Fiat Termini Imerese, le tute blu occupano il Mise

A mali estremi, estremi rimedi. E’ ormai incontenibile la rabbia dei dipendenti Fiat di Termini Imerese, che ieri, dopo l’ennesimo inutile tavolo romano, hanno deciso di non lasciare la sede del Ministero per lo Sviluppo Economico, finché non avranno ricevuto la risposta che attendono da oltre due anni. Da quando cioè il Lingotto ha deciso di abbandonare la Sicilia.

Da allora solo chiacchiere, proposte insostenibili e tanta strafottenza da parte delle istituzioni.

Ad occupare il Mise sono i rappresentanti nazionali di Fim, Fiom e Uilm, le Rsu dello stabilimento siciliano e dell’indotto e i Sindaci di Termini Imerese e di Sciara; mentre fuori dal palazzo duecento tute blu, arrivate dalla Sicilia in pullman, manifestano davanti al dicastero in Via Veneto.

La riunione di ieri si e’ trasformata dunque in un duro braccio di ferro tra sindacati e Governo. La delegazione delle sigle dei metalmeccanici ha giudicato il confronto “un fallimento”, come ha sottolineato la Fiom. E con la scadenza della cassa integrazione in deroga che minacciosamente si avvicina (tra cinque mesi, per 1.200 tra dipendenti e lavoratori dell’indotto) le tute blu hanno posto un out out:
“Questa volta non lasciamo la sede del ministero se non abbiamo risposte concrete”.
La prima richiesta e’ stata quella di spostare il confronto nella sede della Presidenza del Consiglio, a Palazzo Chigi. Poi “il ritiro dei licenziamenti gia’ partiti nell’indotto, ammortizzatori sociali certi, e che il Governo stringa su una soluzione per la riconversione e la reindustrializzazione dell’area”.

Insieme con il Sindaco di Termini, Salvatore Burrafato, ci sono il collega di Sciara Salvatore Rini, il presidente del consiglio comunale termitano Stefano Vitale e cinque consiglieri. “Ieri ci e’ stato certificato – dice Burrafato – il fallimento della strategia condotta sino a oggi. A questo punto siamo convinti che per il dopo Fiat ci possa essere solo ancora Fiat e compito di Palazzo Chigi dovra’ essere quello di favorire un nuovo impegno della casa automobilistica”.

Sempre ieri il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico Claudio De Vincenti ha annunciato che c’e’ una quarta manifestazione di interesse nel settore auto, “ma non ci fidiamo della consistenza di tale scenario. In questo momento serve percorrere strade certe e chiediamo il pressing anche della deputazione siciliana”.

Il tavolo al Mise e’ stato riconvocato per il prossimo 14 febbraio.


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A mali estremi, estremi rimedi. E' ormai incontenibile la rabbia dei dipendenti fiat di termini imerese, che ieri, dopo l'ennesimo inutile tavolo romano, hanno deciso di non lasciare la sede del ministero per lo sviluppo economico, finché non avranno ricevuto la risposta che attendono da oltre due anni. Da quando cioè il lingotto ha deciso di abbandonare la sicilia.

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