Un flashmob, uno striscione, un'installazione a metà tra cronaca e arte. A Catania sono state tante le iniziative in preparazione alla giornata internazionale contro la violenza sulle donne di domani. Tanti momenti per coinvolgere i cittadini su un tema, quello dei reati contro le donne, che molto spesso si accompagnano ad altre anomalie più subdole e quotidiane. Due le soluzioni proposte: più attenzione da media e istituzioni, ma anche spiegare ai giovani cosa vuol dire amare
Femminicidio, giornata di iniziative a Catania A scuola corsi di Educazione sentimentale
«E’ la prima causa di morte tra le donne, più letale del cancro». Il femminicidio in Italia ha ucciso 114 donne quest’anno e oggi, in preparazione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne che cade domani, sono state numerose le manifestazioni che si sono svolte a Catania.
Stamattina alle 10 i gruppi etnei Le voltapagina e Se non ora quando hanno esposto uno striscione nel balcone del municipio che rimarrà sulla facciata di palazzo degli Elefanti fino al 5 febbraio. Presentata anche la campagna Ferma il femminicidio prodotta dall’agenzia Comunikare e a breve adottabile da chiunque. «Siamo i primi ad adottarla – spiega Antonia Cosentino, membro de Le voltapagina – presto sarà online e condivisibile da tutti». Quasi in contemporanea, in pescheria un gruppo di ballerini di tango ha danzato dando vita ad un flashmob contro la violenza sulle donne. Organizzato dalla stilista Mariella Gennarino, ha coinvolto commercianti, turisti e passanti spingendoli, almeno per un giorno, a riflettere sul tema. In piazza Università l’Udi catanese ha creato una sorta di installazione a metà tra cronaca e arte. 114 paia di scarpe, simbolo di altrettante donne, i cui passi sono stati sottratti al cammino della vita.
Tante iniziative, dunque. Il coinvolgimento delle istituzioni è, secondo Antonia Cosentino, fondamentale ma carente. «L’Italia è stata più volte sanzionata dalle Nazioni unite». E non si tratta solo di quote rosa, ma anche di applicazione delle leggi. «Una delle ultime donne uccise aveva chiesto un’ordinanza per stalking, non applicata con i risultati che conosciamo». Altri temi sui quali concentrarsi riguardano l’uso sessista della lingua, il corpo della donna in pubblicità e l’incentivazione dell’impegno femminile in politica. Argomenti centrali anche per il neonato gruppo la Ragna-Tela e per lassociazione nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re Donne in Rete contro la violenza. Quest’ultima ha lanciato la petizione Mai più violenza sulle donne, con cui chiede al governo italiano la ratifica nel nostro ordinamento della Convenzione del Consiglio dEuropa che vincola i Paesi aderenti ad azioni ed iniziative importanti di contrasto alla violenza sulle donne, che sia attuato il Piano nazionale antiviolenza e che si sostengano con finanziamenti adeguati tutti i centri antiviolenza aderenti alla Rete nazionale.
Una soluzione essenziale – spiega Antonia Cosentino – è partire dalle basi, dall’abc dell’amore. «Con le docenti Rita Palidda e Grazia Priulla andremo nelle scuole per insegnare Educazione sentimentale». Un corso per far comprendere ai ragazzi come all’amore non corrisponda il possesso e alle ragazze come capire quando un rapporto si sta trasformando in qualcosa di allarmante.