L'obiettivo è quello di instaurare una interazione tra il lettore e il testo, come spiega a MeridioNews la corsista Adalgisa Torrisi. A realizzare le due opere sono stati alcuni iscritti, originari di Giarre, a un corso professionale regionale
Favole che si toccano per bambini non vedenti «Perché anche Pinocchio si legge con il tatto»
Due favole diverse da tutte le altre. Perché le illustrazioni si possono guardare semplicemente toccando le pagine. Succede con Pinocchio e Il leone e il topolino in versione inclusiva. Realizzate per tutti anche se pensate in modo specifico per bambini ipovedenti o del tutto ciechi. All’opera si sono messi i corsisti giarresi di Asacom: corso regionale professionale dedicato alla comunicazione di e per persone disabili. Parole e immagini come in un libro qualunque; grazie al linguaggio braille – un sistema di lettura e scrittura tattile a rilievo – e materiali amovibili. «Dopo averli completati li abbiamo donati ai bambini dell’Istituto autonomo per ciechi di Catania» spiega a MeridioNews la corsista Adalgisa Torrisi.
L’idea, sviluppata dal professore Andrea Bruno – docente per le disabilità visive – ha scatenato la fantasia dei corsisti, che hanno dato luogo a una vera e propria lettura interattiva. Dove per interazione si intende il rapporto che il lettore può instaurare con il testo. «Abbiamo scelto materiali il più possibile comprensibili al tatto – spiega Torrisi – Così, per esempio, abbiamo realizzato il leone e il topolino con un leggero rialzo di pelo morbido, in modo da suscitare l’idea del peluche». Mentre addirittura «Pinocchio, rigorosamente in legno, può essere spostato da una pagina all’altra, senza abbandonare mai il suo lettore». Un po’ come fa il Grillo parlante con la sua coscienza.
Il risultato? Testi di fatto plurilingue, redatti in stampatello, braille e con figure materializzate. Adatti a tutti, anche ai normodotati. «Fondamentale l’utilizzo del velcro, che si presta a essere applicato in modo malleabile per essere utilizzato attivamente», prosegue. Un’invenzione di non poco conto ai fini dell’inclusione scolastica. «Libri del genere consentono alla maestra di leggere la favola in classe permettendo anche a un bimbo ipovedente o non vedente di seguire la storia».