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Filippo Calcagno libero dopo otto mesi di prigionia Il figlio: «Il nostro pensiero per chi non ce l’ha fatta»
«Ho sentito papà solo ieri mattina. Ci ha detto che stava bene e che era al sicuro. Vogliamo riabbracciarlo al più presto», parla Gianluca, 38 anni, figlio di Filippo Calcagno, il tecnico della Bonatti di Piazza Armerina liberato dopo quasi otto mesi di prigionia in Libia. «È un sollievo dopo tanto silenzio. I familiari, il paese intero e, in particolar modo le istituzioni, ci sono stati vicini».
I familiari dichiarano di non avere ricevuto notizie certe riguardanti il rientro in Italia. «Speriamo al più presto – spera il figlio – ma c’è da organizzare anche il ritorno dei compagni di papà che non ce l’hanno fatta. Il nostro pensiero va anche alle loro famiglie». I due italiani stanno bene e si trovano sotto tutela del Consiglio militare di Sabrata, città a ovest di Tripoli dove le milizie locali da giorni fronteggiano gruppi filo-Isis. I due tecnici in un video hanno rivolto un primo messaggio ai famigliari per tranquillizzarli: «Sono Gino Pollicardo e sono qui con il mio collega Filippo Calcagno. Siamo in un posto sicuro, in un posto di polizia qui in Libia. Stiamo bene e speriamo di tornare urgentemente in Italia perché abbiamo bisogno di ritrovare la nostra famiglia», spiegano. Su un biglietto, scrivono di stare «bene fisicamente ma psicologicamente devastati». Ed è stata festa in tutta Piazza Armerina, dove le campane della cattedrale alle 13.30 hanno suonato a festa per volere del vescovo per annunciare la liberazione di Filippo.
Filippo Calcagno inizia a lavorare per la Bonatti «più di 10 anni fa», spiega Gianluca. «Papà è un tecnico specializzato nella manutenzione della stazione di compressione del gas che arriva in Italia. Dopo la caduta di Gheddafi, la situazione ha iniziato a complicarsi. Ci diceva che la Libia era diversa. I disordini erano frequenti, però ci rassicurava che dentro i campi di lavoro si sentiva protetto. Il problema, erano i trasferimenti da una base all’altra, ultimamente, sempre più frequenti e pericolosi», dichiara.
Sa poco sulle dinamiche del rilascio, il giovane Calcagno. «Abbiamo appreso le vicende dai telegiornali e poi c’è arrivata conferma dalla Farnesina. Prima ci hanno detto che un blitz di polizia li aveva liberati. Ma in un secondo momento abbiamo appreso che probabilmente i due prigionieri si sono liberati da soli. Riguardo a queste dinamiche non abbiamo notizie certe», conclude.