La modella-attrice ha detto cose giuste. Forse e stata equivocata
Eva Riccobono: Palermo? Non mi piace la mentalità mafiosa. E detesto le raccomandazioni. Cosa avrebbe detto di sbagliato?
LA MODELLA-ATTRICE HA DETTO COSE GIUSTE. FORSE E STATA EQUIVOCATA
La modella e attrice palermitana, Eva Riccobono (nella foto a destra tratta da pasquale1.wordpress.com), ha detto delle cose giustissime. Ma, come spesso accade, è stata equivocata. Leggiamo insieme la dichiarazione dellattrice siciliana: Vado una volta al mese a Palermo per ricaricarmi, ma alcune cose dei palermitani non mi piacciono come la mentalità mafiosa. Detesto quelli che si lamentano sempre e che vogliono la raccomandazione e soprattutto il familismo e i soprusi.
Con tutto il rispetto per chi ha trovato sconveniente questa dichiarazione, ci chiediamo e chiediamo: che cosa avrebbe detto di sbagliato la modella-attrice? Che non gli piace la mentalità mafiosa? Forse la mentalità mafiosa è un bene immateriale da tutelare?
Eva Riccobono dice di detestare quelli che si lamentano sempre e che cercano la raccomandazione. Forse quelli che si lamentano sempre hanno qualche diritto di lamentarsi (vedi i palermitani che si lamentano, ad esempio, per limmondizia non raccolta per le per le strade: hanno torto?). Ma come si fa a dare torto a Eva Riccobono a proposito di chi, in Sicilia, ha fatto della raccomandazione un modello di vita, quasi un imperativo categorico per la sopravvivenza? Da dove spuntano, in Sicilia, 80 mila precari nella pubblica amministrazione tra Regione, Province, Comuni, enti regionali, Ato rifiuti e via continuando? Sono diventati tali perché hanno vinto un concorso o perché sono stati raccomandati?
Anche il riferimento della modella-attrice al familismo e ai soprusi in che cosa sarebbe sbagliato? Forse il familismo non è solo palermitano, anzi è totalmente italiano (si pensi alle università colonizzate da intere famiglie che si susseguono di generazione in generazione).
Infine che cosa avrebbe detto di sbagliato sui soprusi? Forse a Palermo non ci sono soprusi? E i mafiosi che impongono il pizzo come lo farebbero? Chiedendo scusa?
A noi quello che ha detto Eva Riccobono invece ci convince. Ha detto cose giuste. Diverso è il discorso sulle generalizzazioni. Come fanno certi Professionisti dellantimafia. E forse è a queste che si riferisce il presidente dellArs, Giovanni Ardizzone.
Credo che le parole espresse da Eva Riccobono a Vanity Fair – ha detto il presidente Ardizzone nel corso dellintervista di Klaus Davi per il suo programma KlausCondicio, in onda su YouTube al linkhttps://www.youtube.com/user/klauscondicio – ossia che lei abbia fisicamente bisogno di tornare a Palermo almeno per due mesi allanno, ma che del capoluogo siciliano detesti quelli che si lamentano sempre, quelli che vogliono la raccomandazione e, soprattutto, la mentalità mafiosa, il familismo e i soprusi, siano i soliti luoghi comuni ogni volta si tira in mezzo la mafia.
A noi, con rispetto parlando, non sembra che Eva Riccobono sia andata sopra il rigo. Diverso, lo ripetiamo, il caso di generalizzazioni. Come ha spiegato lo stesso presidente dellArs: Laltro giorno – ha detto Ardizzone – ho dovuto prendere posizione in aula perché qualcuno ha lanciato la battuta che in Assemblea erano tutti mafiosi. E un modo per non affrontare i problemi. La mentalità mafiosa è un luogo comune, tutto qua viene declinato in forma di mafia se non ci si adegua o non si combatte fino in fondo con tutte le forze. Lo ripeto, la gran parte dei palermitani e dei siciliani sono persone oneste e perbene. Le raccomandazioni purtroppo sono ovunque. La meritocrazia dovrebbe appartenere a ogni parte dItalia, è sempre sulla bocca di tutti, ma poi sta alla coscienza di ciascuno portare avanti i più bravi, i più meritevoli. Non cè più nulla da raccomandare, non ci sono più posti nella pubblica amministrazione. Oggi cè solo da correre ai ripari sui danni che nel corso degli anni sono stati fatti; in tutte le città raccomandano: abbiamo esempi di università del Nord Italia dove ci sono baronati che certamente noi nel Sud non invidiamo.