Un passo importante, dopo un lungo periodo di stasi, per la riqualificazione della riserva naturale orientata di Fiumefreddo di Sicilia. Lo scorso ottobre, era tornato sul tavolo il progetto da due milioni e 200mila euro. Adesso c'è il via libera per le attività di indagini
Ex cartiera Siace, ok della Regione al piano pre-bonifica Superate le criticità, pareri positivi dagli enti competenti
È arrivato il via libera della Regione al «Piano di caratterizzazione dell’area industriale ex Siace nel Comune di Fiumefreddo di Sicilia». Un passo importante, dopo un lungo periodo di stasi, per la riqualificazione della riserva naturale orientata Fiume Fiumefreddo. Nei giorni scorsi, infatti, al dipartimento regionale dell’Acqua e dei Rifiuti si è svolta la conferenza dei servizi decisoria per l’approvazione del documento. Alla riunione, che si è tenuta all’assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica utilità, erano presenti Francesco Lo Cascio e Alessandro Amico per il dipartimento regionale; Salvatore Raciti, Francesco Rapisarda e Rosamaria Sciannaca per la città metropolitana di Catania; per il comune di Fiumefreddo c’erano il comandante della polizia municipale Paolo Zagami (delegato del sindaco Sebastiano Nucifora), Angelo Corica e l’assessore Michele Spina; presente anche Santo De Luca del settore controllo e vigilanza dell’Asp di Catania.
In apertura dell’incontro, sono state evidenziate le criticità già superate durante la conferenza dei servizi che si è tenuta lo scorso 15 ottobre nella città metropolitana di Catania. È in quella occasione che era stato rimesso sul tavolo il progetto da due milioni e 200mila euro per bonificare l’area. Il resto della seduta è poi stato dedicato all’esposizione delle attività che verranno realizzate durante le indagini per la caratterizzazione ambientale sul sito da bonificare. Un insieme di operazioni che permetteranno di ricostruire i fenomeni di contaminazione e di raccogliere informazioni sullo stato dell’area per potere prendere decisioni sostenibili per la messa in sicurezza e la bonifica della zona dell’ex cartiera Siace, che ha chiuso i battenti nel 1987. Per le modalità e le tempistiche è necessario attendere la fase esecutiva del progetto, ma intanto è arrivato anche il parere favorevole di tutti gli enti competenti: città metropolitana di Catania, Arpa, Asp e anche la Soprintendenza etnea che ha confermato l’autorizzazione paesaggistica.
Dopo avere raccolto un migliaio di firme con la petizione online sulla piattaforma Change.org per chiedere la bonifica dell’area, lo scorso marzo, una rappresentanza dell’associazione Democratica città e i consiglieri di opposizione Giovanni Spinella, Marinella Fiume, Maria Taormina sono stati ricevuti dall’assessore per il Territorio e l’Ambiente Salvatore Cordaro. Al centro dell’audizione in commissione Ambiente all’Ars, la richiesta della bonifica dell’area in seguito a un incendio che si era sviluppato all’interno della riserva nel gennaio del 2018. Un rogo che si era esteso per cinque ettari e per cui è stato aperto un fascicolo dalla procura etnea. Per rafforzare la richiesta alla Regione, i consiglieri avevano consegnato all’assessore le oltre mille firme raccolte sulla piattaforma online.
Nell’area dell’ex cartiera Siace una parziale bonifica è già stata fatta nel 2012. Due anni dopo, è stata aperta un’inchiesta con l’ipotesi dei reati di frode in pubblica fornitura, truffa e violazione della legge sullo smaltimento dei rifiuti a carico dell’amministratore delegato della ditta di Villa San Giovanni (in provincia di Reggio Calabria) che era stata incaricata dei lavori. Secondo gli inquirenti, la società – che aveva ricevuto un appalto da oltre 300mila euro – avrebbe sotterrato cemento e amianto nel sottosuolo, invece di smaltirlo secondo le prescrizioni di legge. Dopo il sequestro del 1998, nel sito erano state trovate circa 1.500 tonnellate di amianto, lastroni provenienti dalle coperture dei capannoni. La provincia etnea – con l’allora presidente Nello Musumeci – nel 2000 aveva acquistato (per 17 miliardi di lire) l’area a pochi metri dalla spiaggia di Marina di Cottone, con un progetto di ripristino che prevedeva la creazione di Sicilyland, un grande parco acquatico. Un’idea mai andata in porto. Dopo il sequestro del 2008 erano poi iniziati i lavori di bonifica.