, Vincenzo Pintagro, che all’epoca avrebbe assistito alla ricopiatura ma senza denunciare nulla alla stampa.

Imputati insieme all’ex candidato a sindaco per le elezioni di cinque anni fa ci sono anche le parlamentari Claudia Mannino e Giulia Di Vita, e gli attivisti Stefano Paradiso, Riccardo Ricciardi, Samanta Busalacchi, Alice Pantaleone, Pietro Salvino, Toni Ferrara e Giuseppe Ippolito. Coinvolto anche l’avvocato Francesco Menallo e il cancelliere che materialmente depositò e approvò le firme raccolte, Giovanni Scarpello. Chiudono la lista i deputati regionali Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, i primi a collaborare spontaneamente con i magistrati, ricostruendo la dinamica di quella notte. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, del reato di falsificazione materiale delle firme e di falso materiale.

E sulla vicenda si registra il commento del segretario provinciale del Pd Carmelo Miceli: «Nei prossimi giorni – dice – chiederemo l’accesso agli atti per la lista del Movimento 5 Stelle alle elezioni regionali del 2012. Un atto dovuto – continua -, in considerazione del fatto che i deputati del Movimento 5 Stelle di Palermo, oggi rinviati a giudizio per la vicenda delle firme false relative alle elezioni amministrative del 2012, sono presumibilmente gli stessi che, nell’ottobre dello stesso anno collaborarono alla presentazione della lista del Movimento di Beppe Grillo nel collegio del capoluogo».


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Gli imputati dovranno rispondere, a vario titolo, del reato di falsificazione materiale delle firme e di falso materiale. I fatti risalgono alla notte del 4 aprile 2012 quando, rivedendo le firme da presentare per le Comunali, qualcuno si sarebbe accorto di un errore di compilazione relativo al Comune di nascita di un sostenitore

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