Durante la cerimonia al Teatro Politeama a Palermo il governatore Crocetta ricorda: «Non siamo la patria di Riina e Provenzano, ma quella di Falcone e Borsellino». Lo Statuto? «Una grande conquista del popolo siciliano» anche se ci sono stati «errori e inadempienze». Da parte della Regione e dello Stato
Festa dell’Autonomia siciliana Nel nome delle vittime di mafia e dei migranti
Un nuovo parco urbano in prossimità del luogo dell’attentato in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Ha un sapore diverso oggi il 69esimo anniversario dell’Autonomia siciliana. «Non siamo la patria di Riina e Provenzano, ma quella di Falcone e Borsellino» spiega il presidente della Regione Rosario Crocetta. Il compleanno dello Statuto dell’Isola si tinge di antimafia e di accoglienza. E’ agli eroi della lotta a Cosa nostra e a quelli che ogni giorno sfidano il mare per portare in salvo vite umane che il governatore dedica la cerimonia al Teatro Politeama di Palermo.
Una festa di cui Crocetta ribadisce l’importanza perché «l’autonomia della Regione ha ancora un grandissimo senso. Non vorrei che il cattivo uso che si è fatto dello Statuto debba incidere su una grande conquista del popolo siciliano». Certo l’autocritica ci sta e la Regione «ha commesso errori» che «stiamo correggendo», ma per il governatore anche da parte dello Stato ci sono state «inadempienze nel mancato riconoscimento dello Statuto, soprattutto in materia economica, fiscale e finanziaria, che hanno messo a tratti in ginocchio la Regione siciliana».
Il riferimento è al mancato trasferimento delle risorse che spetterebbero a Palazzo d’Orleans, sulla base, ad esempio, dell’articolo 37 dello Statuto siciliano. Ma il governatore non vuole alzare polveroni. Almeno non oggi. «Ci tenevo a dare un segnale – ha detto il governatore -. L’anno prossimo da ottobre cominceremo nelle scuole una riflessione critica sullo Statuto, che ci possa portare a una grande iniziativa, in piazza, per dire tutti assieme ‘Siamo orgogliosi di essere siciliani’». Intanto il primo segnale arriva con la convenzione, stipulata oggi tra la Regione, la Prefettura di Palermo, il Comune di Isola delle Femmine e l’Anas spa – Direzione regionale per la Sicilia, per la riqualificazione del Giardino della Memoria. La nuova area, intitolata Quarto Savona Quindici, sarà realizzata su un terreno, al momento abbandonato, a pochi passi dalla stele, lungo l’A29 in direzione Palermo, che ricorda il punto esatto della strage di Capaci.
Il costo complessivo dell’intervento, spiegano dall’Anas, è di 300mila euro, ripartiti al 50 tra la società e la Regione siciliana. I lavori prevedono anche interventi di manutenzione delle aree circostanti. La Prefettura di Palermo, invece, si occuperà del coordinamento e della vigilanza sulle procedure e il Comune di Isola delle Femmine di mettere in atto tutte eventuali varianti urbanistiche che si dovessero rendere necessarie.
Ma la festa dell’autonomia siciliana è anche l’occasione per ricordare che «non vogliamo un’immigrazione indiscriminata ma flussi controllati» e che è «un dovere» salvare le vite in mare. «Vogliamo premiare le capitanerie di Palermo e di Catania – ha spiegato Crocetta mentre consegnava due medaglie d’oro alle Direzioni marittime della Sicilia – per il lavoro di salvataggio che fanno dei poveri migranti, delle persone in difficoltà». Insieme a loro, impegnate sul difficile fronte dell’emergenza, ci sono anche le strutture di accoglienza. «Ogni immigrato che arriva – ha sottolineato il presidente della Regione – viene controllato e visitato. Abbiamo fatto un grande lavoro assieme al nostro sistema sanitario. Questa magnifica Isola esprime così la cultura e la qualità di un grande popolo come quello siciliano, che si toglie il pane dalla bocca per darlo agli altri. Il nostro modello è Biagio Conte, il missionario laico che ha un centro d’accoglienza con dei limiti, ma che una coperta per terra la mette per tutti». Prima di lasciare il palco c’è anche il tempo per qualche selfie. Con i ragazzi, che a centinaia affollano il Teatro Politeama.