Nonostante il pagamento delle pensioni sia avvenuto a scaglioni organizzati in ordine alfabetico, dove c'è un'insegna di Poste italiane nel capoluogo etneo c'è una coda di persone. Molte in attesa anche della tessera per il reddito di cittadinanza
File disordinate fuori dagli uffici postali di Catania «Ma non è necessario presentarsi allo sportello»
Per vedere lunghe code di fronte agli uffici postali basta passare davanti a quelli di norma più affollati. Dalle Poste di via Lavaggi, nei pressi del viale Mario Rapisardi, fino all’ufficio centrale di via Etnea. Molte mascherine ma distanza di sicurezza non sempre rispettata. Tra pensioni, tessere per il reddito di cittadinanza e spedizioni, all’esterno delle strutture la coda resiste. E questo sebbene la finestra temporale più temuta, quella per il ritiro proprio delle pensioni, si sia esaurita l’1 aprile. «Tutti i clienti possono effettuare gran parte delle operazioni senza muoversi dalla propria abitazione», sottolineava nei giorni scorsi Cosimo Andriolo, responsabile per la Sicilia del servizio di Poste italiane che si occupa dell’utenza privata.
In altri termini: è possibile eseguire la maggior parte delle operazioni in via telematica, ma poi sono i cittadini a dovere scegliere di non andare fisicamente negli uffici postali. Cosa che però si deve confrontare non solo con il senso civico, ma anche con il fatto che non tutti i catanesi possono (per età o disponibilità di strumenti adeguati) fare quello che devono tramite internet. Nei giorni scorsi, Poste italiane aveva reso possibile il ritiro del trattamento pensionistico in anticipo rispetto al primo giorno del mese. Così dal 26 marzo, a scaglioni ordinati secondo l’alfabeto, i cittadini che lo avessero ritenuto necessario potevano andare a ritirare quanto loro dovuto. «Se un cognome con la lettera D si fosse presentato a ritirare la pensione quando toccava alla lettera B non gli sarebbe stata consegnata», spiegano dalle Poste.
Com’è normale, però, anche oltre il termine previsto è possibile andare a ritirare la pensione. Senza contare l’ammissione ai benefici del reddito di cittadinanza: secondo quanto riportano alcune associazioni dei consumatori, infatti, da giorni non ci sarebbero le tessere che permettono l’erogazione del credito. Con il risultato che i catanesi si sarebbero presentati agli uffici postali, senza però riuscire a concludere l’operazione.
Le file di fronte agli uffici postali sono state, in questi giorni, argomento di discussione (in videoconferenza) anche a Palazzo Minoriti. Di fronte al prefetto Claudio Sammartino si sono incontrati l’Associazione bancari italiani e Poste italiane spa, per comprendere come «favorire l’osservanza delle prescrizioni di distanziamento da parte degli utenti in attesa nei pressi degli uffici postali». Si è deciso di mappare i luoghi di maggiore afflusso, per potere organizzare al meglio i servizi di controllo delle forze dell’ordine.