Ferrovie, trasporto a rischio senza contratto servizio Sindacati: «Subito firma per garantire treni e cantieri»

La firma immediata del contratto di servizio con Trenitalia, lo sblocco dei finanziamenti previsti dalla Regione per l’acquisto di nuovi materiali rotabili, e l’accelerazione sulle opere già finanziate, come la chiusura del cantiere dell’anello ferroviario e il doppio passante ferroviario a Palermo. Questi i nodi principali che preoccupano i sindacati confederali regionali e Federazioni Traporti che giovedì scenderanno in piazza con un sit-in davanti la sede dell’Assemblea regionale siciliana per lanciare un appello alla Regione. Il 31 dicembre 2016, infatti, è scaduto il contratto di servizio provvisorio tra la Sicilia e le ferrovie e si attende da allora il via libera da parte dell’Ars per risorse necessarie al contratto: 83 milioni di euro dal 2020 al 2026 ad integrazione degli attuali 111 milioni. Una «vera e propria emergenza» che potrebbe mettere in ginocchio il sistema dei trasporti nell’Isola. 

A preoccupare i sindacati, infatti, il rischio concreto che senza il contratto che copre il periodo dal 2017 al 2026, i chilometri/treno verranno ridotto dagli attuali 9.5 milioni a 8,9 milioni e che, con l’attivazione del nodo ferroviario di Palermo, appena terminati i lavori sull’anello e la linea Palermo-Punta Raisi, Trenitalia riduca i servizi su tutte le altre linee per mantenere questa offerta. Nel testo presentato in quarta Commissione all’Ars, Trenitalia prevede l’aumento degli attuali 101 mezzi del parco rotabile già acquistati 6 treni jazz 2016/2017, 5 treni stadler e sei swing nel 2018, altri sei swing nel 2019, 10 diesel e 14 elettrotreni Alstom fino al 2020, e altre 4 unità elettrotreni fino al 2022. I chilometri treno passerebbero nel 2020 (finanziando 113,2 milioni invece degli iniziali 111,5 milioni), da 9,5 milioni chilometri/treno a 10,5 nel 2018 e 10,9 nel 2021. Ma tutto ciò solo se il contratto verrà firmato. 

Un’ipotesi che per i segretari Cgil Cisl Uil Sicilia Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo, Claudio Barone, di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti Franco Spanò, Amedeo Benigno e Agostino Falanga, deve essere «assolutamente scongiurato». Altrimenti i sei jazz acquistati tornano a Roma, la produzione e quindi la copertura dei treni in Sicilia calerà e ci sarà un taglio sul personale mobile e di officina e addetto alla manutenzione. Per Pagliaro è «una sfida che la Sicilia non può perdere, non solo relativo alle maestranze – oltre 2mila lavoratori fra diretto e indotto e 35 mila pendolari siciliani – per garantire l’intermodalità. Questa è un’Isola che ha tantissimi problemi di mobilità e si rischia di fare dei passi indietro e questo noi non lo consentiremo». A fargli Eco anche Barone per il quale «non è più accettabile che i siciliani non abbiano un servizio ferroviario nemmeno lontanamente decente. La Regione siciliana deve smetterla di occuparsi di guerriglie e di poltrone e andare firmare subito la convenzione con le ferrovie, non è più tollerabile nessun ritardo». Secondo Milazzo, infine, è «indispensabile ammodernare le infrastrutture ferroviarie. Il mancato rinnovo del contratto di servizio rende più difficoltosa la gestione dei trasporti in Sicilia. Ci auguriamo che l’assemblea in questi giorni possa varare l’emendamento».

Sul fronte infrastrutturale inoltre, preoccupa la staticità dei cantieri di lavoro con ritardi sui tempi di consegna delle opere, «un immobilismo generale che lascia poco spazio allo sviluppo». Nel capoluogo e in provincia se ne contano quattro: il raddoppio del nodo di Palermo per circa 30 chilometri (1.152 milioni); la chiusura dell’anello ferroviario finalizzato all’estensione dell’attuale servizio metropolitano (152 milioni); il raddoppio di 20 chilometri Fiumetorto-Cefalù-Ogliastrillo della linea Palermo-Messina (413 milioni) e 12 chilometri del tratto Cefalù Ogliastrillo-Castelbuono (500 milioni). Altre opere riguardano la velocizzazione della Palermo-Agrigento (167,5 milioni) e della Catania-Siracusa (81 milioni); il raddoppio della Palermo-Catania (6 miliardi), e la riqualificazione e upgrade tecnologico della linea Palermo-Trapani via Milo (104 milioni). Cantieri in parte già finanziati e che nella maggior parte dei casi dovrebbero concludersi entro quest’anno, ma che scontano ormai parecchi ritardi. 

Se il contratto non verrà chiuso, c’è il rischio che con i nuovi treni previsti Trenitalia conta di coprire le tratte Palermo-Messina e il nodo di Palermo verso Punta Raisi, ma secondo i sindacati «non si possono lasciare scoperti la Siracusa-Gela appena attivata e le zone centrali dell’Isola. Riteniamo che contratto di servizio e accordo di programma quadro – ribadiscono Pagliaro, Milazzo e Barone -, devono essere i pilastri del Piano regionale dei trasporti Sicilia finalizzato a un potenziamento del Trasporto pubblico locale in un’ottica sinergica con il gommato che interviene nelle zone in cui non arriva il treno, in un’ottica di integrazione che possa portare all’azzeramento degli sprechi ottimizzando l’uso delle risorse ed offrendo alla collettività servizi all’altezza di un paese europeo».


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