Nouri Ejjed probabilmente sapeva di essere indagato, per questo è scattata l'operazione della guardia di finanza di Agrigento. È sotto inchiesta dalla Dda di Palermo per avere dato asilo e contribuito all'organizzazione della fuga dell'uomo che lo scorso aprile sparò nel centro di Lipsia, in Germania
Favorì la fuga di un ricercato per terrorismo Fermato un 50enne che lo aveva ospitato
Avrebbe favorito la latitanza prima
e la fuga all’estero poi di Abidi Aymen, ricercato dalle autorità di tutta Europa per avere esploso dei colpi di pistola per le vie di Lipsia, in Germania, lo scorso 9 aprile, e per questo destinatario di mandato
di cattura europeo, spiccato dell’autorità giudiziaria tedesca con l’accusa di tentato omicidio. Per questo è stato fermato dalla guardia di finanza di Agrigento, su ordine della Dda di Palermo, Nouri Ejjed, 50 anni.
Ejjed avrebbe garantito al presunto jihadista, arrestato in un primo momento, a luglio, a Firenze, un rifugio in Sicilia, «offrendogli – si legge in una nota dei finanzieri – la possibilità di riparare in Tunisia». Le indagini, coordinate dalla procuratrice aggiunta Marzia Sabella e dai sostituti Calogero Ferrara e Renza Cescon della Dda di Palermo, condotte dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Agrigento, hanno dimostrato che Abidi a fine settembre ha raggiunto la Sicilia dove sarebbe stato ospitato per oltre un mese da Ejeed.
L’uomo si sarebbe poi trasferito in un capanno in un piccolo centro del Trapanese, da cui qualche giorno dopo si sarebbe imbarcato su un gommone verso la Tunisia, dove pare sia stato recuperato da un altro sodale di Ejjed, che nelle intercettazioni si diceva orgoglioso, nonostante il rischio di essere arrestato, di avere assicurato la fuga all’estero di Abidi, che in Germania rischiava la condanna per fatti legati ad attività terroristiche. Il fermo di Ejjed è scattato visto il pericolo di fuga dell’uomo, che sospettava di essere indagato.