«Ho portato per dieci anni un macigno, subìto accuse ingiuste e iniziative aggressive sul piano personale. Da uomo di diritto ho risposto nell’unico modo che conosco, invocando e ottenendo giustizia. Adesso la questione è chiusa definitivamente». Sono le parole di Gaetano Armao, avvocato amministrativista che per due volte è stato assessore all’Economia in Sicilia, dopo […]
Foto di Gaetano Armao su Facebook
L’ex assessore Armao assolto per evasione fiscale: «Ho portato un macigno per accuse ingiuste»
«Ho portato per dieci anni un macigno, subìto accuse ingiuste e iniziative aggressive sul piano personale. Da uomo di diritto ho risposto nell’unico modo che conosco, invocando e ottenendo giustizia. Adesso la questione è chiusa definitivamente». Sono le parole di Gaetano Armao, avvocato amministrativista che per due volte è stato assessore all’Economia in Sicilia, dopo che la sentenza emessa sei mesi fa dalla V sezione penale del tribunale di Palermo è passata in giudicato con l’assoluzione «per non avere commesso il fatto». L’accusa era di evasione fiscale.
Per Armao «la sentenza penale confuta così le accuse ingiustamente mosse, in sede giudiziaria, politica e sui media, accompagnate da pesanti azioni esecutive sulla persona, rese peraltro di dominio pubblico, che hanno imposto ingenti oneri fiscali del tutto privi di fondamento” e che «tale sentenza irrevocabile di assoluzione produce, altresì, un effetto vincolante nel processo tributario, per pretesa impositiva e sanzioni, riguardando il giudicato penale i fatti oggetto del giudizio tributario”. Il primo accertamento, definito nel 2014 da guardia di finanza e Agenzia delle entrate, con richiesta di pagamento di oltre 800mila euro è venuto impugnato di fronte alla commissione tributaria di Palermo (relatore l’attuale presidente della Corte dei conti, Guido Carlino), che accolse il ricorso ritenendo priva «di fondamento la pretesa fiscale avanzata».
In sede penale, dopo due richieste di archiviazione della procura di Palermo, nel 2020, il giudice per le indagini preliminari dispone, invece, l’imputazione coatta rinviando a giudizio l’allora vicepresidente della Regione e assessore all’Economia. Durante il giudizio a maggio del 2022 è sopraggiunta la pronuncia della commissione tributaria regionale per la Sicilia (presidente e relatore Pino Zingale) che ha invece ritenuto sussistente il debito tributario ribaltando la sentenza di primo grado. Al termine del processo penale, la questione è stata definitivamente chiusa dalla sentenza del tribunale di
Palermo. Il giudice ha ritenuto che Armao – assistito dagli avvocati Giovanni Rizzuti e Angelo Cuva – non ha commesso alcun reato fiscale e che nulla possa contestarsi alla sua condotta da contribuente.