Alla fine la Finanziaria è stata approvata. C’è voluta tutta la notte e anche buona parte della mattinata, ma alla fine è arrivato l’ok del parlamento siciliano a quella che l’assessore all’Economia Marco Falcone definisce «una legge di stabilità che mette in sicurezza i conti della Regione. Seria e solida». «Siamo riusciti a fare uscire […]
Approvata la Finanziaria, esulta il governo. Polemica per l’assenza di Schifani in Aula
Alla fine la Finanziaria è stata approvata. C’è voluta tutta la notte e anche buona parte della mattinata, ma alla fine è arrivato l’ok del parlamento siciliano a quella che l’assessore all’Economia Marco Falcone definisce «una legge di stabilità che mette in sicurezza i conti della Regione. Seria e solida». «Siamo riusciti a fare uscire la Regione Siciliana da un luogo comune, quello che non si potesse non ricorrere all’esercizio provvisorio». Il mantra di Falcone è stato ripagato anche da un’assemblea presente, attiva, propositiva, nonostante gli sforzi richiesti. E la polemica forte per l’assenza di Renato Schifani, che non ha messo piede a palazzo dei Normanni nell’arco delle oltre 24 ore che hanno portato all’approvazione.
La sintesi la trova nel discorso che chiude una maratona lunghissima il presidente dell’Assemblea, Gaetano Galvagno, uno dei più attivi mediatori tra tutte le parti, protagonista indiscusso delle infinite riunioni di ieri. «Ci tengo a ringraziare tutti i capigruppo di maggioranza e di opposizione – dice – Di opposizione perché sono stati assolutamente leali, corretti, hanno rispettato la tabella di marcia che ci eravamo prefissati e questo è un bellissimo segnale anche nell’avere oggi stravolto un po’ i piani circa lo stralcio del maxiemendamento che ha consentito e consentirà alla nostra Regione di poter velocizzare il tutto e soprattutto probabilmente essere più qualificati agli occhi di Roma. Ci tengo a ringraziare gli uffici – ha aggiunto Galvagno – perché io sono entrato ieri alle nove meno un quarto, sono passate più di 24 ore e vedo le stesse persone che tutta la giornata sono rimaste qui con me. Mi dispiace se abbiamo dovuto fare questa forzatura. Ringrazio i capigruppo di maggioranza perché, anche grazie a loro, si è riusciti a trovare una sintesi. Si poteva arrivare allo scontro, mi scuso con Falcone se ho insistito per trovare questa sintesi, ma credo che abbia dato benefici a tutto il parlamento. Avere rispettato la tabella di marcia così come era stato prefissato è stato il più bel segnale visto in questi giorni».
Il punto relativo al maxiemendamento riguarda lo stralcio delle oltre 360 norme aggiuntive dal blocco della Finanziaria, cosa che consentirà intanto alla legge di stabilità di entrare subito in vigore, lasciando a chi di dovere tutto il tempo per controllare il resto. «Abbiamo aspettato questo maxiemendamento che ha riguardato più le esigenze di coesione della maggioranza che le proposte dell’opposizione – dice Cateno De Luca (Sud chiama Nord), relatore per l’opposizione – Nonostante questo, abbiamo cercato di inserire emendamenti più qualificati rispetto a quelli che questa maggioranza ci ha proposto».
«Per la prima volta ho partecipato a una legge di stabilità senza l’attore principale, il presidente della Regione Siciliana – prosegue il sindaco di Taormina – Anche questa notte, la notte principale, per la quale si attendeva anche la replica da parte del presidente della Regione, non abbiamo avuto questa possibilità, ma penso che il governo intanto debba ringraziare le opposizioni, perché abbiamo mantenuto l’impegno di evitare l’esercizio provvisorio. È una legge totalmente avulsa dal contesto socioeconomico della Regione Siciliana. Per la prima volta rispetto alle leggi di stabilità che ho affrontato in questo parlamento – aggiunge De Luca – non abbiamo avuto la possibilità di avere un quadro di insieme delle risorse complessive, le risorse extraregionali e soprattutto per la prima volta registro la totale assenza di politiche di bilancio e di programmazione. C’erano delle contraddizioni sia nel Documento di economia e finanza e sia nei provvedimenti che il presidente Schifani ha portato avanti a trattativa privata con Matteo Salvini rapinando alla Sicilia oltre 1,2 miliardi dal fondo sviluppo e coesione e fondi che riguardavano la programmazione 2014-2020 a cui si aggiungono gli 800 milioni di euro a regia statale per interventi infrastrutturali in Sicilia che sono stati destinati per finanziare il ponte sullo Stretto. Questo – conclude – è l’effetto del celoduristi su questa terra».